suoi turbini.
Adorava sua madre per un forte bisogno d'essere amato, divideva seco lei le sue gioje, versava sul di lei seno le sue lagrime--non volendo conoscere altri piaceri che quelli dello studio, altre affezioni che quelle pure, ineffabili della famiglia.
Alberto invece era l'antitesi del fratello.
D'animo virile, di natura energica, inquieta, attiva, possedeva tali qualit�� che ben regolate l'avrebbero fatto degno del nome di suo padre, ma che invece il mal'esempio di cattivi compagni le guast��.
Trascurava gli studi per la ginnastica, la scherma ed il cavallo e crescendo di forze crescevano in lui i germi della corruzione.
Troppo debole era il freno che poteva imporgli la madre perch�� egli non lo rompesse e si facesse arbitro delle sue azioni.
Passarono otto anni.
La vedova contessa Sampieri affranta dalle infermit�� d'una costituzione viziosa rendeva santamente l'anima a Dio.
Renato ne pianse la perdita ed allorquando il tempo ebbogli guarito il lutto del cuore, seguendo le proprie inclinazioni s'un�� in matrimonio con una giovinetta di nobile casato milanese e stabilissi nella casa de' suoi parenti.
Alberto invece divenuto coll'et�� superbo e malvagio chiese al fratello la parte spettantegli dell'asse paterno e ricco di vari milioni ritirossi in un palazzotto sul corso di Porta Tosa* ove circondato da servi corrotti menava una vita dissoluta e libertina rotto ad ogni eccesso, ad ogni turpe nefandit��.
* Ora Porta Vittoria.
CAPITOLO III.
Ahi, misero! t'han guasto e scolorito Lascivia, ambizion, ira ed orgoglio Che alla colpa ti fero il turpe invito! MONTI.
Siamo a Porta Tosa precisamente nel palazzo del giovine conte Alberto Sampieri.
�� quasi mezzanotte.
In un'ampia stanza che serve nel tempo istesso di anticamera e di sala d'arme stanno raccolti intorno ad un tavolino quattro uomini che con un mazzo di carte ed un fiasco di vino passano il loro tempo giuocando e bevendo allegramente.
Vestono tutti la livrea e dalla sua uniformit�� si comprende come appartengano ad un medesimo padrone.
Sono i quattro servi di casa Sampieri.
Se si dovesse giudicarli dal volto non si potrebbe al certo dar di loro un giudizio lusinghiero; sebben giovani ancora portano scolpite in fronte le traccie del vizio, del disonore, del delitto.
Il maggiore di essi, conta all'incirca trent'anni.
�� piccolo e robusto di corpo; una folta barba gli nasconde quasi tutto il volto, un volto da patibolo, due occhi neri pieni di malizia brillano sotto la fronte ampia, sede d'un ingegno svegliato al male e fecondo d'abominii.
Egli �� Marco, il servo di confidenza del conte Sampieri e siccome avvi una misteriosa simpatia che lega fra loro i buoni quanto gli uomini cattivi, cos�� Marco ama svisceratamente il suo padrone e n'�� da lui riamato.
Superbo di tale affezione, come avviene quasi sempre nei servi prediletti, Marco vorrebbe sollevarsi un gradino dal livello degli altri suoi compagni di servizio ed arrogarsi diritti e privilegi di padrone, ci�� che mal comportano questi; ma finiscono quasi sempre a chiudere un occhio visti gl'intimi accordi che esistono realmente fra Marco ed il conte.
Seduto dicontro a Marco e suo compagno di giuoco �� un giovinetto i cui stivali che gli arrivano sin oltre il ginocchio, il frustino che costantemente gira fra le dita ed il bonetto ad ala tesa che di tempo in tempo si calca in testa, lo fanno il vero tipo del cocchiere.
Franz �� inglese, e conoscendo mediocremente l'italiano, parla poco, sebbene di carattere allegro e sans souci.
Professa una specie di culto pei cavalli, �� felice allorquando impalato sul ricco palafreno guida per le spaziose vie di Milano i suoi puledri puro sangue, ed �� ancora pi�� lieto quando solo nella scuderia pu�� abbandonarsi con loro nell'idioma patrio in mille cordiali tenerezze.
Sono l'unico oggetto che gli rammentino la patria, e li ama come s'ama la patria.
Del resto, d'indole fredda come quasi tutti i suoi compaesani, Franz ha un'anima incapace al bene come pure al male; �� una di quelle creature la cui vita �� una landa sterile d'ogni utile germoglio, ma che non �� per anco sbattuta da turbinose tempeste.
Colla massima indifferenza canticchiando l'usato ritornello inglese, egli avrebbe condotto il suo padrone tanto ad una semplice passeggiata lungo il corso, quanto al ratto d'una vergine, tanto in chiesa che al lupanare; sordo ad ogni voce di coscienza, egli fa il suo mestiere; riprovevole apatia che pur troppo si riscontra sovente nel cuore dell'uomo.
Gli altri due, Tonio e Piero, giovani poco pi�� che ventenni e capaci d'ogni vilissima azione, trovano alloggio e nutrimento presso il conte Sampieri, servendolo in ogni suo delittuoso capriccio.
--Qu�� i bicchieri, vuotiamone un altro gotto, indi alla rivincita, disse Marco afferrando l'ampio fiasco che s'ergeva maestoso in mezzo alla tavola; animo, Franz, son due partite di seguito che perdiamo stassera; e che! ci lasceremo noi forse soperchiare da due sbarbatelli che mi farei ballare in sulle dita come il saltimbanco fa ballare le marionette? Franz, la nostra fortuna �� in fondo a questo fiasco; suvvia adunque, peschiamola colle labbra.
E portatosi il
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