della
vicina.... E poi, infin dei conti.... il signor Domenico i biglietti li ha dati
a me.... Sono io che stamattina glieli ho chiesti.... a nome della mamma.
Frattanto, dietro le nostre spalle si vanno agglomerando nuovi spettatori.
Un uomo di circa trent'anni, sparuto nel volto, coi capelli lunghi e ben
pettinati, cogli abiti alquanto luccicanti sotto le maniche, si è collocato
a fianco delle matrone, divorando cogli occhi una delle giovinette che
seggono al nostro lato. Tre o quattro giovinetti superano la barricata
d'un salto, volgono saluti a destra e a sinistra, chiamano a nome i vicini
e i lontani, e si studiano di attirare l'attenzione delle donne colla
vivacità dei loro epigrammi.
--Che vuol dire questo miracolo? Anche lei qui, signora Caterina!
--Lei.... signor Pedrino!... Abbiamo avuto i biglietti da un comico della
compagnia, che alloggia in casa nostra, al quinto piano.
--Ma brava, la signora Caterina! E chi è questo comico? senza dubbio il
primo amoroso....
--È il primo tenore....
--Oh! Oh! il primo tenore.... che abita al quinto piano!.... A proposito:
come si chiama? Ehi, di là! nessuno ha un libretto?.... Forse quel
signore là abbasso....
--Cecilia! tira fuori il libretto!
--C'è forse bisogno del libro per sapere il nome del nostro vicino di
casa? Egli si chiama Domenico Scanagatta....
--Diavolo! Scanagatta! che razza di nome.... per un primo tenore....!
--Primo dei primi.... lo ha detto egli stesso, esclama la donna grossa,
indispettita dalle risa e dalle maligne esclamazioni dei circostanti.
L'Inglese che ha prestato orecchio a quelle ciarle, consulta l'elenco dei
personaggi e degli attori, poi volgendosi a me:--quella signora s'incanna,
mi dice--non trovate in lipretto Cane e Gatta, ma Napoleone Moriani.
--Il libretto che voi avete fra le mani porta la data del 1847, quando
l'Attila si rappresentava alla Scala.
--Oh! oh! vere! verissime! Tata tel 1847! Mi più niente capite....
Frattanto, uno dei giovani che sta dietro di noi si è preso l'incarico di
leggere a voce alta, e di spiegare il melodramma alla comitiva
femminina. Ma non appena egli ha declamato i primi versi:
Urli--rapine Stupri, rovine, ecc.
la Cecilia interrompe la lettura esclamando: che razza di parole son
queste! Ci capisco io niente, signor Pedrino?.... Mamma: cosa sono gli
stupri?
--Vuoi finirla? Son domande da farsi codeste? Saprai tutto a suo
tempo....
--Vi spiegherò io, popolina, mormora il giovine sparuto, il quale
insensibilmente si è avvicinato alle ragazze.
La più grande volge indietro uno sguardo melanconico--uno sguardo
che rivela cento segreti.... Lo sparuto dalle maniche luccicanti è
l'amante corrisposto. La giovinetta taciturna e contemplativa sa di
averlo alle spalle.... e aspetta trepidando qualche prova palpabile del
suo amore.
Ma ecco, i suonatori si mettono al loro posto e cominciano ad accordare
gli stromenti.... Dalla platea e dagli ordini più elevati si grida: sonèe! si
battono le mani e i bastoni.... Il pubblico sovrano minaccia di farsi
riottoso.... Mentre l'Inglese per istinto di curiosità spinge il capo fuori
del parapetto, quattro o cinque individui che stanno di sotto gli
rivolgono la parola e gli fanno dei gesti insolenti: «_Ehi lûu, sur
sciloster! El ved no che ghè de la gente chi abbasso?_--Parlatte con me
quei signori?.--Avreste forse gettato qualche cosa sulla testa di quella
brava gente?--Mentre io scambio tali ciarle col signor Jhonnes, la
Cecilia, che da qualche tempo sta rosicchiando dei semi di mellone,
sputa parecchi gusci sul naso degli spettatori irritati. Fortunatamente
una violentissima esplosione di applausi, di fischi e di grida, obbliga il
direttore di orchestra a dare il segnale dell'attacco. I suonatori
distendono l'arco e imbeccano i tromboni.--Silenzio!--Abbasso!--Giù il
cilindro!... limonata fresca!--E in mezzo al gridío, finisce il preludio--il
sipario si leva--quattro o cinque servitori di scena fuggono tra le quinte
come sorci colpiti dalla luce; e otto coristi si avanzano urlando da Unni.
--Oh! vedi, mamma! ecco là il signor Domenico! Io l'ho subito
riconosciuto.... Non vedi, mamma, ch'egli ci saluta?
--Zitto!.... Ma vediamo!. Dov'è questo signor Domenico?
--Ah! gli è dunque il primo tenore dei cori, che vi ha dato i biglietti,
signora Caterina!
--Sì.... il primo tenore.... dei primi!... Proprio lui! Con quella barba non
lo avea riconosciuto....
--Hai veduto, mamma? Il signor Domenico si è messo in ginocchio....
--Sicuro! i coristi.... cioè gli Unni.... si mettono in ginocchio--dice il
nostro vicino sentimentale, che si è dato a conoscere per un
parrucchiere di Viarenna--tutti fanno onore ad Attila flagellum Dei, che
viene in sulla biga per sentir cantare i soldati....
--Perchè quella carrozza è tirata da due uomini vestiti come
gl'infermieri dello spedale!...
--Perchè.... a quei tempi non erano inventati i cavalli....
--Ma, ecco la prima donna! replica il parrucchiere gravitando sulle
protuberanze più soffici della nostra vicina; essa viene per ammazzare
il basso.
--Il basso? ma dov'è questo basso?...
--Là, in piedi!... il più alto di tutti.--Ora, vedremo il baritono, cioè il
romano....
--Il baritono non è
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