Libro serio | Page 2

Antonio Ghislanzoni
a Ravenna.
Nessun paese �� pi�� reazionario dell'Italia, sotto l'aspetto dell'opposizione che qui incontrano i giovani talenti--Non si ha fede nei giovani--non si ammette l'intelligenza, se questa non abbia acquistato autorit�� dai capelli canuti e dalle rughe del volto. Non si vuol tener conto di questa verit�� fisiologica, che il giovine di vent'anni entra nel mondo colle idee nuove della sua epoca, informato di tutti quei progressi che gli adulti non sono pi�� in grado di assimilarsi, dacch�� il loro spirito si �� in certo modo ossidato nei pregiudizi di altri tempi. Non �� qui il luogo dove ci sia permesso di sviluppare ampiamente questo tema, e di mostrare i danni che derivano all'Italia da questa sua eccessiva venerazione per gli uomini del passato, da questa diffidenza gelosa dei giovani ingegni.
Anche il Mariani ebbe a lottare per alcun tempo contro tale pregiudizio; senza di che, all'et�� di 17 anni, egli avrebbe preso il posto di direttore in una delle principali orchestre dell'Italia, e tosto il di lui nome sarebbe stato inscritto fra quelli dei pi�� valenti.
Pel Mariani la lotta non fu per�� cos�� lunga e crudele come per la pi�� parte dei giovani. Il di lui talento imponeva simpatia e rispetto anche ai pi�� anziani maestri; le gelosie e le cabale dei mediocri non ebbero forza di contrastargli lungamente il posto meritato.
Il celebre baritono Tamburini avea istituito in Faenza, sua patria, una Societ�� Filarmonica, dove tosto si era adunata una eletta schiera di giovani intelligenti e volonterosi per addestrarsi agli esercizi della musica istrumentale. Il posto di maestro e direttore di quella giovane orchestra venne affidato al Mariani, il quale diede allora tali saggi di intelligenza e di coltura musicale, da ottenere le testimonianze pi�� lusinghiere di stima dai suoi giovani alunni. Fu in Faenza, in mezzo alle cure della nuova Societ�� Filarmonica, che il giovane maestro di�� vita a non poche composizioni, per le quali fu sommamente lodato anche dai pi�� illustri cultori dell'arte.
Ecco una lettera molto lusinghiera, che il Rossini dirigeva in quell'epoca al Mariani:
?Pregiatissimo sig. Mariani,
?Ho fatto far copia della di lei Sinfonia in sol minore per eseguirla nei prossimi esercizi od accademie di questo liceo.
?Il suo lavoro �� rimarchevole considerandolo specialmente come lavoro di un esordiente. Bello �� il piano, logica la condotta e felicissimi i pensieri. Di questa sua bella composizione voglia aggradire i rallegramenti di chi si pregia di dirsi
?Suo devotissimo servo ?GIOVACCHINO ROSSINI?
?Bologna, il 16 agosto 1844.?
Incoraggiato dalla ammirazione pubblica e dalle felicitazioni dei pi�� insigni maestri dell'arte, il Mariani lasci�� presto il suo impiego di direttore d'orchestra della Societ�� Filarmonica di Faenza, e trasferitosi a Bologna, quivi d'altro non volle occuparsi per alcun tempo che dello studio dei classici. Rossini lo colmava di gentilezze, lo incoraggiava coi pi�� lieti pronostici--il vecchio maestro Marchesi gli dava lezioni di perfezionamento nella difficile scienza delle armonie.
Nell'autunno e carnevale del 1844-45, chiamato a Messina per concertare le opere e dirigere l'orchestra di quel teatro, Mariani dovette cedere alla forza del pregiudizio, in quanto i cos�� detti professori di quell'orchestra protestassero accanitamente di non voler suonare sotto la direzione di un ragazzo forestiero.--A quell'epoca, un artista nato a Ravenna, nel cuor dell'Italia, era un forestiero pei signori professori del teatro di Messina!
Ma l'Accademia filarmonica non permise che il Mariani si partisse da quella citt�� col rammarico di uno sfregio immeritato. Per riparare al gravissimo torto di pochi professori mestieranti, quella Societ�� di eletti musicisti invit�� il giovane maestro a dirigere parecchi concerti, dove non poche composizioni di lui vennero eseguite con grande successo. Il principe De-Liguori, intendente generale di quella provincia, commise al Mariani di scrivere diverse marcie e pezzi da concerto per la banda del reale Orfanotrofio, e i nuovi lavori ottennero tal voga, che pi�� tardi i medesimi avversarii del giovane artista dovettero rendergli giustizia e riconoscere i propri torti.
Nell'anno 1845, il Mariani si rec�� due volte a Napoli, dove strinse relazione coll'illustre Mercadante, dal quale ebbe conforti e consigli. In quella occasione scrisse parecchi componimenti vocali, che vennero appunto eseguiti nella sala del celebre maestro, con molto aggradimento dei pochi ma eletti uditori. In questo genere di composizioni da camera, il Mariani doveva pi�� tardi elevarsi a tale altezza da rivaleggiare coi pi�� famosi, e vincerli spesso.
Nel maggio del 1846 venne a Milano, e qui cominci�� pel Mariani la vera, la grande carriera del maestro concertatore: qui il di lui nome acquist�� quella voga di popolarit�� che decide le sorti di un artista. A quell'epoca il pubblico delirava per Verdi. Quella che oggi vien chiamata, quasi con dispregio, la prima maniera del pi�� drammatico, del pi�� popolare, del pi�� affascinante dei moderni compositori, fanatizzava in allora le masse del pubblico italiano per la insolita gagliardia dei concetti e dei modi. Nel 1846, la musica di Verdi presagiva la rivoluzione del 1848--era musica febbrile, convulsa, esuberante;
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