strugge;?Angelica de l'altra, e l'odia e fugge.
79?Quel liquor di secreto venen misto,?che muta in odio l'amorosa cura,?fa che la donna che Rinaldo ha visto,?nei sereni occhi subito s'oscura;?e con voce tremante e viso tristo?supplica Sacripante e lo scongiura?che quel guerrier più appresso non attenda,?ma ch'insieme con lei la fuga prenda.
80?- Son dunque (disse il Saracino), sono?dunque in sì poco credito con vui,?che mi stimiate inutile e non buono?da potervi difender da costui??Le battaglie d'Albracca già vi sono?di mente uscite, e la notte ch'io fui?per la salute vostra, solo e nudo,?contra Agricane e tutto il campo, scudo? -
81?Non risponde ella, e non sa che si faccia,?perché Rinaldo ormai l'è troppo appresso,?che da lontan al Saracin minaccia,?come vide il cavallo e conobbe esso,?e riconohbe l'angelica faccia?che l'amoroso incendio in cor gli ha messo.?Quel che seguì tra questi duo superbi?vo' che per l'altro canto si riserbi.
CANTO SECONDO
1?Ingiustissimo Amor, perché sì raro?corrispondenti fai nostri desiri??onde, perfido, avvien che t'è sì caro?il discorde voler ch'in duo cor miri??Gir non mi lasci al facil guado e chiaro,?e nel più cieco e maggior fondo tiri:?da chi disia il mio amor tu mi richiami,?e chi m'ha in odio vuoi ch'adori ed ami.
2?Fai ch'a Rinaldo Angelica par bella,?quando esso a lei brutto e spiacevol pare:?quando le parea bello e l'amava ella,?egli odiò lei quanto si può più odiare.?Ora s'affligge indarno e si flagella;?così renduto ben gli è pare a pare:?ella l'ha in odio, e l'odio è di tal sorte,?che piu tosto che lui vorria la morte.
3?Rinaldo al Saracin con molto orgoglio?gridò: - Scendi, ladron, del mio cavallo!?Che mi sia tolto il mio, patir non soglio,?ma ben fo, a chi lo vuol, caro costallo:?e levar questa donna anco ti voglio;?che sarebbe a lasciartela gran fallo.?Sì perfetto destrier, donna sì degna?a un ladron non mi par che si convegna. -
4?- Tu te ne menti che ladrone io sia?(rispose il Saracin non meno altiero):?chi dicesse a te ladro, lo diria?(quanto io n'odo per fama) più con vero.?La pruova or si vedrà, chi di noi sia?più degno de la donna e del destriero;?ben che, quanto a lei, teco io mi convegna?che non è cosa al mondo altra sì degna. -
5?Come soglion talor duo can mordenti,?o per invidia o per altro odio mossi,?avicinarsi digrignando i denti,?con occhi bieci e più che bracia rossi;?indi a' morsi venir, di rabbia ardenti,?con aspri ringhi e ribuffati dossi:?così alle spade e dai gridi e da l'onte?venne il Circasso e quel di Chiaramonte.
6?A piedi è l'un, l'altro a cavallo: or quale?credete ch'abbia il Saracin vantaggio??Né ve n'ha però alcun; che così vale?forse ancor men ch'uno inesperto paggio;?che 'l destrier per istinto naturale?non volea fare al suo signore oltraggio:?né con man né con spron potea il Circasso?farlo a voluntà sua muover mai passo.
7?Quando crede cacciarlo, egli s'arresta;?E se tener lo vuole, o corre o trotta:?poi sotto il petto si caccia la testa,?giuoca di schiene, e mena calci in frotta.?Vedendo il Saracin ch'a domar questa?bestia superba era mal tempo allotta,?ferma le man sul primo arcione e s'alza,?e dal sinistro fianco in piede sbalza.
8?Sciolto che fu il pagan con leggier salto?da l'ostinata furia di Baiardo,?si vide cominciar ben degno assalto?d'un par di cavallier tanto gagliardo.?Suona l'un brando e l'altro, or basso or alto:?il martel di Vulcano era più tardo?ne la spelunca affumicata, dove?battea all'incude i folgori di Giove.
9?Fanno or con lunghi, ora con finti e scarsi?colpi veder che mastri son del giuoco:?or li vedi ire altieri, or rannicchiarsi,?ora coprirsi, ora mostrarsi un poco,?ora crescer inanzi, ora ritrarsi,?ribatter colpi e spesso lor dar loco,?girarsi intorno; e donde l'uno cede,?l'altro aver posto immantinente il piede.
10?Ecco Rinaldo con la spada adosso?a Sacripante tutto s'abbandona;?e quel porge lo scudo, ch'era d'osso,?con la piastra d'acciar temprata e buona.?Taglial Fusberta, ancor che molto grosso:?ne geme la foresta e ne risuona.?L'osso e l'acciar ne va che par di ghiaccio,?e lascia al Saracin stordito il braccio.
11?Quando vide la timida donzella?dal fiero colpo uscir tanta ruina,?per gran timor cangiò la faccia bella,?qual il reo ch'al supplicio s'avvicina;?né le par che vi sia da tardar, s'ella?non vuol di quel Rinaldo esser rapina,?di quel Rinaldo ch'ella tanto odiava,?quanto esso lei miseramente amava.
12?Volta il cavallo, e ne la selva folta?lo caccia per un aspro e stretto calle:?e spesso il viso smorto a dietro volta;?che le par che Rinaldo abbia alle spalle.?Fuggendo non avea fatto via molta,?che scontrò un eremita in una valle,?ch'avea lunga la barba a mezzo il petto,?devoto e venerabile d'aspetto.
13?Dagli anni e dal digiuno attenuato,?sopra un lento asinel se ne veniva;?e parea, più ch'alcun fosse mai stato,?di coscienza scrupolosa e schiva.?Come egli vide il viso delicato?de la donzella che sopra gli arriva,?debil quantunque e mal gagliarda fosse,?tutta per carità se gli commosse.
14?La donna al fraticel chiede la via?che la conduca ad un porto di mare,?perché levar di Francia si vorria,?per non udir Rinaldo nominare.?Il frate, che sapea negromanzia,?non cessa la donzella confortare?che
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