desiderar la lotta, a invocarla, a gridare, a minacciare. Inutili comandi diede Orlando; i gendarmi spalancarono le porte e sbucarono sulla via. Una salva di fucilate li accolse; la mischia divenne subito terribile, e parecchi morti insanguinarono il selciato. Orlando, vedutosi solo e certo del trionfo dei patrioti, corse innanzi ai compagni, e a tutta voce grid��:
--A me Cletto! Viva Italia!
--Orlando, a noi!--Bino replic��,
Ma i gendarmi non cedevano, e il fuoco aumentava. Feriti e scemati, essi opposero la pi�� disperata resistenza, e pochi contro molti vendettero cara la vita; mancate le cariche ruotarono in giro l'armi vuote con furore crescente e sempre pi�� raggruppandosi in cerchio. Era valore degno di scopo migliore, pur italiano; e gli stessi offensori li ammiravano e compativano. Quei prodi non sapevano altro nome che quello del re, non avevano idea dell'Italia e della libert��; non pensavano che col cervello dei comandanti; difendevano l'assisa, lo stemma, le spade! Nondimeno, affievoliti e oppressi, dopo un'ora di lotta, quegl'inferociti si contarono, si trovarono venti, e viddero a s�� intorno una siepe d'estinti. Le armi si erano spezzate, le fronti grondavano sudore e sangue, il numero degl'insorti cresceva ad ogni istante, provetti erano i loro duci, nessuna speranza di scampo. Piegarono quindi, ma piegarono alteri; gettarono l'armi e senza dir parola n�� muover lamento s'arreser prigioni. Cessata la mischia, anco le ingiurie e le bestemmie cessarono. Il popolo sgombr�� la via e si accord�� qualche riposo. Le salme dei morti vennero gettate nel campo pi�� vicino, ed ai vinti si concesse libert�� col comando d'uscir da Mussomeli. Bino e Fuoco condussero Orlando in presenza di detto, ne lodarono l'amor pel paese e il coraggio con cui avea sfidate l'ire dei subordinati, e tanto fecero e dissero che Navarro (il quale temeva d'inganno ed odiava d'odio generoso la divisa che il capitano indossava) gli stese cordialmente la mano e l'abbracci��:
--Uniti da grande proposito, saremo sempre fratelli, Orlando!
--Ve ne son grato, Cletto. Quest'abbraccio mi riconforta...
--E vi ricompensa--interruppe Bino--avete molto sofferto!
--Oh s��, molto! L'assisa che vesto m'umiliava; vile fra vili temevo sempre l'oltraggio del patriota... due soli m'hanno dato speranze... coraggio... Bino e Pardo.
--Siete amico di Pardo?
--Me ne onoro, Cletto. Lui mi riabilit��, da lui ebbi consigli e sprone. Oh potessi baciarlo in volto!
--Pardo sar�� presto con noi... domani, forse oggi... stanotte...
--Amici--grid�� in quella, correndo loro incontro, un giovane montanaro--amici, sulla postale di Cammarata appare una colonna di regii. Il denso polverio impedisce lo scorgerne il numero, ma temo sian molti!
--Soldati?... �� dunque un assalto... su, su compagni, asserragliamo le vie... barrichiamo le porte...
--Volete combatter qui?--osserv�� Orlando--qui?... all'aperto?... tagliati dal fiume?... esposti ai loro colpi dall'alto? no, no Cletto... pieghiamo su Acquaviva...
--Avremo Sutera alle spalle... Pardo vedr�� e verr��. Acquaviva �� pi�� sicura.
--�� almeno meglio difendibile.
--Dunque ad Acquaviva!--ton�� Cletto; e d'un salto fu in piazza.
Intanto gli armati di Vallelunga, Villalba e Mussomeli s'erano raccolti e schierati; ed allorch�� Navarro grid�� loro che il nemico s'avvicinava e che giovava ordinarsi in battaglia sulle alture vicine ad una voce tutti risposero:
--Ad Acquaviva!
E ad Acquaviva giunsero mezz'ora dopo. E allora appunto Frazitto occupava Mussomeli.
VII.
Vedesti mai un tramonto d'aprile?
Il sole, dopo avere in tutta la sua pompa attraversata la valle, scendeva lento lento dietro le punte del Monte Cammarata, irraggiando quasi d'isforzo i boschi e i pendii. La parte pi�� profonda della vallata era gi�� immersa nelle tenebre, e il rumorio delle acque nascoste rompevano solo il silenzio. Ombre melanconiche ed uniformi velavano i dossi e le calate, e il morir quieto ma solenne del giorno le aumentava, mettendo nel villico
Una tristezza che non �� dolore.
Le montagne all'ingiro, pi�� umili del gran fratello, cerchiavano con muta eguaglianza la vasta scena, e dietro ad esse spiccava il ceruleo del cielo ingemmato dalle prime stelle. Qualche torre rompeva qua e l�� il monotono orizzonte, qualche squilla dava il saluto della sera, e il lontano canto del pastore addolciva la tetra calma della natura. A poco a poco per�� anco l'orbita infuocata del sole sparve, e con lui ogni luce animatrice. L'azzurro celeste brill�� pi�� vivo e tagliato, la luna concesse i suoi primi sorrisi, e quei raggi di argento spezzavano la tenebria e infondevano la vita pacata e solitaria della notte alle falde deserte. Le alture d'Acquaviva erano anch'esse inondate da quella luce, e perch�� franate da ogni banda e segate dalla sommit�� ai declivii da torrentelli e gore, il contrasto dei dirupi colle spianate riusciva armonico e pittoresco. Vedute da lontano si sarebbero assomigliate a piccoli vulcani spenti, i rivoli delle cui lave impietrati brillassero al cospetto della luna, e di cui i crateri si fossero per potenza misteriosa riempiuti sotto uno smalto uniforme insieme e vago di lucidi massi e zolle fiorite. Nuotante in un oceano indefinito di splendore argenteo, il povero paesuolo s'ergeva sparso in rustici casali su quelle cime; contemplato da settentrione sembrava si
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