Cardello | Page 8

Luigi Capuana
So... sono arri-arri arrivato in questa città e non co-conosco nessuno.
PULCINELLA. Città? Dite porcile! Io non vedo l'ora di scapparmene via.
TARTAGLIA. Pe-perchè?
PULCINELLA. Perchè gli abitanti sono peggio dei maiali, tutti, dal primo all'ultimo.
TARTAGLIA. Co-come? Sono anzi ca-cavalieri, baroni, pri-principi!...
PULCINELLA. Ve lo dico in un orecchio che sono... ma zitto!
TARTAGLIA (contorcendosi dalle risa). Ah! Ah!.... Mi mi scappa! Ah! Ah!... Mi
scappa!
PULCINELLA, Zitto, vecchio imbecille! Altrimenti queste bestie qui vanno a riferirle ai
loro padroni....
TARTAGLIA. Ah! Ah!... Mi scappa!...
PULCINELLA (dandogli un calcio) E lasciatevelo scappare!
TARTAGLIA......
Appena Tartaglia ripetè la parolaccia che Pulcinella gli avea detto all'orecchio, un
grand'urlo e un fitto coro di fischi scoppiò nella platea.
--Pezzo di ubbriacone! Basta! Basta!--
E una seggiola volò sul palcoscenico, poi un'altra, poi un'altra che sfondò la scena di carta,
dietro lo squarcio della quale si videro le gambacce di don Carmelo e quelle magroline di
Cardello.
Sarebbe avvenuto un gran guaio, se il brigadiere e due carabinieri non si fossero trovati là
a calmare la gente, a prenderla per le spalle, a farla uscire, assicurando che il domani il
burattinaio avrebbe chiesto scusa ai signori e al pubblico per la parolaccia fatta
pronunziare al povero Tartaglia, che un colpo di seggiola aveva atterrato sul piccolo
palcoscenico.
Quando l'ultimo e più riottoso degli spettatori fu messo alla porta, il brigadiere si affacciò
dietro il palcoscenico dove il burattinaio già staccava le assicelle dello scenario, dopo
aver fatto un gran fagotto dei burattini preparati per la serata.
--Signor brigadiere....
--Ma come vi è passato per la testa...?
--Li ho chiamati come li chiamano tutti, signor brigadiere.
--Va bene: è l'inguiria, come dicono qui, il nomignolo di cui li regalano la gente dei paesi
attorno....
--E l'offesa fatta a me la contate per niente, signor brigadiere?
--Quale offesa?
--Faccio una serata di onore pei signori, con inviti, a pagamento s'intende, rimettendomi
alla loro buona grazia, alla loro generosità; il Sindaco accetta di proteggerla.... Mi ha
mandato cinque lire con l'usciere! E i signori intanto.... Che cosa si credono? Divinità?...
Bestie che non capiscono niente dell'arte dell'opera... perchè altrimenti sarebbero
intervenuti e non avrebbero mandato invece le loro persone di servizio....
--Hanno mandato anche quattrini....
--Gliele ributto in viso le cinquanta miserabili lire che sono ancora là... Lia, dov'è il
vassoio?
--E domani che cosa farete?
--Domani? Ma io vado via sùbito da questo porcile!--

E così parlando, l'Orso peloso non aveva smesso di spiantare le assi del palcoscenico, di
piegare le quinte di carta e il sipario, aiutato un po' da Cardello che aveva aperto gli occhi
spauriti dalla paura ed era indignato anche lui per l'offesa fatta al suo principale.
* * *
La povera madre, tuttavia in maglia, col rossetto che le si scioglieva su le guance in
larghe righe per le lacrime che le sgorgavano silenziose dagli occhi--e lei non badava ad
asciugarle--era curva su la piccina, che, stesa sul pagliericcio dietro il palcoscenico, non
tossiva più e non si lamentava più, con nel pettuccio un rantolo che le moriva nella gola e
le faceva fiorire di tratto in tratto bollicine di bava su le labbra pavonazze.
La povera madre non osava di piangere forte, di gridare:--Figlia, figlioletta mia!--per non
irritare di più il marito che bestemmiava e brontolava l'ingiuria contro quel porcile e i
signori che lo abitavano; ed erano veri, verissimi porci...--Sì, signor brigadiere!--
Sentendo singhiozzare dietro il palcoscenico, il brigadiere aveva sporto il capo e si era
precipitato verso la donna che si dava pugni su la testa e si strappava i capelli. Alla vista
di lui, sembrò ch'ella prendesse coraggio, che si sentisse difesa contro la possibile
brutalità del marito, e i singhiozzi le proruppero dalla gola e poi l'urlo desolante:
--Figlia, figliolina mia!--
Cardello diè un salto giù dal palcoscenico, e scoppiò in pianto anche lui, con le mani tese
verso la morticina quasi avesse paura di avvicinarsi e la chiamava per destarla, giacchè
non gli pareva morta ma addormentata.
Anche don Carmelo era accorso; e dimenticando il porcile e quei porci di signori contro
cui avea seguitato a brontolare, raccomandava al brigadiere che tratteneva per le braccia
la madre desolata:
--Lasciatela sfogare, signor brigadiere! Sarà meglio!... La portiamo via; non voglio
lasciarla qui.... Neppure morta!--
E con le grosse mani si asciugava inconsapevolmente le lacrime che non gli inumidivano
gli occhi, impietrate dentro....--Neppure morta! Neppure morta!

IV.
UN DRAMMA.
Rizzavano il palcoscenico nello stanzone dove altre volte don Carmelo aveva ottenuto
grandi successi coi suoi burattini. In quella graziosa cittadina egli era così conosciuto, che
fin l'unico giornaletto settimanale aveva annunziato come un avvenimento l'arrivo del Re
dei burattinai con molta soddisfazione dell'Orso peloso, come Cardello continuava a
chiamarlo anche quando ne parlava con la povera padrona, che ne sorrideva. Ma pur
canticchiando o saltando, Cardello
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