Della storia dItalia, v. 1-2 | Page 5

Cesare Balbo
quegli scritti politici fatti all'occasione, che si dicono altrove ?di circostanza?, ?brochures?, ?pamphlets?. Ma tutt'all'incontro, l'ufficio di fondare la politica permanente d'una nazione qualunque non pu�� esser adempiuto bene dalla stampa giornaliera; preoccupata della giornaliera politica; non si pu��, non si suole adempier bene da essa, nemmeno presso alle nazioni raccolte in uno Stato, dove sono una cosa sola la politica della nazione e quella dello Stato; ma �� pi�� impossibile che mai presso a una nazione divisa in vari Stati, dove perci�� sono cose necessariamente moltiplici la politica della nazione intiera e le politiche parziali degli Stati divisi. Non serve deplorar sempre i fatti deplorabili; bisogna mutarli dove sia possibile; e dove no, sapervi applicare la politica giornaliera o permanente della patria. E cos�� in una divisa in parecchi Stati, quand'anche fossero tutti rappresentativi, bisogna saper vedere che la politica nazionale permanente non �� possibile a formarsi bene n�� dagli oratori n�� dai pubblicisti giornalieri di ciascuno di quegli Stati; non �� possibile, se mai, se non da quegli scrittori che rotti alla pratica ed allo studio della cosa pubblica ne sappiano racc?rre i risultati in iscritti posati e meditati con mira alla patria intiera. Dico che questi soli hanno probabilit�� di fondare una politica permanente della nazione italiana, perch�� non tengo per probabilit�� computabile, tengo per poco pi�� che caso, quello che avvenisse mai d'un principe od uomo di Stato, cos�� grande insieme e cos�� fortunato, da vincere le discordie e le invidie, da racc?rre in una le diverse opinioni, le politiche parziali italiane.
Tolto un tal caso, un tal dono di Dio, che non si sprechi l'ufficio di fondare la futura politica patria, non pu�� appartenere se non agli studi, agli scritti gravi, lungamente, virilmente apparecchiati e condotti; non pu�� appartenere se non a voi, giovani scrittori italiani i quali venite su in et�� tanto pi�� fortunata che non la nostra, i quali v'avete non solamente quella libert�� di scrivere e pubblicare, quelle occasioni e quegli eccitamenti che non avemmo noi, ma uno scopo oramai determinato e magnifico, lo scopo di mantenere ed estendere la libert�� e l'indipendenza. Non vi lasciate forse ingannare da vane speranze o vani timori, lusinghe d'ogni pigrizia, impedimenti ad ogni operare. Questa politica nazionale non ci ��, ma ci pu�� essere per opera virile di voi. Non ci ��, posciach�� si tituba ancora; ne' fatti, tra l'assolutismo e la libert�� rappresentativa; e nell'opinione, tra la monarchia rappresentativa e le repubbliche rappresentativa o democratica o sociale o che so io, posciach�� si dubita forse della stessa necessit�� dell'indipendenza, certo sui modi di acquistarla ed ordinarla. Ma ella pu�� essere poi certamente. Non sono i compatrioti vostri pi�� ottusi o men capaci di ragione degli altri popoli civili; sono, �� vero, pi�� appassionati nell'azione, pi�� disavvezzi d'ogni politica, pi�� nuovi alla rappresentativa: ma non vi lasciate sgomentare; tali difficolt�� son di quelle che si vincono. Voi vincerete le passioni colla ragione, purch�� vogliate ragionare, valendovi de' riposi che avvengono sempre tra le rivoluzioni; voi vincerete ogni ignoranza con gli studi vostri, purch�� li sappiate fare e scrivere poi con sincerit��, semplicit�� e virilit��. N�� vi lasciate soverchiare, nemmeno dal sentimento (quantunque bello, in voi giovani principalmente) del rispetto ai maggiori. I vostri grandi avi, iniziatori di tutta la coltura e di gran parte della civilt�� europea, scrissero secondo le opportunit�� e le possibilit�� di quei princ��pi; non potevano scrivere secondo le possibilit�� e per le necessit�� de' vostri tempi progrediti e progredienti. I vostri avi pi�� vicini e minori scrissero di ci�� che potevano, e cos�� non, o male, di politica, lungo i tre secoli di servit��. E i vostri padri poterono a stento abbozzare, accennare desid��ri. Voi avete un dovere, un destino severo, ma magnifico; avete tutto da fare in materia di politica nazionale, avete un'opera meno da compiere che da fare o rifare tutta intiera; tutta l'opera politica della patria vostra, tutte le parti ond'ella si compone: spiegazioni del passato, esposizioni del presente, previsioni dell'avvenire, storia generale della patria, storie speciali de' diversi Stati e delle diverse et��, politica generale e politiche speciali, statistiche od inventari delle forze vive o morte della nazione, comparazione con quelle degli avversari, degli alleati, di tutti i compagni di civilt��; ed avete ad inventare per fino le forme, i mezzi, lo stile e la lingua a tutto ci��. Tutto ci�� decadde ne' tre secoli, n�� si pu�� imitare da modelli pi�� antichi, antiquati. Voi avete tutto a fare; voi siete nella pi�� bella condizione che sia o possa essere al mondo, per uomini giovani, forti, e bramosi di servir la patria.
Quanto alla storia in particolare, io non vorrei cadere in quel vizio o pedanteria di esagerare l'importanza di quello studio a che abbia atteso ciascuno pi�� specialmente. E quindi non aderir�� a quel detto, che la storia
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