alle rotaie, ballando e saltando dalla gioia.
E allora la sua mamma, tutta agitata, usciva a prenderla fra le braccia e
le dava tante busse da farla strillare.
--Non devi andar sulla strada quando viene il treno, hai capito?--le
diceva.
Ma Pierina non capiva nulla, soltanto sapeva che quando andava sulla
strada per far festa al vapore, prendeva le busse che le facevano male, e
un po' alla volta perdette l'abitudine d'andarci, e si contentò di salutare
il treno dalla finestra o dalla corte, davanti alla casa.
Fattasi più grandicella, incominciò a frequentare la scuola del villaggio,
e tutte le mattine quando vi si recava, sentiva nelle orecchie la voce
della mamma che le diceva:
--Ricordati, prendi il sentiero della montagna, non passare lungo le
rotaie.
--Oh mamma, non sono più una bimba,--rispondeva,--e non c'è pericolo
che vada sotto al treno.
--In ogni modo sono più tranquilla se prendi l'altra strada; qualche volta
ritornando colle amiche, chiacchierando, non si sa mai, una disgrazia è
presto venuta, e noi siamo tanto abituati al rumore del treno che ci può
venir addosso senza che ce ne accorgiamo.
Ormai Pierina era una cantoniera perfetta, e spesso quando i suoi
genitori erano occupati, andava lei stessa, all'ora che passava il treno, a
fare i segnali.
Il padre l'aveva istruita bene, perchè potesse far le sue veci e lo aiutasse,
tanto più che la mamma doveva occuparsi d'un altro bimbo ancora in
fasce e non poteva muoversi di casa. Il cantoniere prima che passassero
i treni, percorreva la strada affidata alla sua custodia, poi dava
un'occhiata ad un ponte sospeso sopra un precipizio, per vedere se non
ci fosse alcun guasto, specialmente dopo qualche temporale, e quando
aveva veduto che tutto era in ordine si metteva al suo posto, e tenendo
in mano la bandieruola verde indicava al treno che poteva proseguire;
se la via era ingombra prendeva invece la bandiera rossa e lo faceva
arrestare.
Pierina lo aveva accompagnato spesso, era stata attenta e aveva subito
imparato ogni cosa, tanto che tutta felice di poter rendersi utile, diceva
spesso al babbo:
--Se hai da fare, va pure, penserò io al passaggio dei treni.
--E posso fidarmi?--le diceva,--non dimenticherai l'orario?
--Non c'è pericolo, poi la mamma me lo rammenterebbe.
Pierina era tanto attenta e diligente che di lei potevano proprio fidarsi,
anzi essa era al suo posto sempre dieci minuti prima del passaggio del
treno col segnale in mano, colla sua faccia sorridente e i riccioli biondi
agitati dal vento e indorati dal sole.
I conduttori e i macchinisti dei treni che percorrevano quella via,
conoscevano già la Pierina, e quando s'avvicinavano alla casa
cantoniera numero 6, pensavano che forse avrebbero veduto la
biondina che faceva loro l'effetto d'una bella apparizione. Qualche volta
la salutavano con un cenno, ma essa era sempre là ferma e seria, tutta
compresa del suo ufficio.
E vi fu un periodo di tempo che vedevano sempre la biondina e di
giorno e di sera, là in vista col segnale in mano, e si potea dire che la
guardia della strada era unicamente affidata a lei.
Ciò avvenne perchè suo padre, una notte avendo dovuto aspettare il
treno in ritardo, mentre nevicava, s'era presa una polmonite, e avea
dovuto starsene a letto, mentre la mamma dovea stare ad assisterlo.
Il male avea fatto progressi, e il medico diceva che non c'era più
speranza.
La Pierina non sorrideva più, avea il cuore grosso e le lagrime agli
occhi, ma non dimenticava l'ora del passaggio dei treni, sapeva che i
suoi genitori non avevano più testa, e doveva pensarci lei.
Ed anche il giorno che il babbo morì, e la sua mamma piangeva, essa
non dimenticò d'andare alle ore consuete al suo posto.
Il babbo glielo avea detto tante volte in quei giorni che era ammalato,
di non dimenticare l'orario; ed ora ch'egli non era più là, essa stava
ancor più attenta.
Passarono alcuni giorni, e la sua mamma piangeva sempre.
--Perchè piangi?--le diceva Pierina,--ormai non c'è rimedio, se ti
ammali, che cosa facciamo io e Luigino?
--Penso,--le rispondeva,--che ora che non c'è più lui, ci manderanno via
dalla nostra casetta, e vedi, io voglio bene a questa casa dove sono
venuta col mio uomo, dove vi ho veduti nascere.
--Anch'io voglio bene alla mia casetta, ai miei fiori, alle montagne e al
vapore che passa,--disse Pierina.--Vedi, non potrei vivere nemmeno
senza di lui, ma come abbiamo potuto fare questi giorni che il babbo
era ammalato, potremo fare ancora; io sono grande e posso pensare alla
strada.
--Sì, ma vedrai che ci manderanno via,--e a quel pensiero non poteva
darsi pace.
Quando venne un ispettore, mandato dalla direzione della ferrovia, per
vedere come fosse composta la famiglia, la povera donna lo supplicò in
ginocchio che le lasciasse la casa cantoniera.
--È un mese che ce ne
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