dell'albergo; sottovoce costui gli domand�� se le voleva vicine, e Ferrante gli disse subito che non importava. Grazia saliva innanzi, chinando il capo; alla porta della sua stanza, il segretario li salut��. Ella rest�� ferma, guardando Ferrante, con la mano appoggiata sulla maniglia della porta.
--Rammentati, �� alle dieci e mezzo: verr�� a prenderti alle dieci--disse Ferrante, gelidamente.
Le fece un saluto corretto e si allontan�� subito.
II.
Ella entr�� nella sua stanza e vi si chiuse, buttandosi pesantemente sopra una poltrona: si sentiva morire di tristezza, sentiva di essere disamorata, crudele con Ferrante, eppure non trovava ancora uno slancio di tenerezza, un impeto di passione per fargli dimenticare tutte quelle noie, quelle punture, quei disinganni, quelle amarezze. Ma tanta gente era loro intorno, dovunque, alla stazione, in piazza, nell'albergo, gente estranea, �� vero, ma curiosa, dall'orecchio teso, dallo sguardo acuto! Ella si era chiusa nella sua stanzetta, stanzetta piccola, linda, ma banale come tutte le stanze di albergo, ma fredda con tutto il lieto sole autunnale che vi entrava; Grazia si era chiusa l�� dentro, e un profondo pentimento le veniva in cuore, pel modo come aveva trattato Ferrante; la propria ingiustizia verso quel forte e docile amante che nulla chiedeva, che non si lagnava, che cercava di allontanarsi, di ecclissarsi sempre, onestamente, correttamente, mentre nell'anima gli ardeva la grande fiamma, questa propria ingiustizia, le faceva orrore, le sembrava un egoismo mostruoso, la crudelt�� di una donna glaciale che pospone sempre il mondo all'amore. Rivoltata contro s�� stessa, si lev�� per chiamare, per far avvertire Ferrante di venire da lei: voleva buttarglisi alle ginocchia per farsi perdonare, poich�� egli solo era buono e giusto. Ma mentre era l�� per premere il campanello elettrico, ud�� parlare sommessamente, nella stanza attigua. Si ferm��: non era sola dunque, malgrado che si fosse chiusa a chiave? Aveva dei vicini, a destra e a sinistra, forse da tutte le parti, che, come ella udiva la loro, avrebbero udita la voce di Ferrante e la sua, parlando d'amore? Oh questi alberghi, che realt��, che realt�� meschina, sconfortante, nauseante! Torn�� alla poltrona, vi si sedette, senza far rumore, aspettando che le voci cessassero; forse i vicini sarebbero usciti, partiti: allora ella avrebbe chiamato Ferrante, per farsi perdonare. Ma le voci dopo qualche intervallo di silenzio, brevissima pausa, si udivano di nuovo: erano quelle di un uomo e di una donna, che discutevano pacatamente; si afferrava ogni tanto una parola, facevano il conto del loro viaggio. Ella fremeva, si agitava sulla poltrona, sperando sempre, a ogni momento di silenzio, che i vicini se ne fossero andati: ma quietamente essi ricominciavano a chiacchierare, con un'intonazione monotona, senza stancarsi. Per un momento Grazia si tur�� le orecchie quasi piangendo, al colmo di un urto nervoso che le poche ore di cattivo riposo del treno non avevano calmato: malediceva questi vicini che le rubavano quelle altre ore di felicit��. And�� ad aprire la finestra della stanzetta, per sottrarsi a quell'incubo: il sole allietava tutto il piazzale della stazione, la giornata era dolce e bella, Grazia, stette guardando come un fanciullo che un nulla distrae, le persone che passavano sulla piazza. Cos�� assorta, non ud�� che la seconda volta, quando bussarono alla sua porta. Era Ferrante: ma non entr��, rispettosamente.
--Andiamo?--diss'ella sorridendogli.
--S��--disse lui, sentendo e vedendo la luce di quel sorriso, per la prima volta.
Ella mise il suo braccio sotto quello di lui: si appoggiava lievemente. Non potea dirgli nulla: ma vi era nei suoi occhi, nella sottile mano guantata, in ogni movimento della persona tanta femminile tenerezza, una cos�� affettuosa domanda di perdono che egli dovette intenderla, in tutta la sua manifestazione: due volte, per le scale in penombra, si ferm�� a guardare il volto della sua donna, quasi volesse imprimersi nel cuore quella espressione cos�� viva. Chi li vide passare di nuovo, sulla piazza, per la stazione, andando a mettersi nel vagone, in quella bionda mattinata di autunno, intese, certamente, che passava sul capo di quei due felici una silenziosa ora celestiale. Di quanto intorno ad essi avveniva, quei due pi�� non sapevano: una macchinale coscienza, memore di altri viaggi, di altre partenze li guidava nella loro vita esteriore: una coscienza meccanica che si chet��, anch'essa, quando il treno fu partito da Roma. Erano soli. Una parte delle tendine color di legno erano tirate, contro il sole che si avanzava; solo da due cristalli si vedeva il paesaggio fuggente. Ferrante si era seduto accanto a Grazia: la mano di lei era fra le sue, stretta mollemente: a un certo momento ella la ritir��, ma soltanto per sollevare il suo velo bruno; la picciola mano fedele ritorn�� subito fra quelle dell'amor suo. N�� dicevano nulla. La delizia di due amanti, soli nel vagone fuggente per la campagna, fuggente innanzi ai villaggi e alle piccole citt��, ha poche delizie che la eguaglino: tanto �� acuto il
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