Economisti del cinque e seicento | Page 5

Geminiano Montanari
792, e cos��, apprezzando le dette once undeci d'oro a lire 72 per oncia, fanno la suddetta somma. E similmente, volendo far corrispondere l'argento a dette once undeci d'oro, se ne piglieranno once 132 d'argento, quali, apprezzando a lire 6 d'imperiali l'oncia, ascenderanno alla somma delle dette lire 792.
Ora, se mi fosse domandato s'io avessi eletto overo compostomi per questo fatto una libra, qual non fosse pesata se non la met�� di quella di Bologna overo il doppio, e quali libre fossero poi state partite in dodici parti, s�� come �� partita la detta di Bologna, cio�� in once dodici; se sotto una di tali libre avrei potuto fare i partimenti ad uno per dodici e dodici per uno, tanto per rispetto del peso quanto anco nell'apprezzare l'oro a lire 72 e l'argento a lire 6 imperiali l'oncia, dipendente da una di dette libre cos�� fatte; e se io avrei potuto fare i partimenti confronti nel fare le monete: dico ch'io l'avrei potuto fare, e tali partimenti sarebbono riusciti, quanto alli pesi e quanto alli valori, in tal loro essere. Ma qui si dee considerare ch'avendo riguardo alli prezzi e valori dell'oro e dell'argento usati in questi tempi, ne nascerebbe grandissima disproporzione tanto nel fare le monete sotto tali ordini quanto anco in voler tassare le gi�� fatte; percioch��, quando queste gi�� fatte fossero tassate dalli contisti sotto il peso greve, riuscirebbe il loro valore nella met�� o circa di quello che vagliono di presente (levando per�� le fatture); come, per essempio, il detto quarto, che vale soldi 33 denari 2 o circa, secondo la real forma, come mostrer�� al luogo suo, venirebbe valutato e tassato solamente soldi 16 denari 7. E parimente, quando fossero tassate e valutate sotto il detto peso leggiero, riuscirebbono in valore del doppio; come, per essempio, il detto quarto valerebbe soldi 66 denari 4, ed il simile sarebbe nelle monete che si facessero di nuovo sotto tali ordini; conciosiach�� duplicherebbe il loro valore quando fossero fatte e compartite sotto il detto peso leggiero, e cos�� si sminuirebbe anco nella met�� quando fossero fatte sotto il peso greve, avendo per�� riguardo alli valori dell'oro e dell'argento usati nei presenti tempi. E similmente ancora nascerebbono disordini nelli valori delle monete, in assai o in poca quantitade, tanto nelle gi�� fatte che si tassassero quanto in quelle che si facessero, se io avessi eletto e voluto usare una libra pi�� greve o pi�� leggiera, o in poco o in assai, di quello che sia la detta di Bologna; avendo (come ho detto) riguardo alli valori dati all'oro ed all'argento in questi tempi, a' quai valori �� la pi�� accosta la detta libra di Bologna; dalla quale ne nasce la real tassa da me proposta per la sua conformit��, com'�� detto.
Ed avvertire si dee che la libra di once dodici �� il debito peso col quale si hanno a pesare l'argento e l'oro, e ci�� per cagione della real divisione duodenaria, che �� numero perfetto; onde si vede che di tal libra Aurelio Cassiodoro il magno ne ha fatto dottamente menzione nella sua opera inscritta Variarum, nel primo libro, a carte 11, nella lettera mandata dal re Teoderico a Boezio, che cos�� incomencia: ?Licet universis populis generalis sit impendenda iustitia?, ecc.; ed anco ne viene da lui accennato nel libro settimo, a carte 173, nel capitolo che incomencia: ?Omnis quidem utilitas publica fideli debet actione compleri?, ecc., sotto la rubrica: ?Formula, qua moneta committitur?.
Ora, essendo la detta libra di Bologna di once 12, l'oncia si divider�� in 24 denari, ed il denaro in 24 grani tutti giusti, per doversene poi servire in questo general maneggio tanto importante; e ci�� per esser i detti pesi, cos�� partiti, regolati con retta e real proporzione, accommodatissima in ogni parte, e dai quali non potr�� mai nascere alcuno inconveniente, n�� in particolare n�� in universale, nel conteggiare, tanto per conto dell'oro e dell'argento non coniato quanto per il ridotto in monete. E sotto questi pesi si dovranno in tutti i luoghi e paesi fare i campioni necessari delle monete cos�� d'oro come d'argento, per poter conoscere e sapere il giusto peso di esse ed anco per il loro perpetuo mantenimento: e cos�� sotto i detti pesi:
L'oncia dell'oro puro valer�� d'imperiali lire 72 soldi -- d. -- il denaro ? 3 ? -- ? -- il grano ? -- ? 2 ? 6 il quarto del grano ? -- ? -- ? 7-1/2 l'oncia dell'argento fino o di coppella ? 6 ? -- ? -- il denaro ? -- ? 5 ? -- il grano ? -- ? -- ? 2-1/2 il quinto del grano ? -- ? -- ? 1/2
E de' quai pesi e valori diffusamente e chiaramente si tratter�� nel capitolo XXXIII.

CAPITOLO IX
Come tutti gli ori gi�� coniati si possono ridurre a
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