Da Firenze a Digione | Page 8

Ettore Socci

essere stato ripescato alla meglio dagli altri, saltammo tutti insieme sul
brigantino. Pochi passi di più ed i nostri voti erano esauditi: un
maledetto cagnaccio comincia a abbaiare e finisce coll'attaccarsi alle
polpe di mio fratello.
Si tenta l'ultimo colpo: il mio fratello lascia al famelico cane un straccio
dei suoi pantaloni... E dire che sperava con questi di far tanta figura,
quando sarebbe sceso a Marsiglia!
Il salto riesce, siamo a bordo del _Var_: i marinari ci accolgono tra le
loro braccia, la gioia ci rende frenetici e tutti insieme confondiamo le
nostre aspirazioni, le nostre speranze, i nostri voti più cari, al magico
grido di viva la repubblica.
--Giù, giù--Ci gridarono quei bravi figli del mare, appena che fu
terminato quello slancio di esultanza, e ci buttarono a viva forza nella
carbonia.
S'immagini un po' il lettore la nostra situazione, in quell'atmosfera
soffocante, e a quella polvere, che ci ridusse in pochi momenti in uno
stato veramente deplorevole; di più si aggiunga lo spettacolo non
troppo gradito che ci si presentava alla vista dall'unico finestrino, pel
quale prendeva aria questa stamberga; un andare e venire di barche su
cui facevano bella mostra di loro tutte le faccie più proibite della
Cristianità, e pennacchi di carabinieri e monture di guardie di pubblica
sicurezza... Fortuna che siamo protetti dalla bandiera francese--si
diceva tra noi--e qui il Reale Governo Italiano non conta un bel corno.
Ogni poco veniva a noi qualcheduno dell'equipaggio e ci esortava a

soffrire con pazienza. L'equipaggio, composto quasi tutto da originarii
della Linguadoca, naturalmente parlava francese; di qui grande
imbroglio nei nostri, i quali per farsi capire francesizzavano l'italiano,
creando una lingua ibrida, bastarda, che ci faceva crepar dalle risa:
lingua che si perfezionò in Francia e che ha fatto dire, bene a ragione,
ultimamente al Bizzoni, che, se fosse continuata la campagna il mondo
avrebbe annoverato un idioma di più; quello dei volontarii.
Da un paio d'ore si era in quei triboli, quando si vide arrivare il Perelli;
che nell'ascensione aveva perduto il suo cappello a cilindro...
--Cosa fanno qui loro?--Ci disse.
--Lo vede: siamo nascosti.
--Vengano su nelle cabine... ci siamo tutti noi...
Contenti, come uno che abbia beccato un terno, salimmo. Quale non fu
la nostra sorpresa, quando vedemmo quasi tutti i nostri amici!--O tutte
le guardie cosa facevano lì intorno?... La. questura ci dava l'idea di quei
mariti baggei che stanno in fazione, difaccia all'uscio di casa, mentre il
cicisbeo della moglie passa dalla finestra.
Una gran risata echeggia da un capo all'altro del ponte... Che è, che non
è?... È comparso un individuo: in perfetto costume di Adamo: per
risparmiare la spesa del barchettaiolo, oppure per non esporsi al
pericolo di perder qualche cosa, come noi tutti, aveva preferito buttarsi
a noto nel mare; Era un bel giovinotto e ci riuscì subito simpatico per lo
strano modo con cui a noi si presentava. Povero diavolo!... Io lo dovea
rivedere, ma col cranio fracassato da una palla prussiana, sulla gran via
di Parigi, sotto Talant, e mi rincresce di non sapere il suo nome, perché
rammentandolo, forse a lui darebbe un pensiero pietoso qualche anima
buona! Mi conforta però, la persuasione che chiunque lo abbia veduto
in quel giorno, non potrà così facilmente obliarlo, e, leggendo queste
modeste mie righe, capirà alla prima di chi voglio parlare.
--Signori mi rincresce--Venne adirci il capitano--ma per stasera è
impossibile la partenza--Il libeccio è tremendo ed io non ho intenzione
di mettermi in sicuro pericolo.
--Ma noi... saremo sicuri?--Domandò uno.
--Sulla mia parola d'uomo onesto, nessuno potrà farsi bello di avere
insultato la bandiera francese, qui dove sono io... se non viene il
console a bordo, e se egli pel primo non mi ordina di assistere ad una
flagrante violazione del diritto delle genti, i questurini prima di toccare

uno solo di loro, dovranno passare sul mio cadavere.
--Grazie, capitano--Gridammo noi tutti--Voi siete un vero Francese.
--E a che ora si mangia?--Chiese sbadigliando uno dei nostri, a cui le
idee non facevano dimenticare di essere uomo.
--Alle cinque.... ci è il pranzo dei viaggiatori....
--Noi veniamo tutti a quello... non è vero compagni?
--Sì--Risposero gli altri all'unisono.
Io mi azzardai allora di salire: e rincattucciato dietro il parapetto del
bastimento, diedi un'occhiata alla riva vicina: qualche facchino
passeggiava distrattamente in su e in giu, nessuno osservava il nostro
battello; tutto a un tratto uno scialle rosso e uno nero, compariscono
sulla via; due donnine dalla taglia svelta e slanciata si appoggiano
all'impalancato che circonda il porto ed affissano i loro occhi sul Var.
Chi sieno queste due creature?--Pensai tra me e me e cominciai a
figurarmele bellissime, e mi parvero gli angeli del buon'augurio che
fossero venute li a darci il buon viaggio; ma poi un altro pensiero mi
sopraggiunse: Povere donne!.. Devono essere di certo parenti, amiche
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 103
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.