Opere | Page 4

Giovanni Berchet
alcun tempo da codesta tua innamorata. Poveretta! salutala per nome mio, ma non le dire che, se tu vieni a Milano, io tremo davvero per certo presagio a lei poco felice. Sta' sano intanto ed amami.
Il tuo N. N.
[p.8][p.9]

II
|Sul ?Cacciatore feroce? e sulla ?Eleonora? di Goffredo Augusto B��rger| |Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo|
Figliuolo carissimo,
M'ha fatto maraviglia davvero che tu, convittore di un collegio, ti dessi a cercarmi con desiderio cos�� vivo una traduzione italiana di due componimenti poetici del B��rger. Che posso io negare al figliuolo mio? Povero vecchio inesercitato, ho penato assai a tradurli; ma pur finalmente ne sono venuto a capo.
In tanta condiscendenza non altro mi stava a cuore che di farti conoscere il B��rger: per�� non mi resse l'animo di alterare con colori troppo italiani i lineamenti di quel tedesco; e la traduzione �� in prosa. Tu vedi che anche col fatto io sto saldo alle opinioni mie; e la verit�� �� che gli esempi altrui mi ribadiscono ogni d�� pi�� questo chiodo. Non �� per altro ch'io intenda dire che tutto tuttoquanto di poetico manda una lingua ad un'altra s'abbia da questa a tradurre in prosa. Nemico giurato di qualunque sistema esclusivo, riderei di chi proponesse una legge siffatta, come mi rido di Voltaire che voleva che i versi fossero da tradursi sempre in versi. Le ragioni che devono muovere il traduttore ad appigliarsi pi�� all'uno che all'altro partito stanno nel testo, e variano a seconda della diversa indole e della diversa provenienza di quello.
Tutti i popoli, che pi�� o meno hanno lettere, hanno poesia. Ma non tutti i popoli posseggono un linguaggio poetico separato dal linguaggio prosaico. I termini convenzionali per l'espressione del bello non sono da per tutto i medesimi. Come la squisitezza nel modo di sentire, cos�� anche l'ardimento nel modo di dichiarare poeticamente le sensazioni �� determinato presso [p.10] di ciaschedun popolo da accidenti dissimili. E quella spiegazione armoniosa di un concetto poetico, che sar�� sublime a Londra od a Berlino, riescir�� non di rado ridicola se ricantata in Toscana.
Ch�� se tu mi lasci il concetto straniero ma, per servire alle inclinazioni della poesia della tua patria, me lo vesti di tutti panni italiani e troppo diversi da' suoi nativi, chi potr�� in coscienza salutarti come autore, chi ringraziarti come traduttore?
Colla prosa la faccenda �� tutt'altra; da che allora il lettore non si dimentica un momento mai che il libro ch'ei legge �� una traduzione, e tutto perdona in grazia del gusto ch'egli ha nel fare amicizia con genti ignote e nello squadrarle da capo a piedi tal quali sono. Il lettore, quand'ha per le mani una traduzione in verso, non sempre pu�� conseguire intera una tale soddisfazione. La mente di lui, divisa in due, ora si rivolge a raffigurare l'originalit�� del testo, ora a pesare quanta sia l'abilit�� poetica del traduttore. Queste due attenzioni non tirano innanzi molto cos�� insieme; e la seconda per lo pi�� vince, perch�� l'altra, come quella che �� la meno direttamente adescata e la meno contentata, illanguidisce. Ed �� allora che chi legge si fa schizzinoso di pi��; e come se esaminasse versi originali italiani, ti crivella le frasi fino allo scrupolo.
Chi porr�� mente alle circostanze differenti che rendono differente il modo di concepire le idee e verr�� investigando le origini delle varie lingue e letterature, trover�� che i popoli, anche per questo lato, hanno tra di loro de' gradi maggiori o minori di parentela. Da ci�� deriver�� al traduttore tanto lume che basti per metter lui sulla buona via, ov'egli abbia intenzione conforme all'obbligo che gli corre, quella cio�� di darci a conoscere il testo, non di regalarcene egli uno del suo.
Il signor Bellotti imprese a tradurre Sofocle; e prima ancora che comparisse in luce quell'esimio lavoro, chi sogn�� mai che egli si fosse ingannato nella scelta del mezzo, per avere pigliato a condurre in versi la sua traduzione?
Per lo contrario vedi ora, figliuolo mio, se io ti abbia vaticinato il falso quando ti parlai tempo fa d'una traduzione del [p.11] teatro di Shakespeare, prossima allora ad uscire in Firenze. Il signor Leoni ha ingegno, anima, erudizione, acutezza di critica, disinvoltura di lingua italiana, cognizione molta di lingua inglese, tutti insomma i requisiti per essere un valente traduttore di Shakespeare. Ma il signor Leoni l'ha sbagliata. I suoi versi sono buoni versi italiani. Ma che vuoi? Shakespeare �� svisato; e noi siamo tuttavia costretti ad invidiare ai francesi il loro Letourneur. E s�� che il signor Leoni bastava a smorzarcela affatto questa invidia!
Di quanti altri puntelli potrebbesi rinfiancare questo argomento, lo sa Dio. Ma perch�� sbracciarmi a dimostrare che il fuoco scotta? Chi s'ostina a negarlo, buon pro per lui!
E non occorre dire che la lingua nostra non si pieghi ad una prosa robusta, elegante, snella, tenera quanto la francese. La lingua italiana
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 98
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.