l'aprì, e il visconte si trovò di faccia un giovinotto, il quale
teneva tra le mani un bambinello mal coperto di cenci, che strillava
come una capretta...
--Chi siete? che volete? domandò il visconte, fissando nello
sconosciuto il suo sguardo penetrante e sereno.
--Mi scusi tanto, rispose il giovine, se ho dovuto disturbarlo a
quest'ora... Ma si tratta di un caso molto grave... Un disgraziato
forastiero che questa notte ha preso alloggio all'albergo del Pappagallo,
versa in grave pericolo di vita e reclama gli estremi conforti della
religione. È necessario che vi affrettiate.... Una bella e pietosa dama,
che ha prestato al poveretto le prime cure, mi ha raccomandato la
maggior sollecitudine. Voi vedete dunque, monsignore
reverendissimo...
--Io vedo, rispose il visconte al colmo dello stupore, un neonato che
strilla; e tu mi parli di un moribondo!... Che istorie son queste?...
--In verità sono istorie da perderci la testa.... Mentre io bussava alla
porta, ho sentito guaire sul lastrico questo marmocchio mal fasciato.
Sulle prime ho creduto di aver messo il piede sulla coda d'un gatto...
Ma poi... toccando... palpeggiando... ho dovuto convincermi...
--Sta bene! interruppe il visconte; tu m'hai l'aria di un buon figliuolo, ed
io do fede alle tue asserzioni.... Questa povera creaturina abbandonata
dev'essere il frutto di qualche amore illegittimo; fino quando non
saremo riusciti ad emancipare la donna dalla doppia tirannia che la
opprime, pur troppo questi casi dello snaturato abbandono della prole
non cesseranno di riprodursi spaventevolmente ad obbrobrio della
società umana.
--Ma.... signor mio reverendissimo... mi permetto di ricordarvi che il
povero moribondo dell'albergo del Pappagallo... non aspetta che il
passaporto per andarsene all'altro mondo.
--Là si muore... e qui si nasce! esclamò il visconte, dimenticando per un
istante la sua compostezza da sacerdote per assumere l'atteggiamento di
Amleto.--Là si muore... e qui si nasce! Prima di assistere al moribondo,
è giusto che si provveda al neonato!
E dopo breve silenzio, il visconte si prese il marmocchio tra le braccia,
e raccomandato al giovinotto di attenderlo un istante, rientrò frettoloso
nella casa parrocchiale.
Puoi tu immaginare, o lettore, da quale farraginoso tramestío di pensieri,
di speranze, di dubbi, di desideri e di paure andasse sconvolto, durante
quel breve tragitto dalla porta di strada al salottino della parrocchia, il
cervello del nostro brillante avventuriere?
Non era egli partito da Borgoflores per correre sulle traccie della
vezzosa contessa di Karolystria, che a mezzo del doganiere gli aveva
indicato il suo itinerario, e dimostrato il più vivo desiderio di rivederlo?
Non dovea la contessa di Karolystria prendere alloggio a quel
medesimo albergo del Pappagallo, che a lui si apriva quasi
prodigiosamente alle tre ore dopo mezzanotte pei reclami di un
moribondo? E chi era quel moribondo? E la dama che gli prestava
amorosamente le ultime cure, non dovea, secondo ogni probabilità,
essere la contessa di Karolystria? E quali ragioni poteva avere la
contessa per vegliare al capezzale di un morente, dopo le tante
peripezie e i tanti travagli della giornata trascorsa?
Tali le ansie, i dubbî, i desiderî. A sopracarico di questi, nella mente
vulcanizzata del visconte si introducevano scrupoli e paure
agghiaccianti.--Non era imprudenza e sacrilegio uscire nella strada in
abito da prete, ingannando la buona fede di un uomo presso a morire, e
ponendosi nella situazione di dover volgere in parodia gli augustissimi
riti del sacramento? E quale indignazione nei due buoni reverendi che
gli erano stati tanto larghi di cortesie, se all'indomani venisse a svelarsi
l'indegno abuso ch'egli aveva fatto delle loro sottane venerande? E
poi..... quel bambinello sudicio e ghiacciaio... uscito dalla terra come un
rannocchio... E poi... e poi..,
Che volete, lettori garbatissimi? Gli uomini sono fatti così... Se in
questo complicatissimo guazzabuglio non ci fosse entrata una donna,
una bella e seducentissima donna, qual era (ve lo giuro sull'onor mio) la
contessa Anna Maria di Karolystria, il nostro eroe avrebbe dato la
sveglia ai due sacerdoti per informarli dell'accaduto, e avrebbe seguito
una linea di condotta più conforme alla squisitezza del suo
temperamento ed alle sue abitudini di perfetto gentiluomo.
In quella vece...
Osservate! Il bambinello testè raccolto sulla via ora giace adagiato sul
divano del salottino. La Società per la protezione dei. fanciulli non ci
troverebbe a ridire. Il visconte, prima di andarsene, non ha obliato di
avvolgere il neonato in un nitido tovagliolo, al quale ha sovrapposto un
soppedaneo per riparare dal freddo le gracili membra. Il lume è
spento--le imposte sono ben chiuse--il bambino ha cessato di
strillare--egli ha poppato un bicchiere di malvasia, e dorme
saporitamente colle gotuzze iniettate di porpora.
Non mostriamoci dunque troppo severi nel giudicare la condotta del
visconte. È ben vero che, per far buona figura nella città, egli si è messo
in capo un bel cappello a triangoli: ma è forse detto ch'egli intenda di
appropriarselo? Appena sbrigate le sue faccende al di fuori,
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