La contessa di Karolystria | Page 3

Antonio Ghislanzoni
e il cavaliere
passino oltre.... Ma, poi?
Riflettete, carina; cioè, riflettiamo....
Nel caso della contessa non è in gioco soltanto la pudicizia.... Il giorno
va imbrunendo.... tra un'ora farà notte... e una dama avvezza al
morbidume dei lini non può adattarsi a dormire in un bosco. Se un
lupo.... se un orso.... Che orrore!
Ma la contessa era dotata di molto acume pratico. Misurando in un
lampo le eventualità della sua posizione, ella non tardò un istante a
comprendere che quel cavallo, o piuttosto quel cavalcatore che moveva
alla sua volta, era forse l'angelo di salvezza inviatole dalla provvidenza.
Innanzi tutto, pensò ella, vediamo di prendere un atteggiamento che ci
permetta di presentarci ad un essere della nostra specie senza troppo
compromettere la pudicizia!
Il terreno, come accade in ogni foresta al finire dell'autunno, era sparso
di foglie. Lode. all'Altissimo! Non casca foglia che Dio non voglia!
E appena esalata la giaculatoria, la contessa adunò rapidamente colle
sue braccia candidissime un bel mucchio di quella grazia di Dio
piovuta dagli alberi, vi si tuffò, vi si sommerse, si rese invisibile.
--Opp! Opp! avanti dunque! È la prima volta che mi fai di questi

scherzi, Morello! Opp! Opp!
È altresì la prima volta che Morello, il. bel puledro del visconte
D'Aguilar, aspira colle sue ampie narici le esalazioni più o meno
balsamiche di una contessa sepolta nelle foglie.
Il visconte, balzato di sella, prese a carezzare amorosamente l'ombroso
animale, apostrofandolo coi più graziosi vezzeggiativi.
--È un gentiluomo! riflette la contessa, sollevando cautamente la
testolina per sbirciare a traverso gli arbusti.
Ma il cavaliere, già entrato in diffidenza all'adombrarsi di Morello,
udendo stormire le foglie, e parendogli che sotto quelle si disegnassero
i contorni di una figura umana, fece l'atto di scompigliarle collo
scudiscio.
Immaginate se la contessa potè star ferma!
--Alto là! gridò ella, dando un balzo, che mise allo scoperto il suo bel
volto e le sue spalle di nitido alabastro; se voi siete, quale ognuno vi
giudicherebbe all'aspetto, un gentiluomo ed un uomo di cuore, non
avanzatevi di un passo; rispettate e proteggete una dama di alto
lignaggio, che non poteva, voi lo vedete, cadere più basso.
Il visconte, immobile come un paracarro, guardava e taceva. Ma poichè
la contessa gli ebbe narrati i particolari della disavventura che l'aveva
tratta al mal partito,--Signora! esclamò egli coll'accento vibrato dei suoi
impulsi generosi: io mi terrei il più sciagurato, il più vile dei
mascalzoni se un pensiero che non fosse quello di compiere ogni
maggior sacrificio per liberarvi dalla vostra falsa posizione, potesse
formarsi nella mia mente. A me pare che la vostra necessità più urgente
sia quella di mettervi in una veste meno scucita. Se non vi ripugna di
indossare i miei abiti, io ve li offro; e al tempo istesso vi do parola che
io non sarò mai per volgere gli occhi dal vostro lato fino, a quando voi
non vi siate completamente abbigliata delle mie spoglie.
--Ma... voi... signore?...

--Non prendetevi pensiero di me. Affrettiamoci! Eccovi il mio
soprabito... eccovi il mio gilet... i miei calzoni...
--Signore!... È troppo!... È una indecenza!... voi dimenticate di essere in
presenza di una signora...
Ma il visconte, colla focosa inconsideratezza dei generosi che si
sacrificano, in un attimo si era spogliato.
Frattanto la contessa, dopo essersi abbottonato sulle carni quanto
poteva occorrerle di vestimento per scattare meno indecorosamente
dalla nuvola di foglie dove si teneva rattrappita, drizzandosi della
persona e facendo della mano una visiera agli occhi, ripigliava con
accento mite e supplichevole:
--Via! poichè volete essere il mio angelo liberatore, fate, o signore,
ch'io non sia costretta ad arrossire di aver accettata la vostra protezione!
Mettetevi là... (e additava il giaciglio dal quale poco dianzi si era
levata). Io non avrò mai coraggio di intavolare una seria conversazione
con voi, se prima....
La contessa non ebbe tempo di compiere la frase, che già il visconte si
era tuffato fino al collo nel fogliame, esclamando:
--Eccomi agli ordini vostri!
--Voi siete un gentiluomo modello! esclamò la dama coll'accento della
ammirazione più enfatica; e in presenza di tanta abnegazione, di tanto
eroismo, quasi mi sento umiliata di avere con tanta precipitazione
accettato le vostre profferte.
--Signora, interruppe il visconte con voce rotta dai brividi, la notte
incalza, il bosco è freddo, il letto punge, le lenzuola non sanno di
bucato; convien dunque avvisare subito ai mezzi per trarci entrambi di
imbarazzo. Montate sul mio cavallo e partite! In meno di un quarto
d'ora sarete alle porte di Borgoflores. Nelle tasche del mio soprabito
che indossate, v'è un portafoglio abbastanza colmo di banconote. Con
quel denaro voi potrete, appena giunta a Borgoflores, procacciarvi un

abbigliamento conveniente al vostro sesso. Appena ve ne sarete
provveduta, voi non indugerete a rimandarmi i miei abiti a mezzo di
persona fidata. Dalla sella del mio cavallo pendono due rivoltelle. Una
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