Larte di prender marito | Page 4

Paolo Mantegazza
cosa pi�� naturale di questo mondo. Nella religione �� un rappresentante di Dio, �� un sacerdote, che d�� il battesimo. Nel mondo dell'amore �� la mamma, che deve essere il sacerdote della nuova religione. Nell'anima tenerella e vergine della fanciulla, �� un'impronta che non si cancella pi��. �� ben diverso il nascere in una culla foderata di seta e d'amor materno o nel povero letticciuolo d'un ospizio. E cos�� �� dell'amore: deve nascere in un nido intrecciato dalle mani della mamma. Povera colei, il cui nido fu fatto da mani straniere!
Povera colei, che impara a conoscere i misteri del sesso dalla lasciva cameriera o dal vecchio libertino! Essa entra nel tempio d'amore per una fogna, mentre dovrebbe entrarvi per una porta di marmo inghirlandata di fiori.

CAPITOLO TERZO.
Il primo amore.
Emma da qualche tempo, e soprattutto dopo aver saputo dalla mamma il nuovo Verbo, era sempre triste o dir�� meglio malinconica.
La primavera della vita �� come quella dell'anno.
Non si giunge ai tiepidi soli dell'aprile, n�� alle inebbrianti rose di maggio, che attraverso le nebbie e i venti rabbiosi del marzo.
E non si entra nel tempio d'amore, nel paradiso terrestre dei caldi desiderii che attraverso le lagrime e gli isterismi della pubert��.
Pu�� sembrare crudelt�� della natura, ma non ne �� che una ingegnosa leccornia, un'ingegnosit�� di alto epicureismo.
Sulla soglia, che separa l'inverno dalla primavera, nasce la mammola, e l�� dove la bambina, muovendo il passo, diventa donna, nasce e fiorisce la malinconia, la mammola del sentimento.
Emma era appunto su quella soglia.
Quando essa non studiava o non era al piano, era sempre alla finestra.
Tutte le fanciulle adorano le finestre.... aperte o chiuse, non importa; purch�� possano guardare fuori, nel mondo di sopra, nel mondo infinito che �� il cielo; nel mondo di sotto, in quello piccino dove formicolano gli uomini.
Tutti credono di sapere il perch�� di questo gusto particolare di tutte le fanciulle e darebbero dell'imbecille a chi dicesse di ignorarlo. Ma molte di queste certezze non sono che ignoranze foderate di superbia.
Io, per conto mio, ci ho pensato sempre a quel perch��, e non sono ancora sicuro di saperlo.
D'una cosa sola sono sicuro ed �� che il perch�� non �� uno solo, ma sono molti; molti come i sogni che attraversano il cielo notturno delle fanciulle.
Esse guardano in basso per curiosit��, per distrarre l'occhio col viavai della gente, che per le vie cerca il pane o l'amore, la vendetta o il contravveleno della noia.
Esse guardano a mezz'aria per spiare la vita delle cose vicine.
Esse soprattutto e pi�� spesso guardano le nuvole, perch�� esse van navigando nel gran mare dell'ignoto e dell'infinito e i loro pensieri mutan forma con esse, e i volti umani si trasformano in mostri marini e le pecorelle si fanno draghi e i fiori diventan serpenti; proprio come quaggi�� nei viottoli del mondo, dove le speranze si trasformano in disperazioni e dal seme della gioia nascono l'assenzio e l'aloe.
In basso, a mezz'aria o in alto poi, le fanciulle cercan sempre una stessa cosa, una cosa sola: l'uomo.
* * *
E anche Emma guardava dalla finestra della sua cameretta, che dava sulla via. E le ore filavano filavano senza noia e senza gioia, in una fantasticheria piena di ombre e di poesia. Quanti poemi scriveva fra le nuvole, quante commedie e drammi immaginava sulla terra!
La via dove abitava era larga, ma non tanto da non poter distinguere chi abitasse la casa di faccia.
Ma questa era da un pezzo muta d'ogni voce. Il primo piano era abitato da una ricca famiglia, che stava quasi sempre in campagna. E il secondo era sfittato da un pezzo.
Un giorno per�� si videro spalancarsi tutte le finestre di quel piano e comparvero figure di uomini, di donne, di bambini; tutta la colonia d'una famiglia numerosa.
Emma per�� non vide che un giovanetto, che non doveva aver ancora vent'anni, dacch�� il primo onor del mento non poteva esser veduto che molto da vicino o con forti cannocchiali. Del resto una faccia come ve ne son cento. N�� brutto n�� bello, ma con quel pallore, quella magrezza, quell'andar dinoccolato e incerto che ti mostrano lo sforzo grande, che fa la natura per trasformare un fanciullo in un uomo.
Non eran passati che pochi giorni e anche il giovinetto vide Emma, e da quel giorno, bench'egli fosse un Enrico e non una Enrichetta, pass�� anch'egli lunghe ore alla finestra. Se non che, se per caso egli affacciandosi, vedeva Emma, questa si allontanava subito dal suo posto d'osservazione.
Passarono parecchie settimane senza che fra quei due accadesse altro, che un guardarsi, un arrossire di entrambi, ma pi�� di lei che di lui; un cercarsi e un fuggirsi.
Emma non aveva mai osato domandare alla cameriera chi fosse quella famiglia venuta a star di faccia; ma a tavola senza volerlo aveva saputo che era gente onesta e agiata. Un avvocato carico di famiglia, che mandava innanzi
Continue reading on your phone by scaning this QR Code

 / 46
Tip: The current page has been bookmarked automatically. If you wish to continue reading later, just open the Dertz Homepage, and click on the 'continue reading' link at the bottom of the page.