Orlando Furioso | Page 5

Ludovico Ariosto

spesso erra!
Quella che dagli esperi ai liti eoi
avea difesa con sì
lunga guerra,
or tolta gli è fra tanti amici suoi,
senza spada adoprar,

ne la sua terra.
Il savio imperator, ch'estinguer volse
un grave
incendio, fu che gli la tolse.
8
Nata pochi dì inanzi era una gara
tra il conte Orlando e il suo
cugin Rinaldo,
che entrambi avean per la bellezza rara
d'amoroso
disio l'animo caldo.
Carlo, che non avea tal lite cara,
che gli rendea
l'aiuto lor men saldo,
questa donzella, che la causa n'era,
tolse, e diè
in mano al duca di Bavera;
9
in premio promettendola a quel d'essi,
ch'in quel conflitto, in
quella gran giornata,
degl'infideli più copia uccidessi,
e di sua man
prestasse opra più grata.
Contrari ai voti poi furo i successi;
ch'in
fuga andò la gente battezzata,
e con molti altri fu 'l duca prigione,
e
restò abbandonato il padiglione.
10
Dove, poi che rimase la donzella
ch'esser dovea del vincitor
mercede,
inanzi al caso era salita in sella,
e quando bisognò le
spalle diede,
presaga che quel giorno esser rubella
dovea Fortuna
alla cristiana fede:
entrò in un bosco, e ne la stretta via
rincontrò un
cavallier ch'a piè venìa.
11
Indosso la corazza, l'elmo in testa,
la spada al fianco, e in
braccio avea lo scudo;
e più leggier correa per la foresta,
ch'al pallio
rosso il villan mezzo ignudo.
Timida pastorella mai sì presta
non
volse piede inanzi a serpe crudo,
come Angelica tosto il freno torse,

che del guerrier, ch'a piè venìa, s'accorse.
12
Era costui quel paladin gagliardo,
figliuol d'Amon, signor di
Montalbano,
a cui pur dianzi il suo destrier Baiardo
per strano caso
uscito era di mano.

Come alla donna egli drizzò lo sguardo,

riconobbe, quantunque di lontano,
l'angelico sembiante e quel bel
volto
ch'all'amorose reti il tenea involto.
13
La donna il palafreno a dietro volta,
e per la selva a tutta briglia
il caccia;
né per la rara più che per la folta,
la più sicura e miglior

via procaccia:
ma pallida, tremando, e di sé tolta,
lascia cura al
destrier che la via faccia.
Di sù di giù, ne l'alta selva fiera
tanto girò,
che venne a una riviera.
14
Su la riviera Ferraù trovosse
di sudor pieno e tutto polveroso.

Da la battaglia dianzi lo rimosse
un gran disio di bere e di riposo;
e
poi, mal grado suo, quivi fermosse,
perché, de l'acqua ingordo e
frettoloso,
l'elmo nel fiume si lasciò cadere,
né l'avea potuto anco
riavere.
15
Quanto potea più forte, ne veniva
gridando la donzella
ispaventata.
A quella voce salta in su la riva
il Saracino, e nel viso
la guata;
e la conosce subito ch'arriva,
ben che di timor pallida e
turbata,
e sien più dì che non n'udì novella,
che senza dubbio ell'è
Angelica bella.
16
E perché era cortese, e n'avea forse
non men de' dui cugini il
petto caldo,
l'aiuto che potea tutto le porse,
pur come avesse l'elmo,
ardito e baldo:
trasse la spada, e minacciando corse
dove poco di lui
temea Rinaldo.
Più volte s'eran già non pur veduti,
m'al paragon de
l'arme conosciuti.
17
Cominciar quivi una crudel battaglia,
come a piè si trovar, coi
brandi ignudi:
non che le piastre e la minuta maglia,
ma ai colpi lor
non reggerian gl'incudi.
Or, mentre l'un con l'altro si travaglia,

bisogna al palafren che 'l passo studi;
che quanto può menar de le
calcagna,
colei lo caccia al bosco e alla campagna.
18
Poi che s'affaticar gran pezzo invano
i dui guerrier per por l'un
l'altro sotto,
quando non meno era con l'arme in mano

questo di
quel, né quel di questo dotto;
fu primiero il signor di Montalbano,

ch'al cavallier di Spagna fece motto,
sì come quel ch'ha nel cuor tanto
fuoco,
che tutto n'arde e non ritrova loco.
19
Disse al pagan: - Me sol creduto avrai,
e pur avrai te meco

ancora offeso:
se questo avvien perché i fulgenti rai
del nuovo sol
t'abbino il petto acceso,
di farmi qui tardar che guadagno hai?
che
quando ancor tu m'abbi morto o preso,
non però tua la bella donna fia;

che, mentre noi tardiam, se ne va via.
20
Quanto fia meglio, amandola tu ancora,
che tu le venga a
traversar la strada,
a ritenerla e farle far dimora,
prima che più
lontana se ne vada!
Come l'avremo in potestate, allora
di chi esser
de' si provi con la spada:
non so altrimenti, dopo un lungo affanno,

che possa riuscirci altro che danno. -
21
Al pagan la proposta non dispiacque:
così fu differita la tenzone;

e tal tregua tra lor subito nacque,
sì l'odio e l'ira va in oblivione,

che 'l pagano al partir da le fresche acque
non lasciò a piedi il buon
figliuol d'Amone:
con preghi invita, ed al fin toglie in groppa,
e per
l'orme d'Angelica galoppa.
22
Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!
Eran rivali, eran di fé
diversi,
e si sentian degli aspri colpi iniqui
per tutta la persona anco
dolersi;
e pur per selve oscure e calli obliqui
insieme van senza
sospetto aversi.
Da quattro sproni il destrier punto arriva
ove una
strada in due si dipartiva.
23
E come quei che non sapean se l'una
o l'altra via facesse la
donzella
(però che senza differenza alcuna
apparia in amendue
l'orma novella),
si messero ad arbitrio di fortuna,
Rinaldo a questa,
il Saracino a quella.
Pel bosco Ferraù molto s'avvolse,
e ritrovossi
al fine onde si tolse.
24
Pur si ritrova ancor su la rivera,
là dove l'elmo gli cascò ne
l'onde.
Poi che la donna ritrovar non spera,
per aver
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