Poesie scelte | Page 4

Silvio Pellico
mi celo? Oh terra, apriti,
cela
La mia vergogna!
GUIDO.
Parla; il ciel t'ispira.
Abbi fiducia. Il fingere è supplizio
Per te...
FRANCESCA.
Dovere è il fingere, dovere
Il tacer, colpa il dimandar conforto;

Colpa il narrar sì reo delitto a un padre,
Che il miglior degli sposi alla
sua figlia
Diede... e felice non la fe'!
GUIDO.
Me lasso!
Il carnefice tuo dunque son io?
FRANCESCA.
Oh buon padre! nol sei...--Vacillar sento
La mia debol

virtù.--Tremendo sforzo,
Ma necessario! Salvami, sostienmi!
Lunga
battaglia fin ad ora io vinsi;
Ma questi di mia vita ultimi giorni

Tremarmi fanno... Aita, o padre, ond'io
Santamente li chiuda.--Ah, sì!
Lanciotto
Ben sospettò, ma rea non son! fedele
Moglie a lui son,
fedel moglie esser chieggo!..--
Padre... sudar la tua fronte vegg'io...

Da me torci gli sguardi... inorridisci...
GUIDO.
Nulla, figlia, raccontami...
FRANCESCA.
Ti manca
Lo spirto. Oh ciel!
GUIDO.
Nulla, mia figlia.--Un breve
Disordin qui... qui nella mente...--Ah,
dolce
A vecchio padre è l'appoggiar le inferme
Membra su figli non
ingrati!
FRANCESCA.
Oh, è vero!
Giusta è la tua rampogna; ingrata figlia,
Ingrata io son:
puniscimi.
GUIDO.
--Qual empio
Di sacrilega fiamma il cor t'accese?
FRANCESCA.
Empio ei non è, non sa, non sa ch'io l'amo;
Egli non m'ama.
GUIDO.
Ov'è? Per rivederlo
Forse a Ravenna ritornar volevi?

FRANCESCA.
Per fuggirlo, mio padre!
GUIDO.
Ov'è colui?
Rispondi; ov'è?
FRANCESCA.
Pietà mi promettesti;
Non adirarti. È in Rimini...
GUIDO.
--Chi giunge!
SCENA II.
LANCIOTTO E DETTI.
LANCIOTTO.
Turbati siete?... Eri placata or dianzi.
GUIDO.
Diman, Francesca, partirem.
LANCIOTTO.
Che dici?
GUIDO.
Francesca il vuol.
FRANCESCA.
Padre!

GUIDO.
Oseresti?...
(Parte guardandola minacciosamente.)
SCENA III.
LANCIOTTO E FRANCESCA.
FRANCESCA.
Ahi, crudo
Più di tutti è mio padre!
LANCIOTTO.
Abbandonarmi
Più non volevi; io ti credea commossa
Dal dolor
mio. Per fuggir Paolo, d'uopo
Che tu parta non è; partir vuol egli.
FRANCESCA.
Partir?
LANCIOTTO.
Funesta gli parria la vita
Ne' suoi penati, ove abborrito ei fosse.
FRANCESCA.
Tanto gl'incresce?
LANCIOTTO.
Invan distornel volli;
Di ripartir fe' giuramento.
FRANCESCA.
Ei molto
Te ama...

LANCIOTTO.
Soave e generoso ha il core.
Debole amor (pari m'è in ciò) non sente...

E pari a me, d'amor vittima ei vive!
FRANCESCA.
D'amor vittima?
LANCIOTTO.
Sì. Non reggerebbe
Il tuo medesmo cuor, se tu l'udissi...
FRANCESCA.
Or perchè viene a queste piagge adunque?
Cred'ei che m'abbia alcun
altro fratello
Onde rapirmel?... Per mio solo danno,
Certo, ei qui
venne.
LANCIOTTO.
Ingiusta donna! Ei prega,
Pria di partir, che un sol istante l'oda,
Che
un solo istante tu lo veggia.--Ah, pensa
Ch'ei t'è cognato; che novelli
imprende
Lunghi viaggi; che più forse mai
Nol rivedrem! Religion
ti parli.
Se un nemico avess'io, che l'oceàno
In procinto a varcar, la
destra in pria
A porgermi venisse... io quella destra
Con tenerezza
stringerei, sì dolce
È il perdonar.
FRANCESCA.
Deh, cessa!.. Oh mia vergogna!
LANCIOTTO.
Chi sa, direi, se quel vasto oceàno,
Fin che viviam, frapposto ognor
non fia
Tra quel mortale e me? Sol dopo morte,
In cielo... E tutti noi
là ci vedremo...
Là non potremo esser divisi. Oh donna,
Il fratello

abborrir là non potrai!
FRANCESCA.
Sposo, deh, sappi... Ah, mi perdona!
LANCIOTTO.
Vieni,
Fratello!
FRANCESCA.
Oh Dio!
(Si getta nelle braccia di Lanciotto.)
SCENA IV.
PAOLO E DETTI.
PAOLO.
--Francesca!... eccola... dessa!
LANCIOTTO.
Paolo, t'avanza.
PAOLO.
E che dirò?--Tu dessa?--
Ma s'ella niega di vedermi, udirmi

Consentirà? Meglio è ch'io parta, in odio
Le sarò men.--Fratel, dille
che al suo
Odio perdono, e che nol merto. Un caro
German le uccisi;
io nol volea. Feroce
Ei che perdenti avea le schiere, ei stesso

S'avventò sul mio brando; io di mia vita
Salvo a costo l'avria.--
FRANCESCA.

(_Sempre abbracciata al marito, senza
osar di levar la faccia._)
--Sposo, è partito?
Partito è Paolo?.. Alcuno odo che piange;
Chi è?
PAOLO.
Francesca io piango; io de' mortali
Sono il più sventurato! Anche la
pace
De' lari miei non m'è concessa. Il core
Assai non era lacerato?
assai
Non era il perder... l'adorata donna?
Anche il fratello, anche la
patria io perdo!
FRANCESCA.
Cagion mai non sarò ch'un fratel l'altro
Debba fuggir. Partir vogl'io;
tu resta,
Uopo ha Lanciotto d'un amico.
PAOLO.
Oh! l'ami?...
A ragion l'ami. Io pur l'amo... E pugnando
In remote
contrade... e quando i vinti
E le spose e le vergini io salvava
Dal
furor delle mie turbe vincenti,
E d'ogni parte m'acclamavan tutti

Fortissimo guerrier, ma guerrier pio...
Dolce memoria del fratello
amato
Mi ricorreva, e mi parea che un giorno
Mi rivedrebbe con
gentile orgoglio...
E tutta Italia e sue leggiadre donne
Avrian
proferto amabilmente il nome
Dell'incolpabil cavaliero.--Ah, infausti

M'erano que' trionfi! il valor mio
Infausto m'era!
FRANCESCA.
Dunque tu in remote
Contrade combattendo... ai vinti usavi
Spesso
pietà? Le vergini e le spose
Salvavi? Là colei forse vedesti
Che
nell'anima tua regna.--Che parlo?
Oh insana.--Vanne. Io t'odio, sì!
PAOLO.
(Risolutamente.)

Lanciotto,
Addio.--Francesca!...
FRANCESCA.
(_Udendo ch'egli parte, gli getta involontariamente
uno sguardo._)
PAOLO.
(_Vorrebbe parlare; è in una convulsione
terribile, e temendo di
tradirsi fugge._)
LANCIOTTO.
Paolo: deh, ti ferma!
SCENA V.
LANCIOTTO E FRANCESCA.
FRANCESCA.
Paolo... Misera me!
LANCIOTTO.
Pietà di lui
Senti, barbara, o fingi? A che ti stempri
In lagrime or, se
noi tutti infelici
Render vuoi tu? Favella; io ragion chieggo
De' tuoi
strani pensieri; alfin son stanco
Di sofferirli.
FRANCESCA.
E sono pure io stanca
Di tue ingiuste rampogne; ed avrò pace
Sol
quando fia ch'io più non veggia... il mondo!
FINE DELL'ATTO SECONDO.
ATTO TERZO.

SCENA PRIMA.
PAOLO.
Vederla... sì, l'ultima volta. Amore
Mi fa
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