La contessa di Karolystria | Page 2

Antonio Ghislanzoni
del vizio!
Io fo tanto di cappello al Carducci, trovo gustosissimo lo Stecchetti, delizioso De-Amicis, appetitoso lo Zola, squisitamente arguto il mio ottimo Farina; ma pure io mi riterrei assalito da un primo sintomo di imbecillit�� il giorno in cui mi sentissi tentato a posare da Carducci, da Stecchetti, da De-Amicis, da Farina e da quant'altri hanno l'onore di piacermi.
E voi pure la pensate cos��, non �� vero? Voi volete esser voi, niun altro che voi, sempre voi, senza la menoma pretesa di crear dei proseliti o di erigervi a caposcuola.
Caposcuola! Che significa?... Victor Hugo lo fu, caposcuola--e nullameno, durante il suo patriarcato, quanti poeti, quanti romanzieri dissimili da lui grandeggiarono e ottennero la ammirazione del mondo! Qual parentela di indole e di gusto letterario tra Victor Hugo e Lamartine, tra Musset e Beranger, tra Dumas e Giorgio Sand, tra Flaubert e Alfonso Karr, tra Copp��e e Zola? E in mezzo a tante altezze fosforescenti, non �� riuscito ad aprirsi una via e ad occupare un largo posto anche quel buono e poco ornato romanziere che si chiam�� Paolo De-Kock, tanto vilipeso dagli insigni e tanto letto dalle moltitudini?...
E da noi, in epoca recentissima, qual differenza tra Manzoni, Guerrazzi, Giovanni Prati, Giuseppe Giusti, Guadagnoli, ecc., ecc.!!!
*
Dunque--per concludere--non c'�� proprio bisogno di seguire un andazzo od una scuola. Meglio essere asini per alcuni pochi, che figurare da scimmie al cospetto del mondo intero.
E per oggi faccio punto. Quando verrete a trovarmi, ben altro avr�� a dirvi su tale argomento, e voi mi direte il resto. Vi avverto che da due anni all'incirca i proseliti della gran scuola fanno un gran consumo di glauco; il biondo, lo scialbo, il grullo ed il brullo cominciano a scadere di moda. Tanto per vostra norma--perch�� il giorno in cui vi accadesse in qualche vostra prosa di lasciar correre il glauco, io ne rimarrei grandemente allarmato.
Nella mia Contessa di Karolystria non c'�� ombra di glauco, statene sicuro. Trovatemi un altro libro recente di prosa o di versi che sia immune da questo contagio!...
Vi stringo la mano cordialmente.
A. GHISLANZONI..
Caprino Bergamasco, 12 maggio 1883.

LA CONTESSA DI KAROLYSTRIA

CAPITOLO I.
Caracollando leggiadramente sulla groppa di una puledra maltese, in sul cadere di una splendida giornata di ottobre, la contessa Anna Maria di Karolystria traversava la foresta di Bathelmatt. La contessa, contando di arrivare a Borgoflores poco dopo il tramonto, era partita dal suo castello alle due del pomeriggio.
La citt�� non era discosta, e la brava puledra, dopo quattro ore di marcia forzata, trottava ancora di lena colla foga baldanzosa dei suoi quattro anni.
Quand'ecco, al cominciare di un'erta, tre figuraccie da metter la terzana al vederle, sbucano all'improvviso dai grossi tronchi degli alberi.
--Alto l��! grida una voce da toro.
Uno dei tre figuri pianta una grinfa tra le nari della cavalla; l'altro appunta una rivoltella al petto della vezzosa cavalcatrice; il terzo, afferrando la contessa al polpaccetto di una gamba, la trae con poco garbo di sella slanciandola a dieci passi dalla strada maestra.
Di l�� a dieci minuti, non rimaneva pi�� nella foresta di Bathelmatt che una gentilissima figura di donna nuda, una formosa statua di alabastro vivente, che i ladri avevano spogliata di ogni superfluit�� signorile. Quei mascalzoni avean spiumata la contessa dei gioielli, delle vesti, delle lingerie, non rispettando che un bel paio di calzettine traforate e due elegantissimi stivaletti, armati di speroncini.
--Che buoni ladri! che ladri discreti!--Non calunniamoli. Se non presero tutto; se fuggirono col grosso del bottino senza darsi la pena di scalzare il pi�� bel modello di caviglia che mai uscisse dalle mani della natura, gli �� che al momento in cui si accingevano a tagliare i legacci, i tre briganti erano stati sgomentati e posti in fuga dallo scalpito di un cavallo accorrente. Un cavallo, che sopraggiunge di trotto verso il luogo dove fu consumata una aggressione, apparisce sempre, nell'ombrosa fantasia dell'aggressore, sormontato da un carabiniere.
Frattanto, la bella contessa era rimasta l��.... ho gi�� detto in qual semplice abbigliamento....
Dite un po', signorina, che fareste, se mai vi capitasse, e Iddio ve ne guardi, di cadere in una situazione identica a quella della nostra graziosa eroina?... Nuda come una Venere classica, nel mezzo di una foresta, ai lumi di un tramonto fosforescente, mentre un cavallo, probabilmente raddoppiato da un cavaliere, si avanza a galoppo concitato!...
Fuggire.... Via! si vede che non avete pratica di foreste. Non sapete che le foreste son piene di ginepri e di vepri, i quali rimano perfettamente e pungono anche maledettamente le carni?
Celarsi dietro un grand'albero, attendere che il cavallo e il cavaliere passino oltre.... Ma, poi?
Riflettete, carina; cio��, riflettiamo....
Nel caso della contessa non �� in gioco soltanto la pudicizia.... Il giorno va imbrunendo.... tra un'ora far�� notte... e una dama avvezza al morbidume dei lini non pu�� adattarsi a dormire in un bosco. Se un lupo.... se un orso.... Che orrore!
Ma la contessa era dotata
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