Amore bendato | Page 6

Salvatore Farina
pentirò mai di aver preso moglie, e mi piacerai sempre, e ti amerò in eterno; hai una posizione, una famiglia; sei una donna collocata, come si dice, puoi ricevere, dar delle veglie; divertiti come io mi diverto, onestamente, fatti delle abitudini che non urtino le mie abitudini..., e lasciami in pace.? Tempo perduto, fiato sprecato; ho dovuto sempre finire a piantarla colle sue smanie ed andarmene al Circolo. Ha certi paroloni in bocca, si fa certe idee dei doveri coniugali da diventare insopportabile; peccato, perchè è bellina proprio e vi sono nella giornata alcune ore che avrei sempre passato volentieri con lei; ma a darle retta non sarei più un uomo, diventerei un fantoccio, e mi farebbe muovere a suo capriccio. Pazienza; per parte mia rinuncio ai vantaggi sperati da questo matrimonio; poichè non sa riconoscere la sua felicità, peggio per lei; vuole andarsene, si accomodi.--
E così dicendo la povera vittima girava orizzontalmente come sopra un perno e si voltava sull'altro fianco. Per un pezzo stette zitto, aspettando forse che l'amico dottore entrasse a dire qualche cosa, ma l'amico dottore non discuteva mai le opinioni degli altri senza un qualche gravissimo interesse, ed aveva in ciò le sue ragioni filosofiche; onde Leonardo, che aveva preso l'aire e non poteva fermarsi, dovette fare un'evoluzione contraria sul proprio perno e mettere un'altra volta la sua faccia di vittima di fronte alla faccia pensosa dell'Esculapio.
--Io la compatirei mia moglie, sì, se mi lasciasse in pace, sento che avrei la forza di compatirla; le sono idee bevute coll'educazione, idee da borghesucci, da gente di affari. Un impiegato che passa nove ore del giorno all'ufficio, un bottegaio, un negoziante, che so io, ecco i mariti modelli! Dio del cielo! La cosa difficile! Date otto giorni di vacanza all'impiegato, tre feste di seguito al bottegaio, un piccolo fallimento che costringa a quindici giorni di ozio un negoziante, e se costoro non fanno dare in ismanie le loro Penelopi, come io la mia senza colpa, mi si mozzi un dito, mi si mozzi! Mia moglie non comprende queste cose perchè è un po' fatua, un po' spensierata, un po' frivoluccia, un po' insomma tutto quello che ella dice che io sono, ma io... ma io....
La faccia da ridere del dottor Agenore imbrogliò la frase di Leonardo, il quale fu costretto a fermarsi ed a domandare:
--Dimmi tu se ho ragione.
--Non c'è che dire,--rispose il medico,--hai ragione; le tue facoltà sono equilibrate per modo che non vi può essere dubbio... hai ragione... è la natura genuina, è il tuo sangue, sono i tuoi nervi, non potrebbe essere altrimenti... insomma hai ragione.
--Manco male! interruppe l'altro,--manco male; io appartengo ad una classe che ha vacanza tutto l'anno, e che di necessità deve avere abitudini matrimoniali diverse... Bada un po' quanti avventori ammogliati con prole conta il Caffè Cova! ed il Circolo quanti! Domanda a costoro se, quando si sono coniugati, fu loro possibile da un giorno all'altro mutare le abitudini di una quindicina d'anni per cucirsi alle sottane della moglie! Non bisogna esagerare la virtù di quei quattro articoli del codice che vi legge il Sindaco o l'Assessore; sono quattro buoni articoli, ma non possono far miracoli; il giorno dopo che si è cessato di essere scapoli, in fondo si è rimasti quello che si era la vigilia. Molti credono il contrario e si illudono e fanno la propria e l'altrui infelicità; io non l'ho creduto un istante e sento che potrei far la vita di marito con molto garbo... se mia moglie mi lasciasse in pace. Il marchese Viani e l'ingegnere Stefani fanno così, ma essi hanno avuto la fortuna di trovare delle mogli che comprendono la situazione, ed a me ne è toccata una testereccia che vuol guastarmi il sangue colle sue idee balzane.... Pazienza! Ci separeremo. Accetto la mia parte di vittima.--
Dicendo queste ultime parole, il poveraccio protendeva tutte e due le mani fuori del letto come eccitando il dottor Agenore a consegnargli immediatamente quella parte disgraziata.
Pochi minuti dopo Leonardo, non sapendo più che dire e sicuro che avrebbe aspettato invano i consigli del suo amico medico, si determinò a levarsi da letto alla muta. Il dottore Agenore stava a guardarlo seduto sopra una poltroncina.
--Fammi il piacere, dimmi ancora che ho ragione--uscì a dire Leonardo arrestandosi di botto, mentre stava mettendosi i polsini.
Agenore rialzò il capo e disse senza scomporsi:
--Certo che sì; finchè parli tu, la ragione è dalla tua.
--Che intendi di dire?
--Tua moglie farà le sue argomentazioni, immagino?
--Pur troppo....
--E le fa in buona fede....
--Ma senza senso comune....
--Non importa, le fa col suo senso, co' suoi sensi, ha ragione anche lei; avete ragione tutti e due; sono i nervi, è il sangue, il fluido... la disgrazia, se ti piace meglio.
--Le conosco le tue teoriche, non le discuto....
--E fai bene, perchè sarebbe inutile... sono le mie; io non discuto
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