non aveva voluto trattenersi dal duca: e, allegando
che gli urgeva tornar a casa a rivedere la moglie, e saper notizie sul
grave stato di lei, si accomiatava dal cugino.
--Sono sicuro che avrete.... se già a quest'ora non l'avete.... un bel
figliuolo maschio!--gli disse il duca.
Il marchese partì fra i lietissimi augurii di tutti gli invitati.
La sera era già molto innanzi, e il gentiluomo in una carrozzella, che
guidava da sè, o, a meglio dire, il cui cavallo si guidava da sè,
lasciavasi andare alla foga de' suoi pensieri.
Rifletteva al grande avvenimento, che dovea compiersi per lui in quella
notte, se non s'era compiuto: lo turbavano la certezza del disonore,
della rovina, s'egli non fosse già padre, o non lo doventasse fra poche
ore.
Allo svolto di una strada, sentì chiamarsi nel buio.
Trepidò.
Poi riconobbe la voce di un uomo molto destro, molto temuto in que'
luoghi: Marco Alboni, sul quale correvano tristi leggende; venuto dalla
Marca, non si sapeva perchè, come non si sapeva di che vivesse, che
arte esercitasse.
Era arrischiatissimo, soverchiatore; avea nervi d'acciaio.
Lo conoscevano tutti per un fido del marchese; mezzano delle
dissipazioni di lui: adoprato dal gentiluomo in bassi servigi, di cui era
sempre riuscito a ottenere la più larga rimunerazione.
Il marchese l'odiava e lo ricercava: lo fuggiva e gli era necessario: non
l'avrebbe voluto vedere, ma gli era forza comportarlo: poichè tale è la
lega che si forma di solito fra i tristi.
Marco, uscendo di dietro a un cespuglio, fermò il cavallo del marchese.
--Che c'è di nuovo?--domandò il gentiluomo che s'aspettava qualche
importuna richiesta, e non era il momento in cui potesse soddisfarla.
Poi gli balenò un'altra idea e domandò:
--Mia moglie?...
--Signor marchese, ho da dare a V. S. serie notizie,--disse con sicumèra
Marco,--ci fermeremo qui in un casolare diroccato, che appartiene al
duca, ed è a pochi passi, e parleremo a nostro agio.
Il marchese scese dalla carrozzella; Marco prese la briglia, e legava
qualche minuto appresso il cavallo ad un albero.
Entrarono poi fra le rovine.
Nè l'uno nè l'altro si accorsero di un uomo, che vi stava appiattato, e
che s'era tutto rannicchiato in sè, curvato, per sfuggire a ogni sguardo.
--La principessa ha partorito,--disse Marco,--ed è morta qualche minuto
appresso.
--Ah!--esclamò il marchese, sinceramente addolorato.
Ma l'ansia de' suoi interessi vinceva il dolore.
--E la creatura?...--domandò.
--Una bambina.... morta anch'essa.
--Marco!--dimmi il vero,--esclamò il marchese--e se questo è il vero, io
sono risoluto a bruciarmi le cervelli fra queste rovine.... Un gentiluomo
non può affrontar la miseria, il disonore.
Il colpo era doppio: morta la moglie, la figliuola, era pur morta per lui
ogni speranza di eredità, di aiuti dalle ricche parenti della principessa.
--V'assicuro,--insistè Marco nel tuono più fermo,--che v'ho detto il
vero.... assolutamente.
Il marchese raccapricciva e cadde accasciato su un mucchio di macerie.
Marco lo lasciò alcuni istanti alle sue sofferenze.
--Ma,--soggiunse, toccandolo in un braccio e mutando l'intonazione
della voce,--la fortuna anche questa volta vi ha aiutato; voi siete il suo
beniamino!
--Come?--rispose il marchese che singhiozzava.
--Ero in un'osteriuola, aperta da poco, ad alcune miglia di qui.... Entra
un uomo, che nell'oscurità non ho riconosciuto e che ora sceso alla
porta da una carrozza.... Si trattiene.... Beve, ribeve: comincia a parlare.
Ne racconta di ogni sorta.... Poi dice che ha una bambina da condurre a
balia e che gli è stata affidata con tante raccomandazioni. Un mistero!
Io non aspetto altro: mi slancio fuori o, mentre l'ubriaco continua a bere,
prendo la bambina.... Monto nella mia carrozzella e mi dirigo verso la
casa di V. S.... N'ero venuto via poco innanzi con l'incarico di portarle
avviso della catastrofe accaduta.... E pure, io non sapevo risolvermi.
Una voce mi diceva che, indugiando, qualche cosa di propizio mi
sarebbe occorso.... Se vedesse la sua casa.... I servitori sono tutti nel
maggiore sbigottimento, spaventati; non osano far nulla, senza l'ordine
di V. S. Superstiziosi verso i cadaveri, non sono più entrati nella
camera della principessa, dopo che il medico forestiere è partito.... A
proposito, egli mi ha consegnato una lettera per lei.... Ma, tornando alla
principessa; essa è stata abbandonata, subito, dai servi impauriti.... Essi
hanno gettato una gran quantità di fiori sul letto e hanno acceso attorno
alcuni lumi. Io sono passato dalla porta del giardino, che ho trovata
socchiusa. Ho potuto appoggiare una scala al balcone della camera
della principessa.... Sono entrato.... Ho posto la bambina viva ov'era il
cadavere dell'altra: o ho preso il cadavere con me.... Sono ridisceso con
ogni cautela... in un attimo... poi sono salito nella carrozzella e ho fatto
una corsa, che si sarebbe detto proprio il diavolo tenesse le guide.
La voce di Marco era divenuta sinistra.
--Sono arrivato, di nuovo all'osteriuola: c'era sempre fuori la gran
carrozza nera: l'ho aperta; vi ho
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