Nel sogno | Page 9

Neera
a quelle che
usano molti montanari, sia per economia di spazio, sia per tenersi più
caldi. In questa nicchia, sopra un saccone ripieno di foglie bene asciutte,
le gemelle dormirono per la prima volta al soffio dei venti di marzo,
che urlavano nelle gole alpine; ma tenendosi abbracciate, sognarono
insieme che le nevi erano già scomparse, che i sentieri si coprivano di
rose...

PARTE TERZA

MISTERO.
Un giorno tutta la valle, le vette e i boschi folti d'ombra primaverile
rimbombarono per un colpo formidabile e strano. Sembrava un
muggito, un urlo prolungato d'eco in eco, il grido di un appello
disperato, o lo scoppio di una collera terribile. Eppure il cielo era del
più limpido azzurro, e fin dove l'occhio poteva vagare non scorgevasi
che la linea immobile dei prati, dei piccoli sentieri onduleggianti sul
pendio. Nel fitto degli alberi cantavano tranquillamente gli uccelli, e le
farfalle si libravano a volo punteggiando di macchie azzurre, bianche e
dorate l'uniforme verdezza delle siepi.
--Padre, che è ciò?
Erano accorse le fanciulle, ed abbracciavano sbigottite i ginocchi del
loro protettore.
Un secondo scoppio e un terzo li tenne per qualche istante riuniti e
stretti, nell'ansia di un silenzio che sembrava non dovesse rompersi più.
Finalmente il solitario rialzò le fanciulle, e disse:
--Non temete. Riconosco questi rumori. Sono gli uomini che lavorano
per cambiare l'opera del Creatore. Epperò, se Dio lo permette,

inchiniamoci e preghiamo per loro.
Pregarono esse come solevano, insieme al buon padre, senza
comprenderlo mai interamente Però verso sera, essendo cessati i
rimbombi, Mària s'accostò di nuovo e chiese:
--Chi sono gli uomini?
--I nostri fratelli, lo sai.
--I pastori?
--I pastori ed altri.
--E dove abitano?
--Nel mondo.
--E che cosa fanno?
Ristette il solitario, dubbioso sulla risposta. Maria intervenne:
--Il mondo è grande, grande, grande. Contiene monti, contiene mari, e
dappertutto i figliuoli di Adamo vivono ammirando e lodando Dio. Non
è così?
--Sì, è così--rispose egli, ponendo la mano sulla testa della sua diletta, e
guardandola con inesprimibile dolcezza.
Mària, un po' pallida e collo sguardo inquieto, interrogò di nuovo:
--Quale è il lavoro che gli uomini intraprendono per cambiare l'opera di
Dio?
Ora Maria aspettava ansiosa la risposta che il padre avrebbe data alla
sorella.
--Dio lascia piena facoltà all'uomo di impiegare come egli crede la sua
intelligenza, e l'uomo qualche volta per suo utile atterra alberi, fora

montagne e uccide gli animali. Tutto ciò è permesso. Non abbiamo noi
atterrato i più bei pini e gli abeti più poderosi per fabbricare la nostra
casetta? Tanta è la bontà di Dio che fa nostri tutti i beni della terra.
Ancora il prete parlò a lungo quella sera; e quando ebbe finito di
parlare, aperto il Vangelo, lesse tutto il capitolo X dei fatti degli
Apostoli, e sul fatto della vela calata dal cielo a Pietro e della voce che
gli disse: "Le cose che Dio ha purificate, non farle tu immonde." Maria
cominciò a chiudere gli occhi, assorta in una visione di pace; mentre la
sorella, sempre pallida e collo sguardo inquieto, sembrava ascoltare,
fuori, nelle ombre della notte, la voce misteriosa degli uomini.
* * *
--Sorella, tutto pieno di fiori è il bosco; andiamo a coglierli.
--Non ho voglia di cogliere fiori.
--Spuntano già le fragole; ne ho viste ieri sul ciglio della montagna, ma
non le presi perchè tu non c'eri. Vieni?
--Non ho voglia di cercare le fragole.
Maria tacque. Cheta cheta sedette ai ginocchi della sorella, e coi fili
d'erba che trovava a portata della mano si pose a intrecciare piccoli
panieri, sbagliando spesso e ricominciando con una grande pazienza,
senza levare gli occhi. I suoi piedi nudi posavano in un raggio di sole,
ed ella si guardava bene dal moverli, per non disturbare il viaggio di un
piccolo coleottero che andava e veniva portando bottino al nido.
Calma nell'aspetto, era intimamente lieta pensando che quei panierini
avrebbero servito a tante altre bestiuole, e già colla immaginazione li
vedeva biancheggiare di ovicini, animarsi nel tripudio di aluccie
svolazzanti, di minuscoli corpi iridati di ogni più bel colore.
--Aspettate, aspettate--mormorava piano colla tenerezza di una giovane
madre--la farò io la burla, vi preparerò io una bella casetta. Aspettate,
bellini, carini...--Cercò altre parole, ma ella non ne sapeva poi molte

delle parole, e, tutta intesa alla gioia del suo lavoro continuava a
ripetere: carini, carini.
Sembrava che essi ascoltassero. Su, su per i piedi, sul lembo del povero
gonnellino si trascinavano gli insettucci; e i moscerini le volavano in
giro, e una lunga libellula tutta azzurra colle ali d'argento le riposò in
grembo per qualche minuto.
--Oh! oh!--esclamò Maria sorridendo, rossa in viso per il piacere--sono
io forse la Madonna?
Un pudore religioso la prese, quasi un dubbio s'ella fosse veramente
degna che gli insetti di Dio le mostrassero tanta deferenza. Ella sapeva
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