Lo assedio di Roma | Page 2

Francesco Domenico Guerrazzi
signore, e bandiere di uno stesso capitano. Così piaccia
al Padre delle cose e degli uomini versare sul capo dei mortali insieme
con la luce la benevolenza, affinchè le tavole della sua legge
compaiano norme di vivere faterno non bersaglio posto davanti ad
arcadori irrequieti.
Ma tu dirai: e chi vuole martoriarli? Io intendo tôrre loro il governo dei
beni terreni. E chi sei tu che presumi spogliare della sostanza il
prete?--Il prete dice: in nome di cui vieni? Quale rappresentanza hai?
Come mostri che governerai meno di me soperchiatore ed avaro? Un
solo è padrone della terra, questo si chiama popolo. Io non mi sento
muggire intorno le onde del popolo. Sorgano intorno a me anime latine,
ed io cederò alla grandezza latina. Se per te il danaro è sangue, egli è
sangue anco per me; e con quale giustizia mentre il secolo rappresenta
una corsa forsennata, un lupercale, un baccanale a traverso tutti gli
articoli del codice penale per agguantare il milione dovrò lasciarmi
tôrre la camicia io prete, io prete, uso di cavarla altrui, e cantare il

Te-deum? Ed io prete, ho mestieri di tenermela cara meglio di voi
perchè voi altri andate in Borsa, convenite in Camera, tendete trappole
di strade ferrate, aprite reti di crediti fondiari, vendete, barattate,
mercate, ma io non ci vado, e a sopperire ai miei bisogni non mi avanza
altro che la rete di San Pietro a cui per vetustà ora casca questa, ed ora
quell'altra maglia. Qualche prete in Camera andò, ma scarso, e parve
pauroso, ma per un'abbadia si mansuefece; di fatti, il modo più sicuro
onde uomo taccia sta nello empirgli la bocca; dunque come presumete
che altri non fiati levandogli quello che da secoli gl'imbandirono
dinanzi la industria propria e la ignoranza altrui? Sacerdoti e
Sacerdotesse si rassomigliano tutti; Alessandro strinse la Pitia nelle sue
braccia, e la sforzò a rivelare lo spirito del Dio; anche il Papa a quel
mo' intenderebbe ragione; se vuolsi, che il sommo Pontefice si accosti
al cielo sollevatelo con mani poderose di sopra la terra. Finchè
domanderete Roma come il pitocco la elemosina voi non l'avrete;
Roma, di cui i cittadini dispensavano le corone ai Re come soldi,
patireste voi vi fosse data come un soldo? A Roma si va ma con cuore,
con braccia, e con passi romani.
E questo è vero. Ma quando Roma avrà Romani sparirà il sacerdote?
Non credo. Potrà egli dunque ridivenire poeta, legislatore, e guerriero?
Nè manco questo credo. Potrà, se vuole, durare poeta, e Pio IX lo fu un
momento quando nella procella che abbatteva imperi e regni, come
fronde in bosco, ravvisava il soffio di Dio; la umanità è cosa che passa
sopra mondo, che passa; ma il suo cuore anela la eternità; il sacerdote,
se gli basta la mente rimarrà su la terra pilota per indicare alle
generazioni che le mille vie lattee sono altrettanti sentieri pei quali le
anime dei buoni arrivano al seno del Padre delle cose e degli uomini.
Io non so se ad uomo sia dato vivere secoli; lo dicono, ma non ci credo,
comunque vive adesso in Italia un'uomo che pare anima romana
dimenticata dalla morte: da questo un dì mosse un grido potente, che
disse: a Roma. Gli furono addosso i nemici, e degli amici quelli, che si
erano fatti della Patria una pentola per cocervi gli alimenti di casa. Le
anime romane udirono nelle antiche sepolture la voce, e parve loro
antica e conta, sicchè rimescolaronsi, e sollevarono i coperchi. Dalle
dimore della morte dei vecchi padri usciva un'alito, che bastò ad

infiammare il petto dei pretesi vivi di mirabile ardore.
E vi hanno cose che non si possono ridire, come ve ne sono di quelle,
che non si possono rappresentare. Timante, pittore, non velò la faccia di
Agamennone presente al sacrificio della figliuola Ifigenia? Chi potrà
favellare della ignominia di Aspromonte senza sentirsi il cuore trasalire
nel petto come leone in gabbia? Imperciochè, qui stava il punto: il
Garibaldi aveva ragione del torto altrui. Veruno, ch'io sappia, considerò
cotesto caso sotto il suo aspetto giusto ed unicamente vero; Giuseppe
Garibaldi dittatore, pigliando su di sè non essere mestieri Assemblea
costituente per fermare i patti dell'annessione di Napoli al Regno
italiano, mallevò che le cause le quali lo persuadevano sarebbero state
compite e subito; perchè opera interrotta affligge più dell'opera ruinata,
significando la prima impotenza o inanità di consiglio nel fabbricatore,
la seconda, forza di casi, ed empia virtù del tempo; del primo fatto, la
colpa sempre intrinseca, e in facultà tua o astenertene, o emendarla; del
secondo, nè tua, nè a te concesso riparare.--Il Garibaldi si trovò nella
condizione del garante quando manca il debitore principale: tremendo
carico gli stava addosso per la Patria, pei popoli fiduciosi in lui, per la
democrazia, per la propria fama,
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