Una notte fatale | Page 8

R.A. Porati
le loro labbra.
--E bisogner�� risolversi a questa gita, proruppe Sampieri, non ci sono vie di mezzo, sono stanco io di sopportare pi�� oltre questi ardori veementi, questi desideri di fuoco che mi tormentano giorno e notte e che mi fanno imbecillire. Figurati, stassera le parola d'una donna mi spaventarono, mi ammutolirono confuso.
--Forse una gran dama?
--Bah, una semplice femminetta.
--�� la sartina, pens�� Marco.--Ch'ella ama forse?
--Che io amo da impazzire, esclam�� il conte; oh ma dev'essere mia ad ogni costo. Senti Marco io ti ho sempre tenuto in conto d'uomo destro e coraggioso, di uomo che tutto pu�� ci�� che vuole, ora tocca a te non mentirmi.
--Eccomi qu�� tutto orecchi, signor conte, parli pure liberamente e pi�� l'avventura �� arrischiata pi�� mi ci metto con gusto. Era appunto un po' di tempo che mi lasciava in riposo ed io non son nato per dormire tutto il giorno in un'anticamera, io; mi piace la vita attiva, nei pericoli, nell'imprese azzardose, fra nemici, fra le risse, in mezzo ai pugnali, l�� perdio �� il mio posto. Un misfatto pi�� o meno non �� quello oramai che mi manda all'inferno lo stesso.
--Bravo Marco ed a cosa finita tu sai ch'io non sono spilorcio. Dammi ascolto adunque. Son circa quindici giorni ch'io tento invano d'affezionarmi una fanciulla che incontrai per la prima volta nella via di San Paolo.
--Lo so, disse Marco.
--In che modo? gli chiese il conte sorridendo.
--Una sera lo vidi passeggiare a piccoli passi davanti ad un certo magazzeno di mode. In quel mentre vi usciva schiamazzando una turba di giovinette e senza aver l'intenzione di spiarlo lo sorpresi nell'atto d'offrire il braccio alla pi�� bella, alla pi�� degna di lei.
--Ebbene, riprese Sampieri, son quindici giorni ch'io l'avvicino ma che getto il mio tempo inutilmente. Pi�� che ritrosa ell'�� ostinata e non sa d'altro parlarmi che di doveri, d'onore... che so io, pregiudizi da femminetta. Stassera mi disse chiaro e netto ch'io cessassi dall'inseguirla o che non si sarebbe pi�� mossa di casa. Ed io l'amo, sento di non poter vivere senza di lei... ma l'avr��, tu me ne sei mallevadore Marco, e guai s'io mal ripongo la mia fiducia. Ti do otto giorni; Sabato venturo mi reco a Magenta, ella ritorner�� dal magazzino a mezzanotte, due ore dopo voglio averla nelle mie braccia, m'intendi?
--Perfettamente, rispose Marco sottovoce e girando attorno gli occhi sospettoso come tutti coloro che tramano un delitto; a mezzanotte quella via �� affatto deserta, muta, e tenebrosa; io faccio appostare una carrozza e mi ci acquatto dentro; Tonio e Piero attendono la bella al varco, ella giunge ed in men che non lo pensa con la bocca imbavagliata l'accomodo in vettura e le uso la cortesia di condurla in campagna. Oh, �� un affare semplicissimo e non dev'essere il primo ch'io conduco a buon fine... se non isbaglio.
--�� vero.
--Ed ai parenti mo', ci ha ella pensato?
--�� sola con suo padre; questi �� vecchio e povero ci chiuderemo la bocca con una manciata d'oro. D'altronde non lo vogliamo privare per sempre della sua cara figliuola. Gli dirai che stanca dal lavoro ha voluto recarsi un po' a diporto, che si trova in un luogo ove non le manca nulla, che vive da signora e che fa conto anzi d'inviargli settimanalmente il frutto de' suoi risparmi che sorpasser�� al certo i tenui guadagni del magazzeno. Anche questo �� affar tuo, penserai ad accomodarla col vecchio a quei patti ch'egli vuole. Sopra tutto non profferire il mio nome, ne indicare il mio castello.
--Eh, sono una volpe vecchia io, ed ho un'abilit�� speciale nel piantar carote in terreno altrui. Ma--qu�� Marco abbass�� ancora pi�� la voce--e se il padre s'incaponisse e mi mettesse di mezzo la polizia? Capir�� bene una fanciulla sparita merita che se ne occupi e questi demoni di tedeschi, che ci venga a tutti il malanno, hanno le braccia lunghe, saprebbero scoprire l'ovile ove sta rinchiusa la pecorella. E lei deve ancora il saldo di certe vecchie partite...
--La polizia tedesca, Marco, io la sfido; d'altronde ella �� pi�� venale d'una femmina da partito e sebbene abbi dei motivi di odiare la mia famiglia, odio che in fin dei conti mi fa molto onore, sono ricco abbastanza per comperare i di lei favori. Ci�� non toglie che tu debba comporla amichevolmente col vecchio.
--Far�� del mio meglio. Ora a lei a farmi conoscere la fanciulla.
--Ecco, rispose il conte un po' imbarazzato, il suo vero nome l'ignoro, vien chiamata da tutti biondina ed abita sul corso di Porta Nuova. Suo padre �� il portinaio di quel bel palazzo vicino ai portoni... dopo la bettola all'insegna dell'Aquila.
--Che! proruppe Marco, ha detto la biondina di Porta Nuova? Oh guardi la combinazione!
--La conosci forse, rispondi, sai qualche cosa sul di lei conto?
--Altro che sapere, nientemeno che stiamo per cogliere due piccioni ad una fava.
--Non t'intendo, suvvia spiegati, disse
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