Rime di Argia Sbolenfi | Page 5

Argia Sbolenfi
_Bevete il Ferro-china Bisleri_! Bevetelo e lasciate in pace queste figurine di uomini senza polpe e di donnine che vedon bianco. Non ci sono solo angoli al mondo; ci sono anche le curve.
è certo che lo studio e la riproduzione del mondo esterno come è, costano più fatica che non l'operare secondo una formola od una maniera. Non è così difficile il buttar giù una di queste faccine insipide e di madreperla, come il mettere il sangue e la vita in un viso di carne sana come fecero il Correggio e il Tiziano; e sia. Ma perchè mascherare l'impotenza colle teorie e tornare indietro e non confessare piuttosto che manca la forza per andare avanti? Ah no, mangiate carne o ricorrete magari a tutti i ricostituenti, a tutti gli intrugli farmaceutici più corroborativi, ma non dipingete più fantasime e burattini!
E come sono noiose le sciarade del simbolismo! Pensare che ci sono dei superuomini che invidiano gli allori di Oscar Wilde; pensare che tutto questo è un regresso, un ritorno al Medio Evo, proprio quando sta per cominciare il secolo ventesimo! Ma dunque sarà proprio vero che l'intero genere umano sia malato di nervi, poichè in tutti questi libri non si trovano che squilibrati e mattoidi? Non ci sono più donne sane in terra che da ogni pagina vaporano le aure dell'isterismo? è possibile che non si trovi più un cuore buono, un cervello?equilibrato, un utero normale? L'epilessia e l'allucinazione sono dunque la regola e la sanità l'eccezione?
Se i disturbi dell'innervazione sono così generali, come sembra a questa letteratura psicopatica, non sarebbe egli più utile?raccomandare ai sofferenti, non la morfina, ma le docciature e la bicicletta? Se l'esaurimento nervoso è il male che affligge la presenti generazioni, non sarebbe meglio leggere l'Ariosto all'aria aperta, piuttosto che inghiottire l'Ibsen nell'afa del teatro? Ma no; l'Ariosto non è più di moda e l'aria aperta sciupa il candore della pelle clorotica; e così sia!
Anche la signorina Sbolenfi è isterica, e come! Ma essa sorride della propria imperfezione e la mette in caricatura, per finire il volume, se non perfettamente risanata, almeno convalescente. E di questo ritorno a lodarla, perchè è troppo facile, in tempi di contagio, ammalare come il prossimo.
? * *
Ed ora che ho detto il bene e il male, depongo volentieri, anzi con gioia, la penna che non avrei preso in mano se una promessa non mi ci avesse costretto. Abbandono il libro al disprezzo dei virtuosi ed alle risate di quegli altri, lieto, in quanto a me, di aver imparato questo; che non bisogna prometter mai prefazioni e tanto meno farne.
L. STECCHETTI
A
PIETRO SBOLENFI

LA FIGLIA
ARGIA

RICONOSCENTE

OFFRE
DEDICA
CONSACRA
LIBRO PRIMO
LE CRETINE
SI DESCRIVE UN VAGO DESIO![*]
Condannata da l'empio destino?a l'iniquo mestier della cuoca,?io compongo vicino alla fuoca[1]?i miei deboli versi d'amor,?e l'imago d'un giovin divino?m'apparisce a gli sguardi incantati;?sento l'orma de i passi adorati?echeggiarmi ne l'vergine cor!
Quant'è bello il diletto garzone?cui le grazie fan lungo corteo!?Rassomiglia a Giulietta e Romeo?che la penna de l' Tasso cantò!?E' robusto sì come Sansone,?è più forte di Tirsi e d'Orlando,?e se snuda il durissimo brando?qual mal donna resister ci può?
Vieni meco, mio energico amico,?ch'io ti stringa in un morbido amplesso!?Tu sei bello, sei forte, sei desso,?il marito che innanzi mi sta!?Ma chi rompe l'imene pudico,?ma chi turba il mio sogno fremente??E' mio padre che grida furente:??La brasàdla la pòzza e d' strinà!?[2]
(_Pensata nella domestica cucina?e scritta ivi il giorno dopo_)
[*] Questo fu il primo parto della nostra Poetessa e le mende storiche e mitologiche ne accusano l'inesperienza.
[1]: Focolare, Dialetto bolognese.
[2] "La costoletta puzza di bruciato", Dial. bol.
LA BALLATA DEL RE MORO
Tra le palme del deserto?C'è
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