Enrico IV | Page 8

Luigi Pirandello
annunziargli la loro visita, per distornarlo. Se lor signori hanno già pensato sotto qual veste presentarsi...
Di Nolli. Sì, sì, s'è pensato a tutto.
Al Dottore:
Se lei, dottore, crede di poter fate subito la visita...
Frida. Io no, io no, Carlo! Mi ritiro. E anche tu, mamma, per carità, vieni, vieni con me!
Dottore. Dico... non sarà mica ancora armato?
Di Nolli. Ma no! che armato, dottore!
A Frida:
Scusami, Frida, ma codesto tuo timore è proprio puerile! Sei voluta venire...
Frida. Ah non io, ti prego: è stata la mamma!
Donna Matilde (con risoluzione). E io sono pronta! Insomma, che dobbiamo fare?
Belcredi. è proprio necessario, scusate, camuffarci in quel modo?
Landolfo. Indispensabile! indispensabile, signore! Eh, pur troppo, ci vede...
mostra il suo costume.
Guai se vedesse lor signori, così, in abiti d'oggi!
Arialdo. Crederebbe a un travestimento diabolico.
Di Nolli. Come a voi appajono travestiti loro, così a lui, nei nostri panni, appariremmo travestiti noi.
Landolfo. E non sarebbe nulla, forse, signor Marchese, se non dovesse parergli che fosse per opera del suo mortale nemico.
Belcredi. Il Papa Gregorio VII!
Landolfo. Appunto! Dice che era un ?pagano?!
Belcredi. Il papa? Non c'è male!
Landolfo. Sissignore. E che evocava i morti! Lo accusa di tutte le arti diaboliche. Ne ha una paura terribile.
Dottore. Il delirio persecutorio!
Arialdo. Infurierebbe!
Di Nolli (a Belcredi). Ma non è necessario che tu ci sia, scusa. Noi ce ne andremo di là. Basta che lo veda il dottore.
Dottore. Dice... io solo?
Di Nolli. Ma ci sono loro!
indica i tre giovani.
Dottore. No, no... dico se la signora Marchesa...
Donna Matilde. Ma sì! Voglio esserci anch'io! Voglio esserci anch'io! Voglio rivederlo!
Frida. Ma perché, mamma? Ti prego... Vieni con noi!
Donna Matilde (imperiosa). Lasciami fare! sono venuta per questo!
A Landolfo.
Io sarò ?Adelaide?, la madre.
Landolfo. Ecco, benissimo. La madre dell'imperatrice Berta, benissimo! Basterà allora che la signora si cinga la corona ducale e indossi un manto che la nasconda tutta.
Ad Arialdo.
Vai, vai, Arialdo!
Arialdo. Aspetta: e il signore?
accennando al Dottore.
Dottore. Ah, sì... abbiamo detto, mi pare, il Vescovo... il Vescovo Ugo di Cluny.
Arialdo. Il signore vuol dire l'Abate? Benissimo: Ugo di Cluny.
Landolfo. E già venuto qua tant'altre volte...
Dottore (stupito). Come, venuto?
Landolfo. Non abbia paura. Voglio dire che, essendo un travestimento spiccio...
Arialdo. S'è usato altre volte.
Dottore. Ma...
Landolfo. Non c'è pericolo che se ne ricordi. Guarda più all'abito che alla persona.
Donna Matilde. Questo è bene anche per me, allora.
Di Nolli. Noi andiamo, Frida! Vieni, vieni con noi, Tito!
Belcredi. Ah no: se resta lei
indica la Marchesa,
resto anch'io.
Donna Matilde. Ma non ho affatto bisogno di voi!
Belcredi. Non dico che ne abbiate bisogno. Ho piacere di rivederlo anch'io. Non è permesso?
Landolfo. Sì, forse sarebbe meglio che fossero in tre.
Arialdo. E allora, il signore?
Belcredi. Mah, veda di trovare un travestimento spiccio anche per me.
Landolfo (ad Arialdo). Sì, ecco: di cluniacense.
Belcredi. Cluniacense? Come sarebbe?
Landolfo. Una tonaca da benedettino dell'Abazia di Cluny. Figurerà al seguito di Monsignore.
Ad Arialdo:
Vai, vai!
A Bertoldo:
E anche tu, via; e non ti far vedere per tutto quest'oggi!
Ma, appena li vede avviare,
Aspettate.
A Bertoldo:
Porta qua tu gl'indumenti che lui ti darà
Ad Arialdo:
E tu vai subito ad annunziare la visita della ?Duchessa Adelaide? e di ?Monsignore Ugo di Cluny?. Intesi?
Arialdo e Bertoldo via per il primo uscio a destra.
Di Nolli. Noi allora ci ritiriamo.
Via con Frida per l'uscio a sinistra.
Dottore (a Landolfo). Mi dovrebbe, credo, veder bene sotto le vesti di Ugo di Cluny.
Landolfo. Benissimo. Stia tranquillo. Monsignore è stato sempre accolto qua con gande rispetto. E anche lei stia tranquilla, signora Marchesa. Ricorda sempre che deve all'intercessione di loro due se, dopo due giorni di attesa, in mezzo alla neve, già quasi assiderato, fu ammesso nel castello di Canossa alla presenza di Gregorio VII che non voleva riceverlo.
Belcredi. E io, scusate?
Landolfo. Lei si tenga rispettosamente da parte.
Donna Matilde (irritata, molto nervosa). Fareste bene ad andarvene!
Belcredi (piano, stizzoso). Voi siete molto commossa...
Donna Matilde (fiera). Sono come sono! Lasciatemi in pace!
Rientra Berloldo con gli indumenti.
Landolfo (vedendolo entrare). Ah, ecco qua gli abiti! Questo manto, per la Marchesa.
Donna Matilde. Aspettate, mi levo il cappello!
Eseguisce, e lo porge a Bertoldo.
Landolfo. Lo porterai di là.
Poi alla Marchesa, accennando di cingerle in capo la corana ducale.
Permette?
Donna Matilde. Ma, Dio mio, non c'è uno specchio qua?
Landolfo. Ci sono di là.
indica l'uscio a sinistra.
Se la signora Marchesa vuol fare da sè...
Donna Matilde. Sì, sì, sarà meglio, date qua; faccio subito.
Riprende il cappello ed esce con Berloldo che reca il manto e la corona. Nel mentre il Dottore e Belcredi indosseranno da sè, alla meglio, le tonache da benedettini.
Belcredi. Questa di far da benedettino, dico la verità, non me la sarei mai aspettata. Oh, dico: è una pazzia che costa fior di quattrini!
Dottore. Mah! Anche tant'altre pazzie veramente...
Belcredi. Quando, per secondarle, si ha a disposizione un patrimonio...
Landolfo. Sissignore. Abbiamo di là un intero guardaroba, tutto di costumi del tempo, eseguiti a perfezione, su modelli antichi. è mia cura particolare: mi rivolgo a sartorie teatrali competenti. Si spende molto.
Donna Matilde rientra parata col manto e la corona.
Belcredi (subito, ammirandola). Ah,
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