Le commedie - lo astrologo | Page 9

Giambattista Della Porta
la Luna è quel pianeta in cielo che si transforma in piú forme--ché dalla neomenia in sette giorni sin alla dicotoma, e dalla dicotoma in sette altri giorni al panselino, e in sette altri dal plenilunio alla dicotoma, e in altretanto al panselino,--ci serviremo di quella nella nostra operazione;...
PANDOLFO. Oh cose altissime!
GRAMIGNA. (Giá tuttavia entrano le carote).
ALBUMAZZAR. ... perché con quel suo mostrarsi in varie forme, mostra agli uomini d'intelletto che ella sola può fare questa maravigliosissima metamorfosi....
PANDOLFO. Oh che altissime cagioni!
ALBUMAZZAR. ... Onde bisogna ornare prima quella camera di drappi bianchi finissimi lunari, e se fossero di tela d'argento, assai meglio;...
GRAMIGNA. (Quei panni ti faranno trionfar per molti giorni).
ALBUMAZZAR. ... la terra coperta di lini bianchi e sottili;...
GRAMIGNA. (Per camiscie, fazzoletti, calzette e pedali).
ALBUMAZZAR. ... un altar nel mezzo della camera, con vasi d'argento, bacili, bocali, candellieri e turribuli; e se vi fossero alcuni vasi d'oro non saria male, per la fratellanza che ave il Sol con la Luna e per piú onoraria:...
GRAMIGNA. (Vuol che ci bastino per molti mesi ancora).
ALBUMAZZAR... ché con tal bianchezza e puritá si allettano li influssi lunari, perché questo apparecchio si fa per la Luna....
GRAMIGNA. (Anzi per noi, ché ci alletteranno e provocheranno più che il Sole e la Luna).
ALBUMAZZAR. ... Bisognano ancor per lo sacrificio e per certe altre ceremonie animali bianchi lunari, come una vitella di latte ma tutta bianca, ma se pur avesse qualche macchia piccola, non importa:...
GRAMIGNA. (E ancorché fosse tutta nera, pur ce la mangiaremo, non dubitate).
ALBUMAZZAR. ... cosí alcuni capponi, piccioni e vini bianchi per spruzzar sul foco, come chiarelli, grechi, vernacce, e quanto piú vecchio e brillante tanto migliore, e con quanta maggior abbondanza tanto l'opra sará piú agevole a riuscire: che in queste cose ?chi piú spende manco spende?, e ?se non si fa oggi non si fa in cento anni?, perché è la massima congiunzione di pianeti.
GRAMIGNA. (Oh che sia benedetto un tal astrologo! ché senza buoni vini il banchetto non poteva riuscire bene; e carichi di robbe e di cibi ci partiremo da Napoli allegramente).
PANDOLFO. Come farò che non ho tanti drappi in casa né tanti argenti?
ALBUMAZZAR. Potrete t?rgli in prestito, ché serviranno solo per quattro ore e si potranno restituire a' padroni subito subito. E se vi fossero alcune provature bianche e fresche e altri frutti bianchi, pur sarebbono a proposito.
GRAMIGNA. (E ci vuol l'acconciabocca ancora).
PANDOLFO. Tutto si ará.
ALBUMAZZAR. Ma avertite che, doppo fatta l'opra, vo' la catena d'oro promessame per elemosina delle mie fatiche.
PANDOLFO. Le cose son troppo care.
ALBUMAZZAR. Tanto le dolcezze d'amore saranno piú care, perché costono; né amore e avarizia stanno bene insieme.
PANDOLFO. Orsú! prometto, doppo che avete trasformato il servo, donarvi quanto vi ho promesso.
GRAMIGNA. (Diavolo, sazialo tu! dubito che il troppo chiedere non li faccia perdere il tutto).
ALBUMAZZAR. Or andiamo a fare l'elezione delle camere, poi datemi licenza che vada a prepararmi.
PANDOLFO. Andiam presto, ché ?il presto è il padron de' negozi?.--Vignarolo, non partirte di qua né dir parola ad uomo di quanto hai inteso, ancorché ci andasse la vita.
VIGNAROLO. E se mi uccidessi non mi partirei di qua, né se mi cavassi la lingua parlarei.

SCENA IV.
CRICCA, VIGNAROLO.
CRICCA. Vignarolo, che vai facendo?
VIGNAROLO. Castelli in aria.
CRICCA. Di che cosa?
VIGNAROLO. Il padrone mi ha commandato che non lo dica ad uomo.
CRICCA. Dillo a me che sono una bestia.
VIGNAROLO. No no: sai che da me son secreto; quanto or ci debbo essere che me l'ha commandato il padrone?
CRICCA. Io non lo voglio sapere se bene mi pregassi.
VIGNAROLO. Se non lo dico, potrebbe essere che mi facesse una postema nel corpo e mi crepasse.
CRICCA. Ma pure....
VIGNAROLO. L'astrologo mi vuole transformare in Guglielmo: entrarò in casa sua, darò Artemisia per moglie al padrone e l'Armellina al vignarolo.
CRICCA. Hai detto bene che fai castelli in aria che si risolveranno in fumo. Ma eglino dove sono?
VIGNAROLO. Son entrati in casa per eleggere la stanza per la transformazione.
CRICCA. (Oimè, la cosa va calda! l'astrologo fará certo l'effetto: il vecchio avrá Artemisia a dispetto di suo figlio e di Lelio suo fratello! Non è da perdere tempo: troverogli e avisarogli del fatto, e ripararemo questo accidente. Ma cercarò se posso prima disuader questo asino). Ma dimmi: come ti metti a tanto pericolo? ché nel disfar della persona ci va il pericolo della vita.
VIGNAROLO. Non ci è pericolo, no.
CRICCA. Come no? se ti tagli un dito si sente cosí gran dolore, che sará quando si disfará il tutto? Il padrone, con grandissime promesse che mi ha fatte, non ci ha potuto coglier me: ci ha colto te che sei una bestia.
VIGNAROLO. Me ne vien molto commodo.
CRICCA. Da questo commodo ne viene molto incommodo: il desiderio ti fa precipitare, e per dilettare i tuoi appetiti incapparai in qualche mala ventura.
VIGNAROLO. Me l'ha consigliato il padrone ed io lo vo' fare.
CRICCA. I cattivi consegli fanno cattiva riuscita: per lo piú
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