di foglie d'un color verde tenero; foglie di poco sbocciate dalle gemme. Di sotto il viale, dal suolo ricamato di ombre fantastiche e mobili, la gente camminava frettolosa e allietata dall'aria primaverile.
Giunsero presto su 'l corso di Porta Nuova, a la casa additata.
La giovine sarta a la quale era morto il fratello nella fabbrica ove lavorava, era in casa.
?Scala a destra, seconda corte, abbaino numero otto!--inform�� il portinaio, dal deschetto, non smettendo di battere il cuoio d'una suola di scarpa.
Attraversarono la prima corte; entrarono nella seconda. Lucia si mise per la prima nella scaletta ripida e scura; e su, su, su, seguita da Adele che cominciava a ansimare. A l'ultimo pianerottolo, infil�� un'altra scaletta serrata fra i muri, finch�� giunse nello stretto corridoio dove mettevano gli usci numerizzati degli abbaini.
In uno di questi, aperto, una vecchia si cullava su le ginocchia un bimbo in fasce, cantandogli il ninna nanna con voce roca.
Da un altro, insieme con un piagnucolare di fanciullo, veniva un odore tignoso di merluzzo fritto.
In un terzo, chiuso, si rideva vociando.
L'abbaino numero otto, era l'ultimo ed aveva l'uscio aperto sbarrato.
Lucia e Adele si arrestarono un momento su la soglia.
Seduta a un tavolino ingombro di matassine e rocchetti e cuscinetti per aghi e spilli e forbici e ritagli di stoffa, una giovine donna, baciata dal sole che pioveva un suo raggio dal finestrino, in alto, staccando una tinta d'oro dai suoi capelli biondi e copiosi, era intenta al lavoro.
Lev�� gli occhi cerchiati d'azzurro come Lucia chiese il permesso d'entrare; si alz�� premurosamente, stette in attesa di sapere il perch�� della visita.
Lucia si spieg��.
A le parole della signorina, il volto pallido e soave della giovine bionda, prese poco a poco un'espressione dura; la bocca le si atteggi�� a disdegnosa amarezza; gli occhi turchini si fecero torbidi.
Con i pugni serrati su 'l tavolino, il busto sporgente innanzi, aveva l'aria d'una creatura offesa, che si ribella a soprusi e prepotenze.
?L'hanno lasciato morire senza chiamarmi!...--sibil�� con accento cupo.
E soggiunse tosto in un gemito: ?Per i poveri non c'�� piet��!.. Oh il mio Cecchino! il mio Cecchino!
Con rapidit�� dolorosa, mut�� espressione; gli occhi le si empirono di lagrime; la bocca, quasi ancora infantile, trem�� nel pianto, e i singhiozzi le uscirono dal petto ansante, che ella comprimeva con le mani incrociate.
Pallida di sorpresa e di dolore, Lucia si fece presso a la povera giovine, e l'accarezz�� mormorandole parole di conforto.
Il suo povero fratellino ella l'aveva visto morire, n�� gli erano mancate le cure pi�� affettuose. Non si era potuto mandar a chiamare lei, per la ragione che, certo, non si sapeva quale e dove fosse la famiglia del poveretto; ed anche, forse, perch�� la disgrazia era stata troppo repentina. E lei, poverina, certe brutte cose non le doveva pensare, non le doveva dire!
La giovine scrollava la testa non smettendo di piangere. Ah non doveva pensarle, non doveva dirle certe cose?... La signorina parlava a quel modo perch�� ella non sapeva nulla della vita grama!... Lei, a vent'anni, ne aveva gi�� passate tante!... La ricca casa commerciale ove il suo povero padre aveva lavorato per tanti anni, onestamente, quando egli moriva, aveva pensato a' suoi figliuoli, orfani e poveri?...
Lei faceva l'ultimo anno a la Scuola Normale quando suo padre moriva; e suo fratello andava alle tecniche.
La miseria aveva obbligato l'una e l'altro a troncare gli studi per il pane. Ella si diede al mestiere della sarta per far presto a guadagnare e il fratellino entr�� nella fabbrica maledetta dove doveva morire!...
Lavorando tutti due, non sempre riuscivano a sfamarsi, a pagare a tempo l'affitto dell'abbaino. E..... e.....
Parlando le si erano essiccate le lagrime; non le restava che un ansimare faticoso e un triste lampo negli occhi, che fisava in volto a Lucia.
?Quando si ha fame e non si vuol veder penare una persona cara--continu�� stillando le parole--quando si ha fame e non si vuol morire n�� rubare, sa lei su che via si mette una ragazza giovine e non brutta?.... Lo sa?... Lo sa?
Adele prese per una mano Lucia. La voleva condur via, adesso che capiva. Le scottava la terra di sotto i piedi; le pareva impossibile che la padroncina non prendesse l'uscio, non precipitasse in fuga gi�� dalle scale.
Ma Lucia non aveva nessuna intenzione di prendere l'uscio n�� di precipitare gi�� dalle scale. Guardava in vece con profonda piet�� la giovine che aveva finito per chinare il capo su 'l petto, arrossendo fino al collo.
Poi fattosele presso, le stese la mano che la giovine non prese, accennando di no con la testa.
?Perch��?... perch��?--disse Lucia con voce un po' tremante--siete in collera con me, che non vi ho fatto nulla di male, che anzi vorrei farvi del bene?
No; non era certo la collera che faceva agire cos�� la povera fanciulla. Lucia lo cap�� dallo sguardo umido che ella le lev�� in volto. Era tutt'altro che collera;
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