Le commedie - lo astrologo | Page 2

Giambattista Della Porta

GRAMIGNA. Se ben tutto il popolo fosse birri, bargelli, manigoldi, e
tutta la cittá prigioni, galee, berline e forche, lo faremo star a segno; e
doppo la nostra partita vi resterá un seminario de' pari nostri.
ALBUMAZAR. Non aspettava altra risposta da' vostri animi generosi,
ché giá vi veggo scolpiti nelle fronti i trofei e trionfi; né restarò
defraudato delle gran speranze di voi. Io son per proporvi un partito.
RONCA. Ecci guadagno?
ALBUMAZAR. Per altro non m'affatico.
RONCA. Eccoci pronti, o piú pazzi e piú bestie che mai!
ALBUMAZAR. Appena giunsi qui in Napoli, che fui richiesto da uno

certo Pandolfo, vecchio ricco di danari e mobili di casa, che sta
innamorato; ché se l'etá gli scema il cervello, l'amor gli lo toglie in tutto.
E quello che importa, è che dá credito alla astrologia e alla
negromanzia: che si può dire piú? ché se fosse uno Salomone, il dar
credito a queste sciocchezze bastarebbe a farlo la maggiore bestia del
mondo. Mirate fin dove giunge la umana curiositá o per dir meglio
asinitá! Or io facendo dell'astrologo che partecipa un poco del
negromante, che pizzica dell'alchimista e del far molini, con l'aiuto de'
miei cari compagni spero lasciare memorabili segni della nostra pratica
in casa sua, né dubito punto della riuscita.
RONCA. Quei danari e quelle tapezzarie saranno a noi acutissimi
incitamenti ad esser piú destri e piú scaltri e piú solleciti che mai.
ALBUMAZAR. Giá da' vostri ladri cenni, furbeschi atti e muti zerghi
conosco il pensiero che si ravoglie nel cuore: state attenti a' miei
pronostichi e fateli riuscir veri. Avisatemi di quello che intendete; ché,
acquistata che avremo la credenza appresso lui, li faremo la casa piú
netta e lucida di uno specchio.
RONCA. Attendete a far bene voi la parte vostra, ché da noi vedrai
effetti che avanzaranno la tua stima.
ALBUMAZAR. Eccolo che viene. Arpione, discostati, ascolta ciò che
dice e riferiscimelo; Gramigna, trattienti su la porta e vedi narrargli
qualche miracolo de' miei, perché io me ne entro.

SCENA II.
PANDOLFO vecchio, CRICCA servo, GRAMIGNA.
PANDOLFO. Cricca, io vo' farti consapevole di uno mio secreto: e se
le tue manigolderie, che hai usato contro di me fin ora, l'usarai in darmi
sodisfazione, ti impadronirai del tuo padrone e mi conoscerai piú
amorevole che mai; ché mai piú per l'adietro mi è accaduta una simile
occasione.

CRICCA. A che bisognan tanti proemi? pare come che ora m'aveste a
conoscere.
PANDOLFO. E perché è gran tempo che ti conosco, per ciò ho usato
tanto proemio.
CRICCA. Per chi donque mi conoscete?
PANDOLFO. Per un grande uomo! Se non fussi un gran furfante e se
avessi la coda dietro, saressi un diavolo per un uomo, ché vuoi far piú
per Eugenio mio figliuolo che per me.
CRICCA. E se mi avete in tale stima, non vi fidate donque di me, ché
io non posso esser altro di quello che io sono.
PANDOLFO. Potresti volendo, sta in tuo poter l'essere; e però ti ho
detto:--Se sarai cosí prudente e savio come sei manigoldo, e farai per
me quello che cerchi fare per mio figliuolo, avrai altra ricompensa da
me ora, che non speri col tempo da mio figliuolo.--Però se sarai
d'accordo meco e secondarai il mio desiderio, buon per te; ché se mi
accorgo che mi fai delle tue, guai a te.
CRICCA. Eccomi cosí manigoldo come voi dite, per ubidirvi e pormi
ad ogni rischio per amor vostro.
PANDOLFO. Ma perché dubito che cosí sia in mio favore come tu
diventar uomo da bene, vo' che mi giuri prima.
CRICCA. Giuro a....
PANDOLFO. Tu non sai di che giurare, e dici:--Giuro a.--
CRICCA. Giuro tutto quello che volete e non volete.
PANDOLFO. Poiché sei cosí frettoloso al giurare, sarai piú
volontaroso a non osservare.
CRICCA. Se ben dovrei pregarvi che non vi fidiate di me, pur per il
desiderio che ho di servirvi vi prego che ve ne fidiate.

PANDOLFO. Sappi, il mio caro Cricca, che fra i mancamenti della mia
vecchiaia il maggior è l'amore....
CRICCA. Che umor di malinconia o di pazzia!
PANDOLFO. Non mi interrompere: so che vuoi dire che son vecchio
di settant'anni.
CRICCA. Questo volevo dirvi.
PANDOLFO. Se son vecchio son tagliato a buona luna, e il legno
tagliato a buona luna dura gran tempo gagliardo e non fa tarli: «Il vino
vecchio è miglior del nuovo», «Gallina vecchia fa buon brodo», «Lardo
vecchio bona minestra».
CRICCA. Il fatto sta che voi non sète né lardo né legno né vino né
gallina.
PANDOLFO. Non sai tu quel proverbio: «Trista quella casa dove non è
un vecchio»?
CRICCA. Sí, per consiglio, ma non per marito. Vi guastarete lo
stomaco.
PANDOLFO. Son di buona complessione.
CRICCA. Bisogna essere di buono cervello; se non, farete la morte del
grillo che muore sul buco.
PANDOLFO. La
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