gli altri animali di casa Tencalli mi amano e mi stimano. Il
cane mi usa ogni cortesia, il gatto mi adocchia con benevolezza, e due
grassi paperi a me compagni di letto e di mensa, hanno sempre
rispettato il mio pudore. Addio, mio adorato Sperongiallo.--Fido vuol
partire e accenna, sollevando la coda, che attende la lettera. Scrivimi
presto, scrivimi spesso, e amami come ti amo.
_Lettera di Sperongiallo a Nasella_
Oggionno, 7 dicembre.
Caruccia mia,
Sotto la coda di Fido ho trovata la tua amabilissima lettera, e non puoi
immaginare con quanta gioia io abbia divorato i tuoi profumati caratteri.
Sì: benediciamo agli uomini, benediciamoli in ogni ora del giorno
perchè infatti non v'ha ora del giorno che essi lascino trascorrere senza
colmarci di favori. Il mio nuovo ospite signor Meronzio fa degno
riscontro al tuo eccellentissimo provveditore dottor Tencalli. Malgrado
il mio amore per te, sempre mai fervidissimo, io mangio dal mattino
alla sera. La signora del luogo mi predilige. L'altro ieri, dopo avermi
amorosamente palpeggiato il collo e il sottocoda, l'ho udita io stesso
gridare alle sue genti: Guai per tutti, se al termine del mese costui non è
grasso come mio marito!--Sarebbe troppo. Debbo dirtelo, Nasella?...
Potrà il tuo amore resistere a siffatta rivelazione? Dal giorno che ci han
separati, io ho raddoppiato di volume e di peso.--Ma la bontà degli
uomini è grande; essi ci hanno disgiunti, essi penseranno a riunirci--e tu
poi, tu.... Nasella, quando saremo riuniti penserai a smagrirmi.--Addio,
mi chiamano pel quattordicesimo pasto... Nell'orto vicino vi è una
dindietta che canta ogni sera alla distesa l'aria del _vieni meco_; ma io,
colla miglior voglia del mondo, non sarei più in grado, stante l'obesità,
di sorvolare al muricciuolo. Vivi dunque sicura della mia fedeltà, e
conservati per chi ti ama.
_Nasella a Sperongiallo_
Galbiate, 10 dicembre.
Due righe per dirti che sto bene e che ieri, frugandomi col becco tra le
piume posteriori, ho veduto che le mie carni hanno acquistato il
candore della neve.--Sei contento? Mi par di sentirti, briccone!...
glout-glout.... Eh! convien darsi pazienza! Ieri il guattero mi ha detto
sorridendo: fra una settimana ti faremo la festa!... Ciò significa
indubbiamente che questi signori, sempre buoni e amorosi con noi,
hanno la intenzione di riunirci. Benediciamo la provvidenza umana!
_Sperongiallo a Nasella_
Ho appena la forza di scriverti, tanto sono obeso. In verità, questi
signori cominciano ad eccedere nella cortesia. Stamane volevano che io
mangiassi otto noci col guscio.... Ho protestato; ma il guattero, che non
si intende di lingua indiana, mi aperse il becco di viva forza, e credendo
farmi un piacere grandissimo, colle noci mi respinse nel gozzo la
protesta. «Inghiotti! inghiotti! gridava dalla sala il signor Meronzio; ti
faran bene!» Addio, Nasella! Vado a coricarmi con otto noci sul
cuore.... Domani, se sarò vivo, probabilmente starò meglio.
_Nasella a Sperongiallo_
16 dicembre.
Sei tu vivo? o piuttosto: siamo noi vivi?... Lascia, lascia che io gridi col
poeta:
«Tutto perfidia, tradimento, inganno!»
Sì! noi siamo traditi.... La strage dei nostri è decretata.... Ho appena il
tempo di prevenirti.... Se puoi, affrettati.... salta il muro.... riparati
all'estero.
I due grossi paperi, che dividevano meco gli innocenti tripudî del
pollaio, son caduti stamane sotto il ferro del carnefice. E sai chi è stato
il carnefice? Quello stesso che tutte le mattine ci apprestava il cibo e ci
colmava di amorevolezze. La famiglia del Tencalli, uomini, donne,
fanciulli, assistevano alla strage ridenti e plaudenti. La sorte di quegli
sventurati paperi sarà la mia. Il mio supplizio fu differito di alcune ore
in grazia di un giovine poeta qui giunto da Milano, il quale intercesse
per me. Le sue cordiali e fervide invettive contro la scelleraggine
umana disarmarono per poco la sanguinaria ferocia del guattero. Ma il
buono e coraggioso poeta non ha egli divorato, oggi stesso, alla mensa
dei Tencalli, due auree costolette, le quali, or fanno appena cinque
giorni, erano incorporate ad un vitello, unico figlio della più onesta
delle vacche?--Te lo ripeto: tutti perfidi e spietati!... Dio!... l'uomo
bianco!... il coltello!... dove fuggo?...
_Sperongiallo a Nasella_
17 dicembre.
.....La tua lettera mi trova.... spirante. Ti scrivo col sangue.... Mi unisco
a te nell'imprecare alla ipocrisia ed alla ferocia degli uomini.... Iddio ci
vendicherà.... Ci rivedremo nella patria degli eletti, laddove tutti,
uomini e bestie, diverremo ragionevoli e buoni.... per mancanza di
appetito. Ti consoli il pensiero che io muoio grasso come i tenori
dell'opera, e posso al pari di questi cantare nell'agonia:
Nasella... io t'amo.... io t'amo... E ti precedo in ciel!
Ti dedico il mio ultimo si.... ben.... molle....
......Ah!!!...
_Fido a Diana_
28 dicembre.
«Perdona se ieri non son venuto a trovarti. Sai bene; al Natale, in casa
Tencalli, tutti imbestialiscono più del solito. Non dubito che tu avrai
passata la festa cristianamente. Qui ce ne siam dati da crepare. Da me
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