che tu
possiedi;
Valgono i bovi, valgono
Le scope ed i pitali....
Tu solo, in tal dovizia,
Gabrio, tu
nulla vali.
ALLO STESSO
Se a piè mi incontri, o Gabrio,
Meco a parlar ti fermi,
Se al corso in cocchio transiti,
Fingi di non vedermi.
Io, più cortese e amabile.
Dalla pedestre folla
Ti grido ognor con enfasi:
«Addio,
superba chiolla!
A GELLIO
Ho letto in qualche libro, e intesi dir da molti
Che gli uomini di ingegno fanno i
figliuoli stolti;
Di parlar teco, o Gellio, se a qualcheduno accade,
Che tuo padre era un
genio tosto si persüade.
QUESITO
Veggo che in molti opuscoli
E libri si censura
Chi chiamò il matrimonio
Nodo
contro natura.
Perchè, fra gente seria,
Fra legisti e curiali,
Solo i figli illegittimi
Si chiaman
naturali?
A CLELIA
Dì: quei capelli
Sì folti e belli;
Clelia, que' denti
Bianchi e lucenti,
Quel nuovo
petto
Che hai nel corsetto,
Quanto han costato?
--Tutto ho comprato
A prezzo
onesto
Vendendo.... il resto.
RISPOSTA
Non ti nomai; d'un asino
Scrissi, tu ti offendesti.
Nei versi miei specchiandoti
L'effigie tua vedesti?
ANIMA PIA
Ogni giorno si confessa;
Se ogni notte la contessa
Non facesse un po' all'amore....
Che direbbe al confessore?
MUSICA DEL PASSATO
L'autor del Rigoletto, scrivendo ad un amico,
Disse: è ben che i maestri ritornino
all'antico.
Certi nuovi spartiti, che infatti hanno un tal merito, Non vedran l'avvenire,
vedran bensì il preterito.
GUARENTIGIE PARLAMENTARI
Fuori dal Parlamento,
Fra noi dell'umil schiera,
Per falso giuramento
Si può andare
in galera--
Al Senato, alla Camera
Miglior sistema è invalso....
Ivi per molti è titolo
D'onor giurare il falso.
GLI EROI[13]
Eroi, eroi!
Che fate voi?
--Voi massacrate,
Assassinate,
Voi desolate
Borghi e
città;
Un vil bifolco
Che suda al solco,
Val più di voi,
Birbe di eroi!
AD UN MAESTRO
Tutti oramai son editi
I tuoi capolavori;
I torchi più non gemono,
Gemono gli
editori.
CONSIGLIO PROVVIDO
Dì quel che gli altri dissero,
Fa quel che gli altri han fatto;
Chi papagallo o scimmia
Non è, pei volghi è un matto.
MIRACOLI
Allor che al mondo annunziasi
Qualche molesto evento:
«Oh! il dito dell'Altissimo!»
Sclamar dai preti io sento.
D'un prete la Perpetua
Ier l'altro ha partorito...,
A compier tai miracoli
Di Dio bastar
può il dito?
STATISTICA [14]
Su per giù, nasceranno
In Italia cinquantaCinque
spartiti ogni anno...
Ne muoiono
sessanta.
A GELLIO DEPUTATO
Gellio: se non ti avessero
Eletto a deputato,
Col titol di onorevole
Chi mai ti avria
chiamato?
CHIASSI FUNEBRI
Se muore un uom grande
Per senno e valor,
Nell'aria si espande
Immenso fragor.
Son genî incompresi,
Son piccoli eroi,
Son nani che gridano:
«I grandi or siam
noi!»
FINALMENTE!
Di Wagner la grand'opera
(Oh evento fortunato!)
Tutti fra poco udranno--
E
l'avvenir fra un anno
Si chiamerà il passato.
CONGRESSI
Al Congresso operaio
Andò il mio calzolaio.
Io colle scarpe rotte
Rimasi; il buon
Crispino
Brïaco l'altra notte
Tornò senza un quattrino.
--Dirmi oserete adesso
Che
inutil fu il Congresso?
A GIACINTA
In volto audacemente io ti guardai;
A ragione, Giacinta, ti offendesti....
Se guardata
nessun ti avesse mai,
Fama di bella avresti.
GIACULATORIA
Grazie, o Signor! di un pargolo
La casa mia si allieta;
Fa ch'egli cresca incolume,
Fa ch'ei non sia poeta!
Se poi delle tue grazie
Colmar lo vuoi, Signore:
Fa ch'ei sia sempre un asino
Ma
ragli da tenore.
CONVERSAZIONE CONIUGALE
A mensa divorando
Con gagliardo appetito,
Così parlava Eugenia
Al burbero
marito:
«Come felici siamo!
«Dimmi: non ti consola
«Pensar che noi formiamo
«Due corpi
e un'alma sola?»
--Se un corpo solo avessimo,
L'altro rispose, appieno
Sarei felice, o Eugenia;
Mi
costeresti meno.
RAFFRONTI STORICI [15]
Narran le antiche cronache
Che un pazzo imperatore
Al suo cavallo il titolo
Donò di
senatore.
Qual meraviglia? Ai facili
Tempi che venner poi,
Forse più eccelsi titoli
Non ebber
ciuchi e buoi?
POUACH!!!
Su questo cencio ignobile
Che ha titol di Rivista
Sputò la bava sordida
Un rospo
giornalista;
Qui con oscene ingiurie
Quel sozzo ordì i ricatti;
E con tal foglio il podice
Credi
forbir? lo imbratti.
EPIZOOZIA
Fra le bestie bovine del paese
Ha nello scorso mese
Una peste terribile infierito;
Per
tema del contagio
Il Sindaco è fuggito.
NEL CIMITERO
Che brava gente! A leggere
Le scritte, esclameresti:
«Color che qui riposano
«Tutti
eran probi e onesti!»
Pur, se dall'urna sorgere
Potesse alcun, senz'armi
Col portafoglio in tasca
Qui non
vorrei trovarmi.
DON NATALE [16]
In Dio non crede,
In nulla ha fede,
Pur, don Natale
È clericale.
Che mai lo lega
Alla congrèga
Turpe e nefasta?
--È pederasta.
A FLAVIO
Troppo imprecasti contro i venduti;
Di tema, o Flavio, perchè non muti?
Qualcun già
mormora che sii sdegnato
Perchè nessuno t'ha mai comprato.
AL TEATRO MANZONI
La gente uscia dall'atrio,
Il dramma era finito:
--Come i teatri annoiano!
Sclamava
un buon marito;
Di becchi e donne adultere
Sempre la scena è invasa;
A tali drammi
assistere
Tutti possiamo in casa.
AD UN POETA
Tutti lodarono
I tuoi sonetti;
Prova certissima
Che niun li ha letti.
PASQUA
Ad una signorina
Amabile e garbata
Dissi: Pasqua è vicina....
Vi siete confessata?
Ed ella: al rito santo
Ci andrò, ma all'ultim'ora;
Spero di fare intanto
Qualche
peccato ancora.
AD UN EX
Perduto il titolo di deputato,
Ex-onorevole fosti chiamato--
Ma chi in gran conto non
t'ebbe prima,
Quasi onorevole oggi ti stima.
NECROLOGIO
Morì l'Osservatore
Organo dei rétrivi....
Qual lutto per l'Italia!
I redattor son vivi.
I TELEGRAMMI DI RE GUGLIELMO [17]
I.
Ier, sotto i forti,
Grande macello....
Sei mila morti....
Il tempo è bello.
II.
Bombardamento
Ricominciato....
Morti seicento....
Dio sia lodato!
III.
Oggi, gelati
Mille soldati....
Sano son io....
Sia lode a Dio!
NAPOLEONE III [18]
Lui grande al par di Cesare,
Quando reggea l'impero,
Lui vinto, infame dissero
E
stolto avventuriero;
Giudicheranno i posteri
Qual fu Napoleone;
Ciò che fin d'or si giudica
È il
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