medico, si determinò
a levarsi da letto alla muta. Il dottore Agenore stava a guardarlo seduto
sopra una poltroncina.
--Fammi il piacere, dimmi ancora che ho ragione--uscì a dire Leonardo
arrestandosi di botto, mentre stava mettendosi i polsini.
Agenore rialzò il capo e disse senza scomporsi:
--Certo che sì; finchè parli tu, la ragione è dalla tua.
--Che intendi di dire?
--Tua moglie farà le sue argomentazioni, immagino?
--Pur troppo....
--E le fa in buona fede....
--Ma senza senso comune....
--Non importa, le fa col suo senso, co' suoi sensi, ha ragione anche lei;
avete ragione tutti e due; sono i nervi, è il sangue, il fluido... la
disgrazia, se ti piace meglio.
--Le conosco le tue teoriche, non le discuto....
--E fai bene, perchè sarebbe inutile... sono le mie; io non discuto le tue...
perchè sono le tue; la discussione è un acrobatismo dell'ingegno, uno
sforzo erculeo sul trapezio, sulla corda o sulla barra che non approda a
nulla. Tu non sei padrone ora di pensare diversamente da quello che
pensi; date le tue condizioni fisiche, dato l'equilibrio momentaneo delle
tua facoltà, è fatale. Vuoi essere sicuro che questa tua idea d'ora è, non
dirò la vera, ma quella che corrisponde esattamente al tuo
temperamento?... Aspetta a domani, fra una settimana, fra un mese.
--E mi consigli?
--Di non risolvere nulla per ora.
--Impossibile... impossibile... impossibile. S'ha a finire; ieri dopo il
desinare, bisticci, ieri l'altro idem; e indietro e indietro sempre bisticci e
scene analoghe.... Le ho detto che oggi le avrei risposto ed oggi le
risponderò.--
Leonardo aveva finito di vestirsi e si guardava intorno.
--Vacci subito,--disse Agenore,--spicciati, io ti aspetto qui....--
Leonardo non rispose, prese sbadatamente il cappello e lo tenne in
mano facendolo girare.
--È una scena disgustosa,--disse alla fine lentamente,--non ci avevo
pensato, mi sembrava facile ed è difficile; ci saranno lagrime, parole
grosse... ho una natura così impressionabile; mi spiace veder piangere
una donna.... Ernesta poi... a cui voglio bene.... Ah! mi viene un'idea; è
la mattina delle idee... ma questa è eccellente.... Ecco, Agenore, ci vai
tu da mia moglie, te le presenti, le sveli l'animo mio, la persuadi che io
non ho alcun torto verso di lei, le spieghi bene le cose, la induci ad
accettare la vita libera nel tetto coniugale.... ed in caso disperato....
--In caso disperato?
--Le dici che il suo codice non serve a nulla, che quando ella vorrà stare
in città, io me ne andrò a viaggiare, e quando ella vorrà andare in
campagna od ai bagni io starò in città.... così sarà liberata dalla mia
odiosa presenza e non si faranno scandali. Ci vai?
--Ci vado.
--Ah tu sei il migliore degli uomini ed il migliore dei medici; mi hai
tolto una montagna dallo stomaco; servigi come questo non si
dimenticano.... conta sulla mia gratitudine... io corro perchè è la una e
mezza; alle due mi aspettano al Cova. Fatti annunciare.... mia moglie
non ti farà fare anticamera.--
E Leonardo, trasformato in volto dall'ottima idea che gli era venuta,
uscì guardandosi intorno per paura di incontrarsi colla sposa; quando fu
sul pianerottolo, si fregò le mani come uno scolaro e scese le scale a
precipizio.
III.
Missione diplomatica.
Il dottor Agenore aveva accettato il difficile incarico con un po' di
leggierezza. Ci pensava ora e diceva a sè stesso che se la discussione è
inutile, la persuasione è impossibile, salvo in certi casi di felice
rilassamento delle fibre. Finì con dirsi che po' poi non doveva fare un
predicozzo, nè un'orazione, ma un'ambasciata pura e semplice.
E si fece annunciare alla signora.
La signora lo ricevette nella sua camera da letto, in veste da mattina,
sdraiata sopra un divano, dandosi l'imperio e la disinvoltura
dell'indolenza.
--Buon giorno, dottore,--disse la prima,--come sta?
--Bene,--rispose Agenore senza scomporsi,--e quanto a lei, cara signora,
invece di domandarglielo me ne accerterò io stesso.--
Così dicendo, le si sedeva accanto e le pigliava il polso tra l'indice ed il
pollice.
--Un po' agitato, ma abbastanza regolare; ella è in grado di ascoltare
pacatamente quello che le devo dire.... Suo marito....
--Mio marito!... è dunque mandato da mio marito? E perchè non è
venuto egli stesso?
--Era aspettato al Cova.
--Ah!
--Il mio amico Leonardo è dolente di non essere compreso, è sicuro di
fare il suo dovere di buon marito, non sa darsi pace...--
Ernesta lo interruppe.
--E infine non sa che farsi di me....
--Non dice questo.
--Che cosa dice? Ha egli pensato, come ho pensato io, che questa vita è
intollerabile? E che ha risoluto?--
Il dottor Agenore si vide così sbalzato dall'esordio alla perorazione,
senza aver fatto un passo; prima di rispondere provò a puntellarsi.
--E ci ha ella proprio pensato? Ed è venuta per davvero alla conclusione
che questa vita è intollerabile? Ed è certa di non aver avuto
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