Orlando Furioso | Page 7

Ludovico Ariosto
miei,?ch'io viva più, s'amar non debbo lei! -
45?Se mi domanda alcun chi costui sia,?che versa sopra il rio lacrime tante,?io dirò ch'egli è il re di Circassia,?quel d'amor travagliato Sacripante;?io dirò ancor, che di sua pena ria?sia prima e sola causa essere amante,?è pur un degli amanti di costei:?e ben riconosciuto fu da lei.
46?Appresso ove il sol cade, per suo amore?venuto era dal capo d'Oriente;?che seppe in India con suo gran dolore,?come ella Orlando sequitò in Ponente:?poi seppe in Francia che l'imperatore?sequestrata l'avea da l'altra gente,?per darla all'un de' duo che contra il Moro?più quel giorno aiutasse i Gigli d'oro.
47?Stato era in campo, e inteso avea di quella?rotta crudel che dianzi ebbe re Carlo:?cercò vestigio d'Angelica bella,?né potuto avea ancora ritrovarlo.?Questa è dunque la trista e ria novella?che d'amorosa doglia fa penarlo,?affligger, lamentare, e dir parole?che di pietà potrian fermare il sole.
48?Mentre costui così s'affligge e duole,?e fa degli occhi suoi tepida fonte,?e dice queste e molte altre parole,?che non mi par bisogno esser racconte;?l'aventurosa sua fortuna vuole?ch'alle orecchie d'Angelica sian conte:?e così quel ne viene a un'ora, a un punto,?ch'in mille anni o mai più non è raggiunto.
49?Con molta attenzion la bella donna?al pianto, alle parole, al modo attende?di colui ch'in amarla non assonna;?né questo è il primo dì ch'ella l'intende:?ma dura e fredda più d'una colonna,?ad averne pietà non però scende,?come colei c'ha tutto il mondo a sdegno,?e non le par ch'alcun sia di lei degno.
50?Pur tra quei boschi il ritrovarsi sola?le fa pensar di tor costui per guida;?che chi ne l'acqua sta fin alla gola?ben è ostinato se mercé non grida.?Se questa occasione or se l'invola,?non troverà mai più scorta sì fida;?ch'a lunga prova conosciuto inante?s'avea quel re fedel sopra ogni amante.
51?Ma non però disegna de l'affanno?che lo distrugge alleggierir chi l'ama,?e ristorar d'ogni passato danno?con quel piacer ch'ogni amator più brama:?ma alcuna fizione, alcuno inganno?di tenerlo in speranza ordisce e trama;?tanto ch'a quel bisogno se ne serva,?poi torni all'uso suo dura e proterva.
52?E fuor di quel cespuglio oscuro e cieco?fa di sé bella ed improvvisa mostra,?come di selva o fuor d'ombroso speco?Diana in scena o Citerea si mostra;?e dice all'apparir: - Pace sia teco;?teco difenda Dio la fama nostra,?e non comporti, contra ogni ragione,?ch'abbi di me sì falsa opinione. -
53?Non mai con tanto gaudio o stupor tanto?levò gli occhi al figliuolo alcuna madre,?ch'avea per morto sospirato e pianto,?poi che senza esso udì tornar le squadre;?con quanto gaudio il Saracin, con quanto?stupor l'alta presenza e le leggiadre?maniere, e il vero angelico sembiante,?improviso apparir si vide inante.
54?Pieno di dolce e d'amoroso affetto,?alla sua donna, alla sua diva corse,?che con le braccia al collo il tenne stretto,?quel ch'al Catai non avria fatto forse.?Al patrio regno, al suo natio ricetto,?seco avendo costui, l'animo torse:?subito in lei s'avviva la speranza?di tosto riveder sua ricca stanza.
55?Ella gli rende conto pienamente?dal giorno che mandato fu da lei?a domandar soccorso in Oriente?al re de' Sericani e Nabatei;?e come Orlando la guardò sovente?da morte, da disnor, da casi rei:?e che 'l fior virginal così avea salvo,?come se lo portò del materno alvo.
56?Forse era ver, ma non però credibile?a chi del senso suo fosse signore;?ma parve facilmente a lui possibile,?ch'era perduto in via più grave errore.?Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibiIe,?e l'invisibil fa vedere Amore.?Questo creduto fu; che 'l miser suole?dar facile credenza a quel che vuole.
57?- Se mal si seppe il cavallier d'Anglante?pigliar per sua sciocchezza il tempo buono,?il danno se ne avrà; che da qui inante?nol chiamerà Fortuna a sì gran dono?(tra sé tacito parla Sacripante):?ma io per imitarlo già non sono,?che lasci tanto ben che m'è concesso,?e ch'a doler poi m'abbia di me stesso.
58?Corrò la fresca e matutina rosa,?che, tardando, stagion perder potria.?So ben ch'a donna non si può far cosa?che più soave e più piacevol sia,?ancor che se ne mostri disdegnosa,?e talor mesta e flebil se ne stia:?non starò per repulsa o finto sdegno,?ch'io non adombri e incarni il mio disegno. -
59?Così dice egli; e mentre s'apparecchia?al dolce assalto, un gran rumor che suona?dal vicin bosco gl'intruona l'orecchia,?sì che mal grado l'impresa abbandona:?e si pon l'elmo (ch'avea usanza vecchia?di portar sempre armata la persona),?viene al destriero e gli ripon la briglia,?rimonta in sella e la sua lancia piglia.
60?Ecco pel bosco un cavallier venire,?il cui sembiante è d'uom gagliardo e fiero:?candido come nieve è il suo vestire,?un bianco pennoncello ha per cimiero.?Re Sacripante, che non può patire?che quel con l'importuno suo sentiero?gli abbia interrotto il gran piacer ch'avea,?con vista il guarda disdegnosa e rea.
61?Come è più appresso, lo sfida a battaglia;?che crede ben fargli votar l'arcione.?Quel che di lui non stimo già che vaglia?un grano meno, e ne fa paragone,?l'orgogliose minacce a mezzo taglia,?sprona a un tempo, e la lancia in resta pone.?Sacripante ritorna con tempesta,?e corronsi a ferir testa per testa.
62?Non si vanno i leoni o i tori in salto?a
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