Amore bendato | Page 8

Salvatore Farina
un po' di
febbre, una momentanea irritazione nervosa? Perchè, cara signora, noi
siamo povere creature avviluppate in una rete di nervi, mal difese da
un'epidermide impressionabilissima, e anche quando i tessuti muscolare
e connettivo sono sparsi coll'eguaglianza che fa le donne leggiadre
come lei ed i temperamenti felici, non si sa mai quello che accade nei
vasi; il sangue, la linfa, gli umori sono altrettanti nemici che noi
alimentiamo, e quando ci pare di essere persuasi d'una cosa, siamo

esposti a pentirci un'ora dopo.
--Nelle cose del raziocinio può essere, ma il cuore non si inganna mai.
--Il cuore! Ah! non mi parli del cuore, cara signora; bisogna averlo
visto il cuore! È il più fallace di tutti gli organi. Quando io guardo un
oggetto e lo trovo bello....--
Il dottore Agenore guardava l'epidermide vellutata della faccia di
Ernesta.
--.... Allora sono press'a poco sicuro di non fare un giudizio falso; posso
sbagliare, ma è difficile, è difficile.... così quando scevero una stonatura
in un concerto, così quando mi fido al tatto--piccole imprudenze quasi
sempre innocue--ma se entro a far funzionare il cervello od il cuore,
non ne imbrocco una giusta, parola d'onore! Dieci anni sono io era
spiritualista, credevo a tutte le verità che insegna la madre Chiesa,
perchè le dovevo credere; le credevo senza intenderle, come consiglia
la Dottrina, e ne ero persuaso; oggi che la scienza mi ha aperto gli occhi,
non ho più la fede, e mi sono fatto un'opinione ferma che allora fossi un
grande.... Devo dire la parola?
--Dica.
--Un grand'imbecille... Allora ed oggi io era persuaso, e pure allora od
oggi, secondo le idee volgari, avevo torto; invece ho sempre avuto
ragione, perchè la ragione od il torto sono parole. I fatti eccoli, e glieli
garantisco: l'equilibrio delle facoltà, i moti delle fibre, la temperatura
del sangue e degli umori.
--Diceva dunque che mio marito?....--interruppe Ernesta
abbandonandosi sul divano.
--Il mio amico Leonardo ama la sua libertà (è fatto così), ama pure sua
moglie, ma più la libertà (non ci può nulla); vorrebbe accontentarle
tutte e due.... potendo.
--E non potendo?

--Non potendo, egli viaggierà spesso e la signora passerà alcuni mesi in
campagna; così sarà liberata dalla vista odiosa del marito.... (parole
testuali) se però le accomoda.
--Mi accomoda,--disse Ernesta balzando in piedi e suonando il
campanello.
--Che fa ora?--chiese il dottore rizzandosi,--non si ecciti così; ella tanto
giovane, tanto bella, tanto spiritosa! Ah! È un peccataccio nero farla
andare in collera! Il mio amico Leonardo non ha senso comune....
--Non m'importa di lui,--disse Ernesta, ed aggiunse volgendosi ad
Olimpia accorsa alla chiamata:--Prepara subito le mie valigie, parto
oggi stesso....--
La cameriera fece cenno di sì, guardò il dottore e se n'andò; Agenore,
pigliando per mano la bella adirata, la trasse con lieve violenza sul
divano e cominciò colla sua voce carezzevole:--Povera creatura!
Povera creatura! Quante doti inapprezzate ed inapprezzabili, quanta
bellezza, quanto sentimento, quanta bontà! Tutte le più felici
emanazioni d'un organismo eletto! Il tanto da far beato un misantropo!
E codesto Leonardo!....
--Che ne importa a me di Leonardo!--ripetè la bella con accento che
invano voleva parer duro;--questo mondo è vasto, ci posso vivere anche
senza Leonardo, ci vivrò, e sarò felice, perchè alla fine....
--Perchè alla fine,--proseguì il dottor Agenore accalorandosi, alla fine
la vita è breve, e la gioventù fugge, e la bellezza svanisce, e i fluidi
perdono la loro elasticità, e quella febbre simpatica che piglia in una
volta due esseri....--
Il dottore non ebbe tempo di dare il suo nome volgare alla febbre
simpatica che piglia in una volta due esseri, perchè Ernesta, obbedendo
ad un impeto irresistibile, proruppe in lagrime e nascose la faccia fra le
mani.
Non si era mai aperto un orizzonte così ampio agli occhi del medico

materialista, il quale ebbe le vertigini, fece un sogno audace, ed
approfittando della licenza che gli dava la sua veste dottorale, prodigò
un mondo di carezze poco scientifiche alla bella donna. Forse per la
prima volta in vita sua egli si accorgeva del fascino sintetico che emana
da una creatura di genere femminino. E si trovava senza avvedersene a
vagheggiare le forme leggiadre di quel corpo che aveva le seduzioni
della bellezza, della grazia, dell'abbandono e del frutto proibito.
Bisogna dire che i filosofi materialisti non siano corazzati meglio degli
altri e che il conoscere gli elementi, di cui si compone una corbelleria,
non renda molto più forti nel resistere alla tentazione di commetterla. I
nervi del dottor Agenore ne stavano appunto commettendo una, e il
cervello, coll'aria di volersene stare in disparte, se ne faceva l'istigatore
ed il complice.
Si indovinano le fantasie di quell'uomo così poco fantastico; egli
vedeva una bella donna sul punto di separarsi da un marito indegno,
l'accompagnava nella solitudine, spiava gli occulti moti del suo cuore e
ne scandagliava il vuoto.... si
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