Libro allegro | Page 3

Antonio Ghislanzoni
un sapore ripugnante al palato degli uomini; ove ci�� non fosse, questi signori sarebbero ben capaci di divorarci anche noi, che siamo, come essi affermano colle parole e cogli scritti, i loro migliori amici.?
FIDO.

GIANBARBA
La scorsa settimana, dopo aver constatato, dietro esame de' miei bilanci segreti, che i miei molteplici impiegi mi rendono nel corso dell'annata un beneficio netto di lire duemila all'incirca, mi �� parso di poter finalmente concedermi il lusso di un domestico.
Esposi il mio pensiero all'amico Eugenio--un amico nel quale ho piena fiducia.
--Ho l'uomo che fa al caso tuo, disse quegli.
--A meraviglia!... Quando potr�� vederlo?
--Stassera istessa.... Vado subito in cerca di lui.... Non convien perder tempo--sai bene--c'�� grande carestia di domestici, e qualcuno potrebbe prevenirci.
--Bada ch'io non voglio spender troppo....
--Il mio uomo deve avere delle esigenze modestissime.
--Fedele?
--A tutta prova. Egli dur�� per un anno al servizio del pretore Buschetti, il quale, traslocato subitamente a Catania, era dolentissimo di non potere, in causa del grave dispendio, condur seco quella perla di domestico.
--Sta bene.... Affrettati, dunque!... e appena ti vien fatto di trovarlo, mandalo qui; io rimarr�� in casa ad attenderlo.
Non attesi molto. Di l�� a due ore, l'uomo fu alla mia porta.
--Come ti chiami?
--Gianbarba, per servirla.
--�� inutile che io ti domandi se sai far la cucina....
--Far la cucina!... Oh! questo poi!...
--Come! non sai far la cucina!... Non sei stato per un anno al servizio del pretore Buschetti?
--S��, signore; ma quando andai dal signor pretore, ho trovato la cucina bell'e fatta, coi rispettivi fornelli e tutto l'occorrente....
--Vedo che sei faceto!... tanto meglio; amo gli uomini di buon umore.... So che il pretore si lodava molto di te.... Ci�� che mi preme �� di aver in casa un uomo onesto e fedele, ed ho avuto sul tuo conto le migliori informazioni.--Quanto chiedi di salario?
--Faccia lei, signor padrone--io non voglio metter limiti alla sua generosit��.
--�� un furbo!--pensai io... Poi gli dissi: amo i patti chiari; la mia generosit�� non ha confini, ma lo stesso non si pu�� dire delle mie rendite. Dunque, ascoltami bene. Io ti nutrir��, io ti vestir��, e alla fine di ogni mese ti dar�� dieci lire di stipendio. Sei contento?
--Come!... Lei si degnerebbe?... Ma io non merito tanto....
--Alla buon'ora! Vedo che l'amico Eugenio non mi ha ingannato, e che le tue pretese sono modeste. Per mia parte non esigo molto; non ho moglie, non ho famiglia. Terrai puliti gli appartamenti, mi appresterai ogni giorno un paio di piatti e una buona minestra, custodirai la casa quand'io andr�� fuori.... Insomma.
--Insomma, non serve che Lei mi dica altro. La servir�� come ho servito per un anno il signor pretore....
--Precisamente; non chieggo altro.
--Quando Lei crede, sono pronto ad entrare in servizio.
--A meraviglia! Va a prendere le tue valigie, se ne hai. Io ti assegner�� una camera, e questa sera istessa dormirai qui.
Gianbarba fece un inchino e se ne and��, promettendo che di l�� a pochi minuti sarebbe tornato.
--Mi pare un buon diavolaccio, esclamai accompagnandolo coll'occhio mentr'egli si allontanava. Al muso lo si direbbe un po' scimunito, ma avvien spesso che sotto una stupida fisonomia si nasconda una mente argutissima.
Gianbarba non tard�� molto a ricomparire. Io gli mostrai la sua stanza, e parve assai soddisfatto. Lo condussi nel mio studiolo, nel mio salottino, nella mia camera da letto poco discosta dalla sua, in cucina, in cantina, in ogni angolo della casa. Apersi gli armad?, gli indicai i ripostigli pi�� segreti, gli feci la consegna delle stoviglie e delle suppellettili da cucina.--Vedo che c'�� molta roba, sclamava il debben figliuolo ad ogni tratto.... Va bene! la casa �� ben fornita.... Solamente.... mi pare....
--Che cosa?
--Che manchi quello strumento....
--Non ti capisco....
--Voleva dire.... la canna....
--Una volta per sempre: bada che io non amo le reticenze--via! non metterti in soggezione!... Fra padrone e domestico bisogna parlar chiaro, se si vuole intendersi.... Dunque: cos'�� questa canna che tu mi vai suonando?
--Poich�� ella vuol proprio che la nomini, le dir�� dunque, salvo il rispetto a lei dovuto, che intendo parlare della canna da serviziale.
Colpito di meraviglia, io vibro una occhiata perforatrice nel volto del domestico. Nel cervello mi balena un pensiero sinistro: che l'amico Eugenio, mettendomi questo mobile di carne umana tra i piedi, abbia mirato a burlarsi di me!--Poi rifletto: ?pu�� anche darsi che questo gaglioffo soffra di qualche incomodo intestinale e che i medici gli abbiano ordinato.... Se ci�� fosse, avrei torto di non porgergli il mezzo di proseguire la cura.
--Via! non ti cruciare, gli dico con piglio incoraggiante--in casa mia c'�� quanto pu�� occorrere ad un malato e ad un sano.... L'istromento che tu cerchi, �� l��, in quella cassetta senza coperchio che vedi sporgere dal sottoscala. Non hai altro da chiedermi?
--Null'altro.
--Hai tu pranzato?
--S��, signore; ho mangiato prima di venir qui....
--Vorrai dunque permettere che io pure vada a pranzo.--A rivederci!... Ordinariamente alla sera non rientro che a dieci ore; ho meco la chiave della porta, e
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