più volentieri da un pezzo?
--Sì, la guardo, e che perciò? è uno studio innocente il mio, e null'altro. Quella donna mi piace, come a te, naturalista famoso, un coleòptero dalle ali più vagamente screziate, o una bella conchiglia dell'epoca terziaria, e ne faccio argomento di studio. Poi, dove giungo io? Pianto forse una spilla nella tenera corazza del coleòptero, o porto la conchiglia nella mia stanzuccia? Tu lo vedi; mi contento a guardarla da lunge; piglio da lei quello che non mi potrebbe negare, che non desta la gelosia di nessuno, e che non mi costa la menoma fatica ad ottenere.
--Lassù,--rispose Laurenti--ce n'è un altro il quale vorrebbe qualcosa di più.
--Si serva, se così piace a lui e alla dama.
Laurenti stette un tratto senza rispondere, ma guardando sempre col suo binoccolo verso il palchetto della Roccanera; poi, seguendo il filo di un interno ragionamento, esclamò a bassa voce:
--Povera Luisa!
--Tu hai toccato il tasto;--soggiunsi.--Ma che vuoi, Laurenti? questi signori uomini sono tutti d'una pasta, o, per dir meglio, d'una mota. Le donne per fermo hanno ad essere migliori di noi; e non già perchè abbiano un altro sangue nelle vene, ma perchè più gelosamente educate. Del resto, la signora Luisa si consolerà anche lei, come tante altre.
--T'inganni, ideologo, e consenti che il naturalista t'insegni qualcosa. Ella è su d'un letto, sfinita, abbandonata alle cure prezzolate de' suoi servi, e senza un amico che la conforti, al capezzale. Intanto il signor Percy, la cagione di tutti i suoi mali, è qui, a fare il cascamorto presso quest'altra. Che te ne pare?
--Ah! se la è così, mi duole della Roccanera, che non capisce queste cose.
--Ella? O che vuoi che le ne importi? Tu che studi quel corpo celeste (e non si può negare che lo sia) hai forse trovato che abbia una densità centrale da potersi mettere in conto? In quel corpicino snello, il cuore non c'è che come un centro ai canali del sangue, ma non pretendere che faccia altro. Quelle, amico mio, sono donne incaricate da Dio dell'alta e bassa giustizia in materia di amore. Fanno pagare a certi uomini, in sospiri, angoscie d'ogni maniera, e talfiata anco in colpi di pistola alle tempie, i dolori, le angoscie, che essi hanno cagionato a lor volta. Laonde io penso che siano necessarie nella economia sociale, come tanti altri malanni, imperocchè, senza di loro, non ci sarebbe più giustizia in questo mondo per le donne tradite.
--Sono sconfitto, Laurenti; dò un calcio alla ideologia e mi metto a studiare di scienze naturali. Del resto, io non ho mai pensato che madonna fosse diversa da quella che tu la dipingi, e per giungere a cotesto non ho avuto mestieri di studiarla. In quanto a lui, fa la sua strada. Dieci anni di amore, dei quali bisogna contarne quattro di catena, gli hanno fatto sentire il bisogno di scuotere il giogo. Egli ha fatto come una delle tue crisalidi, dopo una troppo lunga dimora nel bozzolo.
--Egli è un tristo!--interruppe Laurenti.
--Un tristo? e perchè? qui posso darti lezione io, Laurenti. Questa che tu biasimi, è la natura dell'uomo, come della crisalide.
--Lo credi? Sarà: ma, dato il caso, a me pare di non essere di questa specie di animali.
La conversazione tirava al serio; Laurenti s'era fatto buio come un'imposta chiusa. Stava per cominciare il terz'atto dell'opera, e l'amico mi porse la mano, a mo' di commiato.
--Te ne vai?
--Sì, me ne vado.
--Aspettami, vengo anch'io.
--O che?--mi disse egli, accompagnando la frase con un sorriso ironico.--Non rimani a studiare la densità della tua stella?
--Ti pare? La m'è venuta in uggia maledettamente.
--Ma se lo dicevo io!--esclamò Laurenti.--E ci voleva tanto a persuadersene?
Ciò detto, Laurenti ficcò il suo braccio sotto il mio, e ambedue ce ne andammo a passeggiare all'Acquasola, facendo un dialogo scucito e malinconico, in continuazione di quello che ho riferito ai lettori.
II.
Chi ha conosciuto Guido Laurenti? E chi si ricorderebbe di lui, anco se io dicessi il suo vero nome? Nessuno, io credo; imperocchè egli era un giovine modesto, il quale non faceva parlare di sè, e il suo modo di vivere non attirava l'attenzione di alcuno; perchè se ne stava quasi solo ed aveva pochissimi amici, cheti e modesti come lui; perchè, finalmente, nel fatto delle relazioni sociali, quattro o cinque anni di assenza sono l'eternità, o poco meno.
Egli è sparito da Genova, e nessuno ha chiesto, un mese dopo la sua partenza, che cosa fosse avvenuto di quel giovine biondo, dallo sguardo e dal portamento severo, che si vedeva qualche volta per via; perchè lo si chiederebbe adesso? I due o tre che lo conoscevano un po' da vicino, sono dispersi anch'essi sulla faccia della terra; poi gli eventi molteplici e tempestosi di questi ultimi anni sono passati su di noi tutti, ed hanno cancellato perfino la sua pallida figura dall'albo delle ricordanze, fuggevoli come la impronta fotografica
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