soprattutto la sua voce aveva alcun chè di
straordinario e d'insinuante, difficile ad esprimersi. Sì, egli era uno di
quegli esseri nati proprio per comandare senza che paresse dolore il
servirli; ma tante prerogative torneranno poi a vantaggio dell'umanità?...
Chi lo sa? ed il mio racconto lo mostrerà in appresso. Quantunque in
cuore ei credesse di giovare agli uomini, non sempre giova per far bene
la volontà... Ma troppo non vo' dirvi, tanto più che il racconto è appena
cominciato.
I nostri lettori per altro sospendano la loro curiosità intorno al signor
Caprone e suoi amici e commensali; poichè dobbiamo condurli in altro
luogo ben diverso dalla temibile osteria dei Tre Mori: ove lasceremo
che Concetta, assisa al fianco del marinaro, faccia comodamente
all'amore, Bruto studii le grandi teorie del Caprone, e gli altri servano
ad ambedue pei loro misteriosi fini.
Luogo grazioso è quello ove ora vogliamo introdurre il lettore; è una
palazzetta di due piani situata circa la metà della via Ferdinanda. Il
primo e secondo piano sono abitati dalla signora Maria Guglielmi
vedova con due figli: Alfredo, giovane militare al servizio di Sardegna,
da qualche giorno rimpatriato, per ottenuto provvisorio congedo; la
figlia, una giovinetta di sedici anni. Il suo portamento svelto e nobile la
farebbe giudicare una di quelle vergini dipinte da Rafaello: tutto in lei
era grazia e candore; nata per amare, fuoco d'innocente amore le
brillava dai begli occhi cilestri, parole di amore spiravano i suoi labbri,
e melanconico amore le stava sul viso pallidissimo, che rendevano più
alabastrino i biondissimi capelli i quali le cadevano a ciocche sul collo
tornito. Essa era pettinata alla vergine, avea cioè la divisione dei capelli
perfettamente a mezzo del capo, senza ricci sulla fronte, ritondati
all'indietro, ricinti da un nastro di seta celeste; le pendeva dal collo un
monile di semplice avorio lavorato alla China e d'inestimabile prezzo, e
della stessa materia avea gli orecchini, i quali contrastavano col niveo
colore del bel volto. L'abito della fanciulla, tutto di raso celeste a fiori
bianchi della più leggiadra forma del tempo, quasi sto per dire
secondava le leggiadre forme della giovinetta. Aveva essa appunto
terminato la sua toeletta, e già le cameriere stavano per licenziarsi,
quando macchinalmente posò lo sguardo su d'un bellissimo oriuolo a
pendolo che stava sul caminetto della camera.
--Ah! disse, sono le sette e mezza, manca un'ora all'apertura della festa;
mi avete abbigliata troppo presto: mi noiano tanto queste feste, queste
ricercatezze!
--Io credo che V. S. sia la sola fanciulla che a sedici anni parla in questa
guisa. La festa che avrà luogo giù nell'appartamento del primo piano
sarà una delle più splendide di Livorno, soggiunse la cameriera più
avanzata in età, mentre che l'altra, rispettosamente inchinandosi, si era
allontanata.
--Mary, per essere inglese, tu non sei punto inclinata alla misantropia; ti
piacciono tanto le feste!
--Mi piacciono sicuramente, e come non avrebbero a piacermi? Mance
di qua, mance di là.... Oh! la vita di noi cameriere ha bisogno di
respirare in un'atmosfera di mance: e per questo viva la vostra patria!
che cuore! Oh i Livornesi! per cuore e per generosità sono gli unici del
mondo.
--Ti ringrazio per i miei concittadini, replicò la signora e si adagiò sul
sofà di velluto che era da uno dei lati della camera. Orsù, Mary, resta a
farmi compagnia mentre attenderò l'ora della festa; mi dispiace dovere
scendere così per tempo. La mamma vuol così, bisogna obbedirla. Io
non ho padre.--E qui un grosso sospiro partì dal cuore della bella.
--Il signor generale morì molto giovane, disse Mary.
--Ah! io era peranco bambina. Egli fu dei più intrepidi della guerra di
Russia; fu fatto generale sul campo.
--E fece la carriera di soldato?
--Sì, mia cara, di semplice soldato; il suo valore passerà nei volumi
della storia. Ah! perchè non posso io stringerlo al seno questo caro
padre? Perchè non posso dirgli: deh! guida la tua figlia nel periglioso
cammino della vita.
--Bando, bando alle idee malinconiche, signorina; si direbbe che foste
impastata di lacrime e di sospiri.
--La memoria del padre.... oh! credimi, Mary, è il più dolce de' miei
pensieri; eccolo là (e additava un ritratto di un guerriero), eccolo là;
qual nobile fisionomia! qual coraggio spira dai fulminanti occhi! O
padre mio, io vado superba di esserti figlia.
--Ma, signora Rosina, si affrettò a dire la cameriera, perchè tanto darsi
in preda alla sensibilità? lo vedete? una grossa lacrima vi è caduta sul
fisciù; voi scomponete il vostro assetto. Orsù date retta alla vecchia
Mary, passate nel vostro gabinetto, ponetevi al piano forte, fatemi udire
quella vostra vocina a cui vo' tanto bene. Ciò vi salverà dalla
malinconia.
--Voglio compiacerti, Mary; sei troppo buona, mi ami qual madre.
--Certamente: vi ho quasi veduta nascere, vi ho tenuta sulle ginocchia
intere giornate quando.... Ah! io
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