La contessa di Karolystria
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Title: La contessa di Karolystria Storia tragicomica
Author: Antonio Ghislanzoni
Release Date: February 24, 2006 [EBook #17849]
Language: Italian
Character set encoding: ISO-8859-1
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A. GHISLANZONI
LA CONTESSA DI KAROLYSTRIA
Storia tragicomica
MILANO
A. BRIGOLA & C., EDITORI Via Manzoni, 5
Propriet�� letteraria.
Milano, 1883.--Tip. Pagnoni.
A SALVATORE FARINA
La nostra amicizia, che dura da anni, e che mai... Perch�� mi trema la mano nello scrivere? Donde avviene che dopo aver messe l��, sulla carta, una diecina di schiette parole, mi vien meno il coraggio di arrotondare il periodo per dichiararvi tutto l'affetto che vi porto?
Perdonate! Ho appena finito di leggere i due volumi del De-Amicis; due stupendi volumi, pieni di osservazioni vere e profonde, ma... ma... (la colpa non �� dell'autore, �� tutta mia) tanto affliggenti da produrre lo sgomento.
Eppure, noi siamo amici, io e voi.
Vi �� forse dell'orgoglio, da parte mia, nel dichiararlo al cospetto del pubblico?
�� possibile. Ebbene, s��! io vado orgoglioso della vostra amicizia; e voi, non ne dubito, vi compiacete della mia.
Ci amiamo noi per simpatia di et��, di carattere, di inclinazioni, di gusti letterar?? Io sono un vecchio matto, voi un giovane serio ed assestato; io appartengo alla scapigliatura incorreggibile, voi rappresentate il modello dei cittadini, dei mariti e dei padri; io faccio della prosa per far ridere i buontemponi, fabbrico dei versi per far disperare i maestri, e voi scrivete dei romanzi squisitamente arguti, per educare gli animi a tutto che vi ha di gentile e di onesto; infine, voi recitate, sul palcoscenico della letteratura, le parti dignitose e sentimentali, io recito da caratterista e qualche volta da buffo.
Ed ecco, malgrado questa antitesi, io non mi prendo veruna soggezione a presentarvi e dedicarvi il pi�� balzano, il pi�� strampalato de' miei racconti. Perch�� dovrei aver soggezione? Voi non siete di quelli che leggono da giudici i libri degli amici; voi riderete delle mie stravaganze, e mi manderete in ricambio qualche vostra gentile e melanconica novella, che a me, vecchio matto, far�� versare delle lacrime soavi.
Dopo tutto, deve esistere fra noi due qualche affinit�� o consanguineit�� latente, la quale mi farebbe sospettare che discendiamo dal medesimo ceppo.
Sta a vedere, adesso, che ci troviamo parenti!...
Eppure... eppure... Vediamo un po'!--Voi timido, io timidissimo (come rideranno certi grulloni al vedere che io mi dichiaro timidissimo!); voi amante dei fiori e dei bimbi, io coltivatore di asparagi e di patate; voi schivo dalle combriccole, restio alle pompe insignificanti, alle adunanze accademiche, ai banchetti fraterni (Dio! quanto fraterni!)--io pi�� orso che uomo socievole, pi�� stretto al consorzio dei cani e dei gatti che a quello degli animali chiamati ragionevoli.
Ma non �� qui il luogo di sviluppare il parallelo; ne parleremo fra noi a quattr'occhi, forse ne abbiam gi�� parlato e abbiamo concluso affermativamente, senza darci la pena di profferire una parola.
Nullameno--poich�� ci siamo--non voglio passarmela senza avvertire il tratto pi�� incisivo di somiglianza che esiste fra noi.--Ed �� questo: che essendoci entrambi, per elezione o per caso, applicati a cucinare e ad imbandire delle vivande per la mensa libraria, noi non abbiamo tenuto conto del menu prescritto dai cuochi massimi, e abbiamo dato, ciascuno, ci�� che sapeva, e poteva, e voleva dare.
Voi avete recato sulle mense delle gelatine confortanti, delle pesche col rosolio, delle ciambelle leggermente pepate; io dei salsicciotti saturi di grosso sale, delle polpette ripiene di senape e di droghe mordenti. Il fatto rappresenta una antitesi, ma esso deriva da una identica convinzione.
Da circa vent'anni noi assistiamo ad uno spettacolo curioso. Lo si vuol intitolare evoluzione letteraria; e questa evoluzione, se ho ben compreso, vorrebbe indurre quanti sono nel mondo letterati ed artisti a modellarsi sovra un medesimo stampo. Per essere ammessi nella chiesa cattolica governata da codesti massimi centuplicati da tanti minimi, occorre assolutamente di farsi scimmie. L'arte si ha da fare cos�� e cos��--e mentre si pretende disfare la vecchia rettorica e schiacciare il convenzionalismo, ecco insorgere una rettorica nuova pi�� circoscritta e pi�� gaglioffa dell'antica, un convenzionalismo stupido e barocco, che si arroga di mettere il bavaglio al cervello e di proscrivere la originalit��.
Come sarebbe divertente la letteratura, se tutti i poeti emulassero i sonori giambi del Carducci, od il molle elegantissimo erotismo dello Stecchetti! se tutti i romanzieri spaziassero con voi nell'ambiente sereno della famiglia e della societ�� onesta, ovvero si tuffassero, in compagnia dello Zola, dentro i pantani della corruttela e
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