Cardello | Page 7

Luigi Capuana
per raffrenare il pianto.
Cardello, vedendo il viso rabbuiato e gli occhi torvi dell'Orso peloso indugiava, per non
lasciare donna Lia sola con lui. Quel peggioramento della bambina capitava proprio in
mal punto. Con che animo la disgraziata avrebbe potuto far la parte di Colombina quella
sera, se lui stesso prevedeva di non saper dire due parole per conto di Peppe-Nappa e di
Peppe-Nino? E lei doveva pure abbigliarsi in maglia e veste corta e ornarsi dei falsi
gioielli di rame con pietre di vetro colorato; e lui mettersi in camicione col cappellaccio
bigio di feltro, per ricevere nel vassoio, alla porta, la buona grazia dei signori che
sarebbero intervenuti allo spettacolo!
Il dottore non aveva detto niente, ma Cardello, da un significativo increspare delle
sopracciglia e dalla premura di lui di tornare con la medicina, si era convinto che si
trattava di cosa grave. E se durante la rappresentazione la bambina si metteva a piangere,
come avea fatto tutta quella giornata quasi senza chetarsi un quarto d'ora?
--Ti muovi dunque, pel petrolio?--urlò don Carmelo,
Cardello, presa la latta, stava per uscire quando s'incontrò col dottore.
--Va male?--gli domandò sotto voce.
Il dottore scosse la testa ed entrò.
Alla vista del vecchietto basso, tutto canuto, che portava in mano una boccetta con la
medicina, don Carmelo si fece avanti ossequioso.

--Questa sciocca si dispera! È vero che non è niente, signor dottore? Glielo assicuri lei.
Me, non mi crede.
--Il posto è umido--disse il dottore. Tenetela a letto... Avete un letto, qui?--Là dietro, un
letto alla meglio--rispose don Carmelo.--Questa sera do la grande serata pei galantuomini.
Se il signor dottore volesse venire a divertirsi.... La bambina è abituata all'umido; è nata
in un magazzino peggiore di questo.... Un po' di tosse; si sa, i bambini.... È vero che non è
niente, signor dottore? Tranquillizzi questa sciocca; se no, chi sa che pasticcio mi fa
questa sera!...
--Sì, sì, non è niente.... cioè...--biascicò il dottore, un po' confuso:--Basta: tenetela ben
cautelata. Ritornerò domani.
* * *
Quella sera faceva freddo.
Un pezzo di grossolana stoffa di cotone stinta dall'uso impediva che gl'indiscreti
potessero vedere da fuori quel che si faceva là dentro; ma non riparava dall'aria frizzante
donna Lia in maglia e veste corta, nè Cardello insaccato nel camicione, col cappello
grigio di feltro su la nuca, e che gli stava accanto, dietro il tavolino, col vassoio situato tra
due candele steariche infisse nei candelieri di stagno. Il pallore della pelle del viso di
donna Lia si scorgeva fin sotto il rossetto profuso su le guance per l'occasione. Cardello,
di tratto in tratto, si soffiava dentro i pugni per riscaldarsi le mani. Don Carmelo, già
impaziente di veder riempito il locale dalle notabilità del paese, affacciava la testa
capelluta da un angolo del palcoscenico, e sua moglie che se n'era accorta si sentiva su le
spine, vedendo affollarsi alla porta coi biglietti in mano, le donne di servizio, i servi, i
garzoni di campagna dei cavalieri, che non avevano creduto dignitoso per loro andar ad
assistere all'opera di don Carmelo.
Lo stanzone era già pieno zeppo, e il popolino tumultuava vedendo ritardare l'alzata del
sipario. A un cenno di donna Lia, Cardello si mosse per avvertire don Carmelo di dar
principio alla rappresentazione.
Lo trovò che bestemmiava sotto voce, staccando rabbiosamente dal grosso ferro che li
reggeva Santa Genoeffa, il duca, il traditore, il bambino, la cerva e gli altri burattini. Li
buttava da parte con mala grazia, uno su l'altro, non curandosi di acciaccarne le teste, di
sgualcirne i vestiti, di ammaccarne le corazze, e gli elmi di latta.
--Dice donna Lia....--
Il povero Cardello non potè aggiungere altro, sopraffatto dalla valanga di improperi che
don Carmelo pareva stritolasse tra i denti, facendo il miracolo di non urlarli ad alta voce,
quantunque i rumori, i battiti di mano, le grida di--Fuori! Fuori!--scoppianti dalla sala
avrebbero impedito di udirli anche se non brontolati a quel modo. Cardello ebbe
un'ispirazione; si mise in bocca il fischio da Pulcinella e fece sentire uno strillo, una
specie di risata o di ringhio caratteristico.
--Bravo!
--Se no non si chetavano,--disse Cardello, orgoglioso di vedersi approvato dal padrone.
E il sipario fu tirato su tra il profondo silenzio della sala. Cardello avea dovuto prendere
in mano Tartaglia, mentre don Carmelo, situato nel centro, dietro il fondo, reggeva
Pulcinella. Lo scenario rappresentava la sala del trono del duca di Brabante, e gli
spettatori eran curiosi di sapere come mai Pulcinella e Tartaglia si trovassero là. Non
meno curioso e ansioso di loro era Cardello, che non sapeva una sola parola di quel che
avrebbe dovuto far dire a Tartaglia. Si tranquillò vedendo che don Carmelo si affrettava a

fare le due parti ora parlando col fischio da Pulcinella, ora ingrossando la voce e
tartagliando per conto dell'altro burattino.
TARTAGLIA.
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