principio! Si figuri che, quando avvenne la disgrazia dopo che cadde da cavallo...
Dottore. Battè la nuca, è vero?
Donna Matilde. Ah, che orrore! Era accanto a me! Lo vidi tra le zampe del cavallo che s'era impennato...
Belcredi. Ma noi non credemmo affatto dapprima, che si fosse fatto un gran male. Sì, ci fu un arresto, un po' di scompiglio nella cavalcata; si voleva vedere che cosa fosse accaduto; ma già era stato raccolto e trasportato nella villa.
Donna Matilde. Niente, sa! Neanche la minima ferita! neanche una goccia di sangue!
Belcredi. Si credette soltanto svenuto...
Donna Matilde. E quando, circa due ore dopo...
Belcredi. Già, ricomparve nel salone della villa--ecco, questo volevo dire...
Donna Matilde. Ah, ma che faccia aveva! Io me ne accorsi subito!
Belcredi. Ma no! Non dite! Non ce n'accorgemmo nessuno, dottore, capite?
Donna Matilde. Sfido! Perché eravate tutti come pazzi!
Belcredi. Recitava ognuno per burla la sua parte! Era una vera babele!
Donna Matilde. Lei immagina, dottore, che spavento, quando si comprese che egli invece, la sua, la recitava sul serio?
Dottore. Ah, perché anche lui, allora...?
Belcredi. Ma sì! Venne in mezzo a noi! Credemmo che si fosse rimesso e che avesse preso a recitate anche lui, come tutti noi... meglio di noi, perché--come le dico--era bravissimo, lui! Insomma, che scherzasse!
Donna Matilde. Cominciarono a fustigarlo...
Belcredi. E allora... --era armato--da re--sguainò la spada, avventandosi contro due o tre. Fu un momento di terrore per tutti!
Donna Matilde. Non dimenticherò mai quella scena, di tutte le nostre facce mascherate, sguajate e stravolte, davanti a quella terribile maschera di lui, che non era più una maschera, ma la Follia!
Belcredi. Enrico IV, ecco! Proprio Enrico IV in persona, in un momento di furore!
Donna Matilde. Dovette influire, io dico, l'ossessione di quella mascherata, dottore, l'ossessione che per più di un mese se n'era fatta. La metteva sempre in tutto ciò che faceva, questa ossessione!
Belcredi. Quello che studiò per prepararsi! Fino ai minimi particolari... le minuzie...
Dottore. Ah, è facile! Quella che era ossessione momentanea, si fissò, con la caduta e la percossa alla nuca, che determinarono il guasto cerebrale. Si fissò, perpetuandosi. Si può diventare scemi, si può diventare pazzi.
Belcredi (a Frida e al Di Nolli). Capite che scherzi, carini miei?
Al Di Nolli:
Tu avevi quattro o cinque anni;
a Frida:
a tua madre pare che tu l'abbia sostituita là in quel ritratto, dove ancora non pensava neppur lontanamente che ti avrebbe messa al mondo: io sono già coi capelli grigi; e lui: eccolo là
indica il ritratto
--taf! una botta alla nuca--e non si è più mosso di là: Enrico IV.
Dottore (che se ne è stato assorto a meditare, apre le mani davanti al volto come per concentrar l'altrui attenzione, e fa per mettersi a dare la sua spiegazione scientifica). Ecco, ecco, dunque, signori miei: è proprio questo...
Ma all'improvviso s'apre il primo uscio a destra (quello più vicino alla ribalta) e viene fuori Bertoldo tutto alterato in viso.
Bertoldo (irrompendo come uno che non ne possa più). Permesso? Scusino...
S'arresta però di botto per lo scompiglio che la sua comparsa suscita subito negli altri.
Frida (con un grido di spavento, riparandosi). Oh Dio! Eccolo!
Donna Matilde (ritraendosi sgomenta, con un braccio levato per non vederlo). è lui? è lui?
Di Nolli (subito). Ma no! ma no! State tranquille!
Dottore (stupito). E chi è?
Belcredi. Uno scappato dalla nostra mascherata!
Di Nolli. è uno dei quattro giovani che teniamo qua, per secondare la sua follia.
Bertoldo. Io chiedo scusa, signor Marchese...
Di Nolli. Ma che scusa! Avevo dato ordine che le porte fossero chiuse a chiave, e che nessuno entrasse qua!
Bertoldo. Sissignore! Ma io non ci resisto! E le chiedo licenza d'andarmene!
Di Nolli. Ah, voi siete quello che doveva assumere il servizio questa mattina!
Bertoldo. Sissignore, e le dico che non ci resisto...
Donna Matilde (al Di Nolli con viva costernazione). Ma dunque non è cosi tranquillo, come dicevi?
Bertoldo (subito). No, no, signora! Non è lui! Sono i miei tre compagni! Lei dice ?secondare?, signor Marchese? Ma che secondare! Quelli non secondano: i veri pazzi sono loro! Io entro qua per la prima volta; e, invece di ajutarmi, signor Marchese...
Sopravvengono dallo stesso uscio a destra Landolfo e Arialdo, in fretta, con ansia, ma arrestandosi davanti all'uscio prima di farsi avanti.
Landolfo. Permesso?
Arialdo. Permesso, signor Marchese?
Di Nolli. Avanti! Ma insomma che cos'è? Che cosa fate?
Frida. Oh Dio, io me ne scappo, me ne scappo: ho paura!
fa per avviarsi verso l'uscio a sinistra.
Di Nolli (subito trattenendola). Ma no, Frida!
Landolfo. Signor Marchese, questo sciocco...
indica Bertoldo.
Bertoldo (Protestando). Ah no, grazie tante, cari miei! Io così non ci sto! non ci sto!
Landolfo. Ma come non ci stai?
Arialdo. ha guastato tutto, signor Marchese, scappandosene qua!
Landolfo. Lo ha fatto montare sulle furie! Non possiamo più trattenerlo di là. Ha dato ordine che sia arrestato, e vuole subito ?giudicarlo? dal trono!--Come si fa?
Di Nolli. Ma chiudete! Chiudete! Andate a chiudere quella porta!
Landolfo va a chiudere.
Arialdo. Non sarà possibile al solo Ordulfo trattenerlo...
Landolfo. Ecco, signor Marchese; se si potesse subito, almeno,
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