penna è da monaco, tagliare colla spada da cavaliero: si vive collo usbergo maledetto, si muore coll'abito immacolato di qualche monistero. Insomma tanto e tanto: sicchè, quando dallo stanzone dell'armi uscì un feretro, e un altro, e un altro, all'ultimo messere Adalberto schiuse la portaccia colle sue mani stesse. Partì, per sempre suo padre, messer Brunone: ma venne dentro subito un ospite aspettato e vagheggiato: l'orgoglio del comandare! Adalberto se gli abbracciò siffattamente, che si trovò tolta la requie di giorno e il sonno di notte.
Il cavaliere, divenuto signore, sentì tutta la potenza del suo volere e s'ingagliardì tristamente ne' suoi disegni d'impero e di conquisto. Si trovò forte per un vastissimo patrimonio. Dal suo castello, sui monti di Saluzzo, poteva fino alle cime di Monviso spingere i segugi, inseguendo camozzi su terreni suoi: da oriente a Po se sorgevano torri di cavalieri, stavano a condizione di ubbidienza a lui; alzavano i pennoni degli avi a seconda della investitura dei feudi, a patto fastoso dell'omaggio, e a patto più valido di bei mucchi d'oro e di giornate d'armi. Su quello adunque che c'era non so chi osasse scuotere una lancia adorna di una banderuola di ribellione: a quei tempi le idee manco sottomesse di un valentuomo si pagavano a slogature di membra, a flagellazioni da ebrei, a carezze d'aguzzino: e dico poco; lascio le scuri, le forche, e i quattro cavalli per gli squartamenti.
Messer Adalberto fece atto da padrone, riconfermando i feudi e ricevendo con bieca superbia l'omaggio. Se non che, siccome da desiderio nasce cupidigia, comandare su quello che si ha è molto, poter comandare su quello che si vorrebbe avere è moltissimo: il cavaliero guardò le armi del padre sepolto, e disse:--Quello scudo egli adoperò quando mosse al castello di Baldo. Quel petto ebbe le falde smagliate dalla lancia di Aginaldo. Su questa sella messere passò vittorioso sui ponti dei nemici!
Guardò le sue armi: lucentissime nei giuochi di guerra e nel giorno della festa, quelle non erano da cavaliero: buone solo per chi avesse speroni d'argento. L'armatura che si sogna nelle cupide veglie dell'ambizione è quella ammaccata, schiodata, fatta nera dalla pece e dagli olii bollenti, quella che si sveste la sera dopo il combattimento furioso, esclamando:--Datela da riassettare alle mani del vinto!
Duri erano i tempi; e così avvenne di Adalberto, come di tutti. Ho detto: indole ruvida e attesa impaziente. Comandava: e, per vero dire, nessuna differenza metteva tra il ringhiare a un soggetto signore:--Messere, mi obbedirete!--e al suo cavallo:--Torci a diritta.--Sorrise alla sua spada:--Se vuoi fodero, cercala alla pelle di un mio nemico.--Acquetò gli scrupoli di suo fratello monaco:--Pensateci: voglio la mia eterna salvazione: pregate o vi faccio baciare una medaglia arroventata.--Voleva comandare: e sapeva che c'era una r?cca da cui non poteva passare, se non guardandosi alle terga, e nel fossato della quale giacevano con poco convenevole sepoltura, insaccati nelle ferraglie rose dal tempo, gli avanzi di un suo avo Adalberto, il quale v'era andato a conquisto e non a morte da stoccate traditore. Sapeva che c'era un altro castello in cui gemeva una donna! Per Adalberto non era amore, era furore!
Adalberto bandì a' suoi vassalli le giornate d'armi, poi si fece predire la ventura dall'astrologo, e perchè questi sapeva che nel suo mestiero bisognava vedere le stelle, come voleva il padrone, per non vederle da stare sul cavalletto della tortura, come voleva il tormentatore, gliela predisse buona, e così:--Egli è opinione degli astrologhi che quando l'animo dell'uomo è spinto al desiderio di sapere alcuna cosa in un subito, ciò nasca non da elezione o consiglio, ma dall'influsso della costellazione, che in quell'ora si ritrova nel cielo. E però se costui domanderà consiglio all'astrologo, esso potrà dirgli il vero della cosa che gli domanderà dalla figura del cielo fatta in quell'ora della interrogazione, cioè: se l'amico assente sia vivo o morto, se l'ambasciatore mandato ritornerà salvo, se ritroverà ovvero spedirà prosperamente la cosa per la quale egli è stato mandato, se il tempo sarà buono per seminare, tagliare legni per le fabbriche, acciocchè non siano mangiati dai tarli e corrotti dalla tarma, per cavare il sangue, per tagliare membri, per risanare, per prendere medicine, per fondare case, per menare moglie, per comperare, per vendere, per vestire nuovi vestimenti, per vendemmiare, per bere il vino in pace, per incominciare opera di alchimìa, per mettere putti a' maestri, per mutare luogo, per accingersi a viaggio per terra od acqua, per far compagnìa, per parlare con uomini di qualunque stato e dignità, per trattare negozii, per entrare nei bagni, per torre servi, per mandare messi, per andare a caccia nelle selve o nei fiumi. Vostra Celsitudine domanda se avrà vittoria nella intrapresa guerresca. Questa richiesta non nasce da elezione o consiglio, ma dall'influsso della costellazione che in quest'ora si ritrova nel cielo. Ho interrogato gli astri: ho interrogato
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