potrei che ripetere quanto ho gi�� detto, rispose ella freddamente.
Egli tacque: eppure soffocava dalla collera. Quando si vuol dir troppo non si dice nulla, talvolta.... Ma poi, ritornando alla sua idea fissa, che cio�� non doveva cedere, n�� sopportare in pace un'offesa, abbandon�� quella calma forzata.
--Oh, disse, io sapr�� punire quelli che non rispettarono il mio volere, che tentarono farmi arrossire!... E colei che venne ad incontrarvi, ad informarvi di tutto, prover�� prima il mio sdegno... Donna Rosalia...
--Voi non farete ci��, signore, rispose la duchessa; d'altronde su di me sola deve pesare la responsabilit�� di quanto io sola feci.
--Ah! �� cos�� che voi... Ma neghereste che mia sorella vi aveva avvertita, prevenuta?
--Non lo nego.
--Dunque?
--Dunque �� egualmente inutile che vi adiriate con donna Rosalia: perch��, ove anche ella non mi avesse informata a tempo, e non mi fosse stato possibile distruggere quella pergamena....
--Ebbene?
--Mi sarei opposta a che voi la conservaste, e non cercaste rimediare....
--Oh, voi non avreste potuto nulla, signora! disse egli alzando le spalle.
--Perch��? Il segreto non era noto a voi solo, ed io certo lo avrei presto conosciuto.
--E che m'importa se mi rimaneva in mano quella prova? disse il duca con veemenza.
Ed aggiunse con maggior calma:
--Allora non avreste potuto cangiare assolutamente la menoma cosa, n�� vincere la mia volont��, ve lo assicuro.... Vedete dunque che senza quella sciocca fanatica....
--Non insultate vostra sorella, che meriterebbe invece la vostra stima.... Poi, ve lo ripeto: �� vano.... Non so ci�� che avrei fatto; ma in ogni modo non avrei mai permesso che rimanesse a mio figlio ci�� che non gli appartiene.
Don Francesco durava veramente fatica ad ascoltare ancora: meravigliava di s�� stesso, della sua sofferenza. Certo la situazione, in cui si trovava, era penosa: poich�� l'orgoglio, l'interesse, il risentimento combattevano nel suo cuore coll'amore una lotta orribile.
--Ah! esclam�� dopo un istante; ci�� che non gli appartiene? Eppure, signora, quell'atto era fatto volontariamente, e colui che lo fece aveva il potere di diseredare un figlio ribelle, che era disceso ad una unione disonorante.
--S��; ma lo aveva revocato.
--Ah, sapete anche questo? chiese il duca con sdegno.
--S��, disse donna Livia: e guardate, aggiunse con fermezza; per persuadervi che io avrei riparato egualmente, anche malgrado l'esistenza della pergamena, vi dir�� in qual modo avrei agito.
--E come?
--Disponendo delle mie sostanze, di cui sapete che, per volere di mio padre, ho quasi per intiero l'assoluta propriet��, sino all'ammontare della parte di eredit�� legittima che spetta a vostro zio, e...
Il duca interruppe.
--E credete che ci�� vi sarebbe stato possibile? le domand�� con ironia.
--Nulla �� impossibile quando la giustizia lo esige.
--Che volete dire con ci��? Che io sono ingiusto?
--No; ma che ringrazio il cielo, il quale non permise....
--Tacete! tacete! esclam�� il duca furioso.
Egli si sentiva tratto con violenza ad imporre colla forza silenzio a sua moglie, a gettarle almeno in viso una di quelle parole umilianti che trafiggono coloro cui sono dirette, ed avviliscono tante donne, le quali cadono allora ai piedi di chi le insulta; ma donna Livia! Ei la conosceva: guai se non l'avesse rispettata!
Che avrebbe dato in quell'istante per non amarla?...
Ed invece la fermezza di lei, il suo coraggio gliela rendevano maggiormente cara.
Ella sembrava riflettere.
--Signore, disse poi con calma; io voglio sperare che, quando vi rifiutaste a distruggere quella pergamena, non avevate calcolato quanto ci�� sarebbe stato ingiusto; e che ora mi approvate, perch�� troncai delle esitazioni senza dubbio involontarie.... Voi dovete comprendere,--aggiunse con qualche alterezza,--che io ho bisogno di udir questo dall'uomo di cui porto il nome.
--Ma come! quale ardire? Siete voi ora che interrogate?
--S��: pensate anche che, operando come avevate divisato, non avreste potuto rammentarvi vostro padre, la sua morte, senza rimorsi amari e crudeli.
--Non colmate la misura, donna Livia, esclam�� il duca impazientato.
--Chiamate voi colmar la misura parlando cos��? Ah no! �� dirvi la verit��, la sola verit��!
--Ma credete voi che io sopporter�� d'essere insultato a tal segno? Non sapete dunque, signora, che potrei, se lo volessi, punirvi severamente? Che ne ho il diritto?
--Il diritto? disse la giovane duchessa con amarezza: dite il potere, signore, ma non il diritto. Del resto usatene, se lo credete. Non sar�� gi�� il timore che mi chiuder�� le labbra.
--La vostra temerit�� �� grande, donna Livia: oh lo riconosco! ma non so se la conservereste sempre in faccia al pericolo....
Ed il suo pensiero ricorse forse un momento ai bravi, ai trabocchetti, ai veleni ed alle altre galanterie di simil genere, che in quei tempi di felice memoria sbarazzavano pi�� di un nobile marito di una sposa o nojosa, od incomoda.
Ma egli non avrebbe potuto rassegnarsi a non veder pi�� colei che gli stava dinanzi, la sola donna che avesse amata, che amasse ancora. Si sarebbe punito egli stesso. Non poteva dunque ascoltare tali tentazioni.... Soltanto se avesse creduto donna Livia infedele, sarebbe stato capace di essere crudele verso di lei; ma, bench�� l'avesse sempre sorvegliata con tutta la gelosia
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