arrischiare una parola inutile. Ella stese a De Nittis la mano gelata.
--è più freddo stasera.
--Scaldati dunque anche tu, prima di farci il thè,--esclamò il dottore, che avendole afferrato l'altra mano, gliela stringeva fra le proprie; quindi le trasse la poltroncina rosea più accanto al fuoco.
--Mettiti qui.
--Prima faccio il thè.
--Niente, signorina; quando ho ordinato una cosa, deve essere, altrimenti cambiate medico.
--Preferirei di cambiare malattia.
--Ti converrebbe prima mutare di testa: Guillotin, il più umanitario fra noi medici, non è arrivato che ad inventare una macchina per tagliarle.
La contessa Maria si volse alla risata di tutti: aveva già tratto dal sacco del lavoro un piccolo astuccio, e le si avvicinò aprendolo. Tutti si appressarono per vedere. Era una medaglia d'oro, una madonnina di un grande artista sconosciuto.
--Oh!--disse Bice,--quale meraviglia!
--è miracolosa?--domandò sardonicamente il dottore, che quella sera cercava tutti i modi per divertire Bice.
--Come arte, senza dubbio,--rispose De Nittis.
--è stata benedetta sull'altare del Santo Sepolcro a Gerusalemme,--soggiunse la contessa Maria.--Era della mia povera mamma: ho voluto dartela stasera, perchè tu la porti sempre per amore di lei.
Bice gettò le braccia al collo della contessa, reprimendo un singhiozzo.
La contessa Ginevra, Prinetti e Giorgi erano tornati prudentemente alle loro sedie per non aumentare la commozione di quella scena, della quale il dottore cominciava già ad impazientirsi. Bice prese la medaglia per la sottile catenella d'oro, e se la mise al collo, sopra l'abito. Si vedeva che aveva freddo; allungò i piedini verso la grata lucente del camino, stringendosi dentro le vesti.
--Propongo fra noi tre,--disse il dottore,--un bicchierino di rhum.
Prinetti e Giorgi avevano ripreso il bezique, la contessa Ginevra e la contessa Maria le calzettine. Il salotto si manteneva silenzioso, ma a poco a poco il dottore, aiutato da De Nittis, riuscì ad annodare con Bice una conversazione; veramente egli non vi era molto forte, ma l'altro, il grand'uomo della loro piccola società, pensatore ed artista squisito, sapeva mettere nei propri discorsi un fascino quasi femminile. La sua voce morbida e sonora sembrava talvolta dilatare il significato delle parole come una musica.
Riprese dal collo di Bice la medaglia, e compiacendosi da principio a farle notare tutte le finezze del disegno, si perdette a poco a poco nella poesia della Vergine Madre di Dio, come prima era balenata nella fantasia torbida e grandiosa dei profeti israelitici, e nella vittoria del cristianesimo occupando poi tutti i cuori aveva potuto di leggenda in leggenda salire sino al paradiso di Dante, per riapparire nuovamente, attraverso il barocchismo del moderno culto gesuitico, in un altro idillio, alle anime semplici dei contadini nelle campagne della Salette e di Lourdes. Il dottore lo ascoltava, preso anch'egli all'incanto di quel mondo di fantasmi religiosi, senza i quali l'umanità, malgrado tutte le forze della salute, non avrebbe saputo vivere. Era il trionfo della donna al disopra di sè medesima, librata nella purità come in una luce rivelatrice.
--La verginità cristiana,--proseguiva De Nittis con un tremito leggero nella voce,--non è più la preparazione all'amore, l'attesa della maternità, come nel mondo antico: l'uomo ne è escluso. Egli non saprebbe essere vergine, perchè nella sua lotta contro la natura deve subirne tutti i contrasti e penetrarne tutte le contraddizioni. L'uomo potè, con uno sforzo supremo di ascetismo, salire sino alla castità isolandosi dalla vita, ma questo suo trionfo parziale non ebbe mai il valore di un principio religioso. La verginità è femminile: tutte le religioni lo hanno sentito, quasi tutte, almeno le più eccelse, osarono la fusione fra i due termini, verginità e maternità. Ma nel cristianesimo questo simbolo divenne anche più alto, e Maria vergine madre ne perfezionò la stessa bellezza plastica con una nuova perfezione morale: quindi ella fu la più vera bellezza umana nell'immunità dalle deformazioni del piacere, e l'eroismo più puro accettando tutti i dolori dell'umanità nel proprio figlio senza aver peccato nel partorirlo. Nessuna poesia supererà mai quella della Madonna cristiana, giacchè coloro che come voi, dottore, non si prostreranno alla sua immagine, dovranno adorarla nello spirito.
--I preti non spiegano così il mistero.
--Non l'ho io forse raddoppiato invece di spiegarlo? Non è miglior spiegazione la loro, quando dicono che Dio volle incarnare il proprio figlio, perchè morisse per noi, e ci redimesse? Tutte le spiegazioni sono così. Dinanzi ad un malato voi non dubitate della malattia, non vi chiedete se essa non sia piuttosto una nuova forma della vita, la vittoria di un vivente sopra un altro; per voi, per la medicina, la malattia invece è il nemico della vita, perchè scompone una individualità. In questo caso le spiegazioni della scienza, davanti al mistero della natura, in che cosa sono superiori a quelle della religione, di fronte al mistero dello spirito?
Il dottore, allegro di essere riuscito ad interessare Bice con quel discorso, si lasciò battere volentieri.
--L'eterna guerra fra la scienza e la filosofia!--replicò sorridendo:--voi ci accusate di non capire, noi vi accusiamo di non fare.
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