Vecchie Storie | Page 4

Emilio de Marchi
stampato in molti magazzini letterari con qualche variante, come si fa coi grandi poemi epici.

UN REGALO ALLA SPOSA.
Gaspare Carpigna aveva fatto i suoi molti denari in ogni maniera, coll'industria, coll'usura, coll'inganno. Ma una volta fatti non vi era uomo pi�� galantuomo di lui e ben disposto a godere onestamente dei beni di questa vita. Invecchiando si era dato anche alla piet��, e faceva recitare molte messe da morto, invitando il prete a far colazione nella sua bella casa di Macagno, dove aveva giurato di passare i suoi ultimi giorni in santa pace.
Stava per maritare anche la figliuola a un ricco possidente di Novara, un bel partito per la figlia d'un carbonaio all'ingrosso; e siccome il cuore di Gaspare Carpigna non era chiuso ai soavi affetti della famiglia, e per la sua Isolina egli sentiva una tenerezza singolare, cos�� si pu�� pensare se a quel matrimonio egli si preparasse con allegria, con compiacenza, con un fervore insolito che lo ringiovaniva.
Gi�� i preparativi erano fatti, fatte le pubblicazioni; lo sposo aveva gi�� regalato un bello astuccio di brillanti e le parenti lontane chi un vaso di cristallo, chi un ventaglio di madreperla, chi un braccialetto, ecc. Isolina, assistita da una sua zia materna, poich�� la mamma era morta da un pezzo, attendeva il gran giorno con estasi. Lo sposo era bello, ricco, simpatico.
La vecchia casa detta del Zoccolino, che il Carpigna aveva acquistata per il fallimento d'un suo socio, rimessa a nuovo e rinfrescata in tutte le parti, non pareva pi�� quel lurido filatoio di una volta, dove il povero Battistino Dell'Oro, fallito, rovinato, rosicchiato dai debiti, si era impiccato per la disperazione a un gancio del portone. Si diceva sommessamente che il Carpigna avesse aiutato una mano a rovinarlo e che la messa ch'egli faceva dire ogni 23 d�� settembre avesse lo scopo di versare un secchio d'acqua sopra una pover'anima del purgatorio, se c'era bisogno. Ma eran cose vecchie di trent'anni fa, forse anche di pi��. Scomparso il filatoio, al suo posto sorse una bella casa bianca col portone di cotto, colle persiane verdi, col giardino degradante a scalinate verso il lago, il Zoccolino insomma, come pu�� vedere ancora chi naviga verso Macagno sul lago Maggiore.
Il giardiniere aveva addobbato il giardino a bandiere e a palloncini cinesi, e la notte prima del sacramento fu un continuo sparo di mortaretti e un gran suonare di chitarre nelle barche illuminate.
Quelli dell'altra riva del lago, vedendo quei fuochi, dimandavano:
--Che cosa c'�� al Zoccolino?
--�� il Carpigna che marita la figliuola.
--Sposer�� qualche altro ladro usuraio.
--Quando uno �� ricco, c'�� sempre chi dice che ha rubato.
--Volete sentirla, voi che parlate cos��?
Questi discorsi erano fatti da un gruppo di pescatori, che stavano fumando la pipa innanzi all'osteria di Cannero, sull'altra riva. C'era dunque il lago di mezzo e tanto largo che vi potevano affogare tutte le verit�� della nostra santa religione.
--Sentiamola, poich�� la sapete.
--Quel povero Battistino io l'ho conosciuto. Gli portavo la legna ogni settimana e so che gli affari non gli andavan male anche con quattro figliuoli. L'uno fa oggi il contrabbandiere colla Svizzera, una vita da ladri, sapete, e dice che un giorno o l'altro metter�� lui la dinamite al Zoccolino. Fu lui che gli tocc�� staccare suo padre dal portone quella mattina, ed �� un fegato sano che non ha paura del buio.
--Che cosa c'entra il Carpigna che ha sempre negoziato di carbone?
--C'entra che Battistino gli aveva prestato sessantamila lire, sulla parola e che il Carpigna neg�� di averle ricevute mai. Ecco come c'entra.
--Fu una bestia a fidarsi.
--L'aveva tenuto a battesimo, pareva un santo a vederlo in chiesa, quando pregava la croce sull'altare.
--Son peggio degli altri.
--Quello fu il principio della sua fortuna.
Dall'altra parte del lago si gridava invece: Viva la sposa! viva gli sposi! viva il signor Gaspare!--C'erano trenta o quaranta persone, tra invitati, parenti, barcaiuoli e persone di servizio. Nel salone di mezzo a pianterreno, aperto sul giardino, la tavola preparata per la baldoria luccicava di bicchieri, di trionfi di vetro, di confetti, senza dir nulla delle torte, dei marzapani, delle gelatine, che avevano fatto venire da Locarno. Sopra una scans��a presso il muro una batteria di bottiglie dal collo d'argento aspettava il momento di scendere in battaglia. Dal giardino ogni soffio pi�� vivo del vento portava dentro un profumo acuto di limoni misto al profumo caldo delle vaniglie e dei gelsomini.
Isolina, bella, allegra, saltellava come una gattina nella sua innocente giovinezza, finch�� tutti sedettero a tavola e fu stappata la prima bottiglia di vin bianco d'Asti, che inond�� della sua spuma d'argento l'abitino della sposa.
--Viva la sposa, viva l'allegria!
--Viva il signor Gaspare, padre fortunato.
--A rivederci al battesimo.
Gaspare Carpigna provava nel cuore la dolcezza malinconica del padre che vede la figliuola spiccare il volo dal nido, ma sa che va ad essere felice. Isolina era per quell'uomo taciturno e mezzo selvatico, l'unico ideale
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