coprivano i vetri e dette uno sguardo alla via; l'ignota via di quella città. Era un vicolo che metteva direttamente al porto, affollato in quell'ora da carretti, da facchini e da pescivendoli, i quali tutti vociferavano in un dialetto che Marta non capiva. Dette uno sguardo alle finestre dirimpetto, basse, prive di persiane, tutte munite di funi, sulle quali svolazzavano, asciugando, le biancherie.
Questo aspetto di città, così differente dalla sua città nativa, la interessò senza piacerle; sollevò gli occhi, e, attraverso una fuga grigia e malinconica di tetti d'ardesia, lontano, nello splendore del mattino, scorse la linea azzurra del mare, grandioso e fantastico nella sua calma, con qualche cosa di sognato, di immateriale, di al di là....
* * *
La carrozzella, dopo di avere accolti i due viaggiatori, il baule, le ombrelle e la piccola borsa di cuoio che Marta collocò con precauzione accanto a sè, mosse per il viale verde.
Finalmente!--pensava Marta--tocco il porto entro nel mio nido.
Era pur stanca di città, di alberghi, di monumenti, di musei, di pinacoteche. Le Veneri che aveva viste, trionfanti nella loro nudità superba; le Lede voluttuose, le Diane innamorate, uno sciame di ninfe, un Olimpo di dee, tutte parlanti al senso della donna, proclamando per la via dell'arte l'impero della bellezza, le avevano lasciato uno sconforto e insieme un desiderio, una grande disillusione ed una curiosità più grande ancora.
--Dimmi--disse, stringendosi ad Alberto, poichè in quella carrozza che le apparteneva, le sembrava già d'essere a casa loro--la prima volta che mi hai vista, quella sera, in teatro, ti piacqui subito?
--Subito--rispose Alberto, levando un virginia dal suo elegante portasigari.
--Ti piacque il mio volto?
--Sì.
--E la mia figura?
--Sì.
--E la voce?
--Tutto. Io dissi fra me: Ecco una brava mogliettina.
Marta rimase sopra pensiero.--Egli le chiese se stesse comoda, se volesse uno scialle sui ginocchi, ed avendo ella accennato negativamente col capo, accese il virginia sorridendo, preso dal benessere di quella trottata.
--E dopo, tornando a casa, ci hai pensato?--mormorò Marta, col viso sulla spalla di lui.
--A che cosa?
--Nulla, nulla, una sciocchezza.
Il paesaggio si allargava ad ogni svolto della strada, ampio, sereno, intersecato da viottoli bianchi che si perdevano indefinitamente da lungi, sotto l'ombrello delle robinie. Il terreno leggermente ondulato univa la pianura ai monti, i quali si ripiegavano su di essa, al confine, a guisa di una legatura che stringe la perla. In giro, fin dove l'occhio scorreva, una pace di campi ubertosi, di radi e lindi casolari, di mulini giranti sopra ruscelli dalle acque cristalline. Un asinello sul bianco dei sentieri, una mucca nel verde dei prati e al di sopra il cielo soleggiato.
Quante cose voleva chiedere Marta, guardando l'interno della carrozza rimessa a nuovo in onor suo, con una bella stoffa di color turchino, i sedili imbottiti di fresco, il tappeto a rose! I suoi occhi, girando sul cocchiere campagnuolo che, a casa, doveva disimpegnare altre funzioni, si arrestarono sul cavallo.
--Come si chiama? è bello nevvero? Io non ho mai posseduto cavalli e non me ne intendo affatto.
--Anzitutto è una cavalla--rispose Alberto allegramente--si chiama Bigetta, non vanta grandi bellezze, ma mi appartiene da quattro anni e mi serve bene. Non è vero, Gerolamo?
Gerolamo, dal suo posto, schioccò la frusta, assentendo.
Marta pensò che lei, la moglie, era la straniera fra il padrone, il servitore e la cavalla. Suo marito e Gerolamo potevano intendersi con una occhiata sopra una quantità di avvenimenti a lei sconosciuti; e la cavalla stessa, quante carezze non aveva avute da Alberto prima, assai prima che ella lo conoscesse! Tutto un passato li divideva dunque, mentre ella avrebbe voluto fondersi con lui, immedesimarsi, formare una cosa sola. Che altro se non ciò doveva essere l'amore?
--C'è molto prima di arrivare?--chiese mortificata quasi di non saperlo.
--Tre chilometri circa li abbiamo fatti, ne restano cinque. Fra mezz'ora saremo a casa. L'Appollonia ci aspetterà.
Almeno ella sapeva che Appollonia era la serva. Ne avevano già parlato; suo marito gliel'aveva dipinta come una buona campagnuola affezionata e fedele. Ma in quel momento volle sapere se l'Appollonia era bella e lo domandò a voce alta; al che Alberto rispose con uno scroscio di risa, a cui fece eco una specie di singhiozzo giulivo da parte di Gerolamo, così che Marta stessa si pose a ridere infantilmente, con molto piacere di suo marito, il quale amava le persone di buon umore.
--Vedrai--soggiunse Alberto a sua moglie, toccandole la spalla da buon camerata--anderai subito d'accordo con tutti, brava gente, ottima gente. Il dottorone già, curioso, vorrà vederti per il primo.
--C'è un dottore curioso?
--Curioso proprio no, ma in questo caso sarà curioso, perchè mi conosce da bambino e mi ha già avvertito che vuoi farti la corte. Te ne intendi tu di poesia? E di cucina? Se hai sulle dita questi due argomenti, il dottore è tuo.
--E con gli ammalati parla di poesia?
--Egli non fa visite a nessun ammalato; non s'intende nemmeno del polso. Deve aver studiato medicina
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