Da Firenze a Digione | Page 9

Ettore Socci

di qualcuno che è insieme con noi, e sfidano questo vento e questa
indiavolata stagione, purché loro sia dato vederlo, fosse anche per
l'ultima volta: povere donne!... Per noi uomini la gloria, le improvvise e
belle emozioni, lo stordimento che ci procurano e i nuovi piaceri e le
nuove occupazioni, le gioie dell'orgoglio soddisfatto, per esse la
solitudine, la lontananza delle care persone, la continua ansia di saperle
in pericolo.
Tornai giù e dopo poco ci movemmo tutti per il pranzo: nel ripassare io
vidi i due fantastici scialli.
Il trovarci tutti insieme a mangiare sul Var, dopo le belle cose che ci
erano accadute, non poteva fare a meno di darci un brio, una parlantina,
un ebbrezza, che, chiunque ha in zucca un pò di mitidio, comprenderà
perfettamente alla prima. I nostri appetiti erano qualche cosa di classico
ed il cameriere di bordo ci guardava con certi occhi stralunati,
pensando certamente che, su ogni giorno gli fossero capitati di tali
avventori, prudenza avrebbe voluto, che l'ordinario fosse a dir poco,
raddoppiato.
Cominciarono i brindisi; i ricordi più cari s'intrecciavano coi più
generosi propositi: ora uno parlava degli occhi celesti della graziosa
biondina che aveva lasciato a Firenze, ora un altro giurava di non aver

comprato un revolver perché era sicuro di prenderlo al primo ufficiale
prussiano, che gli si fosse presentato davanti e che avrebbe ucciso
dicerto.
--Evviva, Evviva.
Che c'è?
Entra nella stanza Gagliano! Un altro fiasco che hanno fatto le guardie!
--Ieri passò da Firenze Ricciotti; là--dice--troveremo lassù anche lui!
--Evviva Ricciotti--Gridano tutti.
--E Menotti, e Garibaldi e tutti i bravi Italiani che ci han preceduto!.
Dopo poco entra Tito Strocchi, giornalista repubblicano e valoroso
soldato, che tanto onore si è fatto dappoi.
--Ma dunque ci siamo tutti!
--Tutti--Urlano entrando alla lor volta il Rossi e il Piccini.
--Anche tu!--Dicemmo a quest'ultimo--E come hai fatto stronco, come
sei, ad arrampicarti?
--Eh! Le guardie di finanza son dalla nostra e ci hanno insegnato la
strada: Figuratevi che noi siamo passati per la scaletta, proprio, come se
si fosse viaggiatori!
--Ma le guardie ci son sempre?
--Se ci sono!.. E bisogna vederli quei poveri diavoli a questo brezzone...
infilan le pispole, come se si fosse in pieno gennaio!
--Anche voi però...
--Non ve lo neghiamo, il freddo ci è entrato nell'ossa.
--Del cognac del cognac!...
--E il cameriere ci portò una bottiglia polverosa dì vecchio cognac, che
avrebbe messo energia anche a un deputato del terzo partito. E qui bevi;
bevi in un modo incredibile; in un momento il tavolo fu pieno di
bottiglie e quando andai per distendermi nella mia cabina vedevo tre o
quattro colonnelli, una ventina di lumi, e un centinaio di persone, tra le
quali apparivano circondati da un'aureola i due scialli che mi avevano
fatta tanta impressione, pochi momenti innanzi.
Tale era il mio sonno e, diciamolo pure, l'alterazione in me prodotta dal
vino che quando mi destai, il sole era già alto. Salii a poppa della nave
dove trovai il povero Rossi che contemplava astrattamente l'immensa
superficie del mare, divenuto di nuovo tranquillissimo; tutto era celeste
e l'onde venivano a baciare colla loro spuma bianchiccia, la carena del
nostro battello: si sarebbe di momento in momento aspettato che

qualche Nereide sbucasse a fior d'acqua per rammentare ai mortali le
dolcezze del buon tempo antico.
Il colonello Perelli, da vero vecchio militare, sapendo quanto il tempo è
prezioso non se ne stava con le mani in mano ma dava prova di una
instancabile attività; già aveva costituito le squadre, nominandone i
capi, già aveva pensato al modo di provvedere il vitto per tutta quella
gente (chè nella nottata il numero dei volontarii era asceso fino a cento)
ed aveva in serbo per tutti buone speranze e conforti. La _salle à
manger_ era stata trasformata in ufficio di stato maggiore ed io fui
incaricato a compilare il primo ordine del giorno.
Cominciavo a scrivere, quando scesero nella stanza l'agente della
compagnia accompagnato dal capitano; mi domandarono dove si
trovasse il Colonnello ed io mi mossi per andarlo a chiamare.
Salii immediatamente e trovai il Perelli a tu per tu con una vecchietta,
tutta pepe e tutta piangente.
--Queste sono infamie e il governo dovrebbe mandarli in galera.... non
si strappano così i figliuoli alle povere mamme che hanno fatto tanti
sacrifizii per mantenerli.
--L'ho forse chiamato io il suo figliuolo? borbottava l'altro stizzito.
--Non lo so, ma lo voglio!
--Ebbene, se lo trova, che se lo riprenda!
--Loro me l'hanno nascosto, ho girato per tutto e non mi è stato
possibile di trovarlo,
--E allora?
--E allora?! allora me l'hanno a rendere, e mi meraviglio di lei che non
è più dell'erba d'oggi e che dovrebbe avere un po' di cuore e un po' di
cervello.
--Ma, se il nome del suo figliolo non comparisce nel ruolo!....
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