Economisti del cinque e seicento | Page 4

Geminiano Montanari
come anco in ciascuna di esse monete. Oltre che, ciascuno in tutti li pagamenti aver�� il fatto suo con oro ed argento realmente, e non con i valori che alle volte sono dati con i sopranomi alle monete, e s�� come chiaramente tutto ci�� si veder�� nelli seguenti capitoli e tariffe, che si descriveranno.

CAPITOLO VI
Ci�� che s'intenda per peso e numero di oro e di argento.
Avendo detto che una parte di oro a peso vaglia per dodici di argento, si viene per un modo reale a far manifesta e chiara la forma e l'ordine che si debba tenere in compartirli nel far monete. Ora resta a sapere che ?peso? altro non �� se non una determinata quantit��, come a dire una libra, un'oncia o simile; e per il ?numero? s'intende tanto il numero della quantit�� di ciascuna sorte di monete che n'ander�� alla libra quanto il valore di ciascuna moneta.

CAPITOLO VII
Il modo col quale si dee osservare la forma ed il numero nell'oro e nell'argento che si ridurranno in monete, accioch�� ogni persona abbia il suo.
Essendosi di sopra narrato che cosa sia forma, peso e numero, rimane a sapere il modo col quale ciascun di loro osservar si debba; e ci�� sar�� cosa facile da fare, osservando questi ordini: cio��, se escludendo tanti rotti che si usano nel fare le monete, cos�� nelli pesi come nelle finezze e loro valori, tutte si facciano di oro e di argento puri, over accompagnati secondo le determinazioni nelle seguenti tariffe descritte; e che su le monete siano segnati con numeri aritmetici i loro valori, le finezze o leghe, e quante ne vadino alla libra di ciascuna sorte, come nel capitolo XXII.
Sar�� ben necessario che per ci�� siano fatti nuovi campioni, che stiano presso il publico ed anco presso i privati, accioch�� ciascuno possa minutamente vedere il fatto suo; come si dice nel capitolo XLVI, nella terza parte ch'appartiene al publico.
Non rester�� anco di avvertire che sarebbe bene porre ordine nell'arte degli orefici; cio�� che sopra i loro lavori, come vasi, bacini, piatti ed altre simili opere di oro o d'argento, nelle quali per�� non obsti la picciolezza, fossero segnate le loro finezze, nette da saldature, col nome o marchio del maestro ch'avesse fatto tali opere e col nome o segno della citt�� ove fossero state lavorate, accioch�� si potesse per sempre conoscere il giusto fino che in esse fosse e non si avesse poi causa di farne altri saggi per chi non le volesse guastare per allora, ed anco accioch�� ciascuno le potesse poi sicuramente contrattare.

CAPITOLO VIII
Si mostra qual peso si dovr�� usare in tutti i luoghi per l'oro e l'argento.
E perch�� ritrovo che il peso della libra, usato e osservato nella zeca di Bologna �� conforme alli giusti partimenti ch'io descrivo, per esserne stata fatta pi�� volte prova da me nel conteggiare sopra il fatto delle monete, e per essere il pi�� accosto alli prezzi e valori dati ed usati all'oro ed all'argento in questi tempi, e conseguentemente alli valori nel capitolo V gi�� detti; e perch��, nel fare l'universal tassa delle monete gi�� fatte in molte citt�� e provincie da un certo tempo in qua, la maggior parte di quelle (detratte e levate per�� le fatture delli zechieri) si troveranno restare nelli loro reali dati valori, per causa del fino che in esse si trova essere, diminuita solamente la rata dell'accresciuto valore nelle monete per cavare le mercedi delle loro fatture; come per essempio presuppongo che il quarto, figurato capitolo XXXIV, nel levarlo dalla zeca sia stato valutato sotto a il detto peso soldi 34 d'imperiali, compresa per�� la fattura ch'importava denari dieci o circa, come in detto capitolo si vede; qual quarto, tassandolo nel valor del fino che vi �� dentro, rester�� in real valore di soldi 33 denari 2 o circa; e molte resteranno poco diminuite del valor dato loro, oltre le detratte fatture, imperoch�� s'avr�� riguardo solo al fino ch'in esse si trova; oltrech�� col mezo della real tassa veniranno anco regolate per sempre tutte le monete sinora fatte in ogni parte del mondo, come si mostra nella tavola fatta in essempio a capitolo XLI:--per�� dico e concludo esser necessario servirsi in universale del detto peso per la suddetta conformit��, dalla quale ne nascono i detti reali partimenti, e conseguentemente i giusti valori alle monete dati. E per dar conto della prova dell'oro, dico che, volendo fare di una libra d'oro accompagnato, qual per�� sia a finezza di denari 22, scudi numero 113-1/7, alli quali sono quasi simili i correnti in Italia ed in altri paesi, sotto per�� il nome o titolo del peso della balla (ancorch�� se ne potranno fare d'altre sorti, come nelle tariffe), in essi vi saranno once undeci d'oro puro; che, apprezzando ciascuno scudo lire sette imperiali, il tutto ascender�� alla somma di lire
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