a staccarmene.
--Dite, il mio brav'uomo, oltre il curato, non conoscete nessuno che possa offrirmi, pagando, una materassa? Una materassa mi basta e, quanto al mangiare, sono ancor meno difficile.
--Per carità! Nessuno, nessunissimo; tutta povera gente che a voltarli colle gambe in aria non cade in terra la croce di un quattrino. I più agiati, in questa stagione, sono _all'alpe_: si dorme nelle stalle o a ciel sereno... s'immagini.
--E fra due ore, troverò alloggio all'osteria di....
--Ne può esser certo: la Gertrude, la locandiera, una diavolaccia che ha cinque figlioli sulle spalle, apre ai forestieri di notte: scenderebbe per servirla, anche se si trovasse in punto di morte.
--Ditemi un po' che facevate intorno alla fontana?
--Le dirò: non posso andar a casa se prima non mi sono assicurato che nulla impedisce il corso dell'acqua. Per esempio, veda, stanotte la voleva esser bella, se non c'era io a liberare da questa calza il pertugio. L'acqua inondava la strada, e domattina per le giovenche, restava nel bacino quella del bucato.
--Siete dunque impiegato municipale?
Spalancò gli occhi, come se gli avessi parlato chinese, poi rispose:
--Io sono il campanaro. è per questo che non posso andar a casa senza aver visitata la fontana.
Lo strano ravvicinamento del lavatoio col campanile era fatto per destare la mia curiosità. Ma l'altro non mi fece sospirare, e continuò:
--Il signor curato non dimentica mai, quando passo nella sua stanza per metter la spranga alla porta, dopo il rosario, di domandarmi se ci sono stato ?Baccio e il pertugio?? oppure soltanto ?_Baccio_??... Sissignore, va tutto bene. è come un'altra terza parte....
--Il curato copre dunque anche le funzioni di sindaco?
--Il sindaco! Si starebbe freschi se si aspettasse una provvidenza dal sindaco....
Eravamo usciti dal villaggio, e già appariva non lontana la parete bianca del presbiterio, e più in su, dietro la cima di un boschetto, la freccia aguzza e scintillante del campanile.
La notte era splendida e calma; si sarebbe potuto leggere, al raggio lunare, la più microscopica scrittura di donna; e, tranne il gorgheggio sommesso di un usignuolo, che rompeva l'aria a intervalli, per l'ampia vallata non errava che il suono de' miei passi e di quelli del campanaro che mi seguiva zoppicando.
L'idea del sindaco pareva averlo messo di cattivo umore; giacchè la sua fisionomia sincera e gioviale erasi alquanto rannuvolata, come sotto la preoccupazione di qualche cosa di triste.
A un tratto, un rumore di passi accelerati giunse dalla parte della chiesa, e apparve davanti a noi una strana figura umana che gesticolava, venendoci incontro in mezzo alla strada.
Quando ci fu a due passi, diede in uno scroscio di pianto, e mettendo le mani sulle spalle della mia guida, non accorgendosi forse nemmeno di me:
--La muore, Baccio, la muore proprio! Oh! la mia povera Gina... la mia povera donna... così giovane... così....
Le lagrime lo soffocavano. Il campanaro era lì come impietrito. Poi disse:
--Ma se la stava meglio! Anche il signor curato cominciava a sperare....
--Sono stato adesso a chiamarlo. Ah! Baccio, Baccio, la muore!....
E proseguì verso il villaggio brancolando.
Era un giovane sui trent'anni, alto e tarchiato. Egli aveva detto quelle parole con accento di così profonda desolazione, che me ne sentivo tutto atterrato. Nulla infatti di più straziante che lo spettacolo del dolore negli organismi sani e robusti.
Ci aveva lasciati appena, che il curato apparì. Sembrava assai vecchio, e accelerava il passo con visibile stento. Aveva la larga fronte coronata di capelli bianchissimi; illuminati dalla luna, li avresti detti un'aureola. Non so quale solennità traspariva da tutta la sua figura. Alla commozione che già mi dominava, si aggiunse, al suo apparire, una specie di vaga dolcezza.
Mi tirai da un canto, levai il cappello e gli fissai gli occhi nel viso.
Ma nel suo pensiero non esisteva certo, in quel momento, che una immagine; quella della morte con cui stava per trovarsi a colloquio. Egli meditava la parola che le pone sulla fronte il sorriso.
Passò in mezzo a noi, colla testa fissa al villaggio, senza vederci.
--Brav'uomo, dissi al campanaro; ho mutato avviso. Mi fermo qui: dormirò dal vostro curato.
Il viso del sagrestano si illuminò.
--Che buona idea, signor mio, che bel pensiero, esclamò con quella sua voce strozzata che parea voler farsi ad ogni costo gentile per ringraziarmi. E soggiunse, mettendomi le mani ai panni:
--Dia a me la valigia, dia tutto a me; la si metta in libertà; che bella improvvisata per don Luigi! questa sera ne aveva proprio bisogno. Se sapesse, signor mio, come ritorna sbigottito il pover'uomo dalle visite ai moribondi! ne perde l'appetito per una settimana.
--Badate, gli diss'io cedendogli il mio piccolo bagaglio; badate che spenderò la vostra parola; che senza le informazioni che mi avete fornite, non avrei osato certo....
--Ma che dice! vedrà che accoglienza le sarà fatta; e ne avrò anch'io la mia parte, per avervi guidato.
Tutto il contegno del bravo montanaro rivelava un non so che di tanto sinceramente cortese che arrivati che fummo
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