La crisi | Page 5

Marco Praga
capirai ci�� di cui ti sei stupito allora, quando ti scrissi che mi sposavo, e mi sposavo d'amore.
RAIMONDO.
Ah davvero che me ne stupii! Per chi ti conosceva uomo freddo, calmo, tutto dedito allo studio e al lavoro.... Io mi dicevo: se Piero si ammoglier��, far�� un matrimonio di convenienza. Parevi di quegli uomini, che non prendono moglie, ma ai quali si d�� moglie quando hanno l'et�� adatta per accasarli, perch�� �� una cosa, l'ammogliarsi, che un uomo equilibrato, che il perfetto cittadino deve fare. Invece....
PIERO.
Eh?
RAIMONDO.
Sonnecchiava un sensuale, in te; e quando incontr�� la donna che seppe risvegliarlo....
PIERO.
Ah, Raimondo, come lo seppe, Nicoletta! Mi ha reso pazzo d'amore. Se non avessi potuto sposarla, credo che mi sarei ucciso.
RAIMONDO.
Fissandolo, da scrutatore, con una leggera espressione di mestizia sul volto.
Ed �� sempre come il primo giorno?
PIERO.
Pi��, pi�� ancora se �� possibile. Vivo di lei e per lei. La luce mi vien dai suoi occhi, l'aria dall'alito suo, il calore da un suo bacio.... E una frenesia.
RAIMONDO.
Sei, persino, diventato poeta!
PIERO.
Mi domando, alle volte, con terrore, come potrei vivere senza di lei. Raimondo, se dovessi perderla, ne morirei. Lo credi? Talvolta, questo pensiero mi d�� un principio di pazzia. Sono solo, nel mio scrittoio. Lavoro, scrivo. A un tratto la mano si arresta, la penna mi cade dalle dita. Nicoletta? Non c'�� pi��, l'ho perduta! Lotto, atrocemente, per qualche minuto, contro questo improvviso pensiero che diventa un'idea fissa. Inutilmente! Bisogna che mi alzi, che esca, che prenda una carrozza e corra a casa per vederla, per abbracciarla, per convincermi coi miei occhi, che c'�� ancora, che esiste, che �� mia. Se per disgraziata combinazione non �� in casa, perdo la testa.
RAIMONDO.
E vai a cercarla? Finirai per diventare ridicolo.... Perch�� il mondo lo trova ridicolo un marito innamorato.
PIERO.
No, non vado a cercarla. Me ne mancano le forze. Ma corro in camera sua, aspiro il profumo che vi ha lasciato, bacio la sua vestaglia abbandonata su una sedia, apro gli armadi per vedervi le sue vesti, i suoi cappellini, la sua biancheria. Tutto �� l��, in ordine; nulla manca. Dunque, mi dico, non �� partita, non �� fuggita, non mi ha abbandonato: e mi butto sul suo letto e piango come un fanciullo.
RAIMONDO.
�� della follia.
PIERO.
Te l'ho detto.
RAIMONDO.
Perch�� infine, come pu�� venirti quest'idea ch'ella sia fuggita, che ti abbandoni? Poich�� ti ama....
PIERO.
Ma se sono un pazzo!... E la notte? Talvolta mi sveglio di soprassalto. Ho sognato che �� gravemente ammalata, o che �� morta. E anche questa diventa un'idea fissa. Ho un bel tentare di ragionare, ho un bel dirmi: se si sentisse male mi chiamerebbe. Non serve. Bisogna che mi alzi e che mi rechi, in punta di piedi, nella sua camera. Entro adagio, guardingo. Se �� sveglia, mi precipito, l'abbraccio, la copro di baci, piangendo scioccamente, senza spiegarmene il perch��. Se dorme, mi siedo, senza far rumore, sulla poltrona, accanto al letto, e rimango l�� a guardarla, nella penombra, immobile, trattenendo il respiro, fino all'alba.
Un silenzio. RAIMONDO �� rimasto assorto, pensieroso, con gli occhi bassi. Un pensiero doloroso l'opprime, e una lacrima gli �� spuntata sulle ciglia. PIERO, dopo un istante gli posa una mano sulla spalla.
PIERO.
Ebbene, che ne dici di questo tuo fratello, che l'amore ha trasformato?
RAIMONDO solleva il capo. PIERO vede la lacrima e gli passa le dita sugli occhi.
Ti ho fatto piangere?
RAIMONDO.
Si alza e cerca di dominarsi.
Pu�� darsi.
PIERO si alza anche lui, e RAIMONDO gli posa le mani sulle spalle, fissandolo, per un istante, affettuoso.
Che tu sii sempre felice. Ecco il mio voto pi�� ardente!
Mutando tono.
Saranno le due e mezza. Vuoi che ci avviamo?
PIERO.
Mi accompagni in via Manzoni?
RAIMONDO.
S��, poi rientro all'albergo.
Si avviano per uscire, passando per la sala da pranzo. NICOLETTA, come se fosse l�� in agguato, si presenta e sbarra l'uscita.

SCENA QUARTA.
Nicoletta, Piero, Raimondo.
NICOLETTA.
Ve ne andate?
PIERO.
Come? non sei uscita con Fulvia?
NICOLETTA.
No. Non ne avevo proprio voglia d'andare alla Villa. Le ho promesso di accompagnarla domani. Tanto, lei ci andr�� ogni giorno.
PIERO.
Non esci?
NICOLETTA.
No. A meno che Raimondo non voglia che iniziarne la ricerca del suo alloggio....
RAIMONDO.
Non oggi, grazie. E poi, non credo che troveremo ci�� che mi occorre girando per le vie.
NICOLETTA.
Perch�� no?
RAIMONDO.
Ci daremo convegno di mattina.
PIERO.
E allora a rivederci, cara.
La bacia.
NICOLETTA.
Vai alle officine?
PIERO.
Pi�� tardi. Prima ho affari in citt��.
NICOLETTA.
E mi porti via anche Raimondo?
PIERO.
Pu�� restare se vuole.
NICOLETTA.
Lusinghiera, a RAIMONDO.
A tenermi un po' di compagnia?...
RAIMONDO.
Ha un attimo di titubanza. Poi.
Volentieri, se....
NICOLETTA.
Se?
RAIMONDO.
Se la mia compagnia �� di quelle che piacciono alle signore.
NICOLETTA a PIERO.
Vuoi che gli si faccia la corte.
PIERO a RAIMONDO.
Ti lascio con Nicoletta. A domani.
RAIMONDO.
A domani.
PIERO.
Vieni a prendermi laggi��, alle undici!
NICOLETTA.
Non far programmi, tu. Li far�� io, poi ti dir��.
PIERO.
Bene.
Esce per la sala da pranzo.

SCENA QUINTA.
Nicoletta, Raimondo.
NICOLETTA.
Prende per mano RAIMONDO, lo conduce con atto di graziosa violenza al piccolo divano, ve lo fa sedere e si siede di contro a lui su una bassa seggiolina.
Ed ora che siamo soli, signor colonnello esploratore,
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