i romanzi antichi avendo
letti,
come sapete, era prima terribile,
e dormia co' stivali e i
braccialetti;
e quanto piú la cosa era impossibile
nelle battaglie e
piú forti gli obietti,
come il Boiardo e l'Ariosto narra,
era piú furiosa
e piú bizzarra.
6
Ma poiché furon cambiate le cose
e i nuovi romanzi usciti fuori,
attentamente a leggerli si pose
ed impresse il cervel d'altri colori;
e
cercò solo avventure amorose,
sendo bizzarra ancor, ma negli amori,
e d'altre sorti bizzarrie facea,
come scrive Turpin che lo sapea.
7
Come ognun sa, Ruggero suo fratello
sposata avea la bella
Bradamante,
la qual rimodernato avea il cervello
e non è piú
guerriera né giostrante;
ma pensa alla famiglia e fa duello
col fattor,
col castaldo e colla fante,
e riflettendo all'avvenire e a' figli,
tutta
all'economia par che s'appigli.
8
Chi l'avesse veduta alla cucina
a gridar che s'abbrucian troppe legna,
e l'avesse veduta alla cantina
come alla botte scemata si sdegna,
e
a levarsi per tempo la mattina,
l'avria creduta un'economa degna,
ché venti chiavi in saccoccia portava
e la minestra e l'olio misurava.
9
Non dimandar se i drappi alla rugiada
di san Giovanni fa porre la
notte,
perché qualche tignuola non gli rada,
e se fa dar lor spesso
delle bòtte,
e se fa chiuder l'uscio della strada
per i ladroni, e se le
calze rotte
sa rattoppare e racconciar le maglie,
e voler da' villan
polli e rigaglie.
10
Scrive Turpin di quella tuttavia
ch'ell'era attenta massaia e perfetta,
ma che in secreto questa economia
era di maliziosa formichetta,
e
che a se stessa facea cortesia,
nascosta avendo piú d'una cassetta
di
be' zecchini, e di quelli il marito
né avea ragione né sapeva il sito.
11
Rugger la vedea sempre in gran pensiero
per il risparmio, onde non
bada a questo;
sol perch'egli era alfin pur cavaliero,
parecchie volte
si mostra rubesto,
dicendo:--Moglie, a ragionar sincero,
alcun de'
vostri fatti m'è molesto,
e farete le mani aspre e callose,
ché
v'avvilite troppo in certe cose.--
12
Quest'era per Rugger poca sciagura
a petto quella che gli dá Marfisa,
la qual va rovesciando ogni misura
pe' suoi capricci, e spende in
una guisa
da far venire a Creso la paura;
e compra e vende, e il
fratel non avvisa,
e cambia fogge e vestiti ogni giorno;
sembra il
mercato ov'ella fa soggiorno.
13
Oggi faceva legar diamanti,
diman non gli voleva piú a quel modo;
lega, rilega, spendea piú contanti
in legature che nel valor sodo;
ch'or gli voleva balle, ora brillanti,
ora in nastro, ora in fiore ed ora in
nodo.
Gli artier mascagni laudano ogn'idea,
giurando che piú d'essi
ne sapea.
14
Sarti, mercai, calzolai per le scale
andavan suso e giuso a tutte l'ore,
e conveniva loro metter l'ale
per non provar di Marfisa il furore.
Chi merletti, chi drappo o cosa tale,
chi vesti seco porta e dentro e
fuore,
e chi polizze vecchie non pagate;
poi va via con le gote
rigonfiate.
15
I parrucchier ch'acconciavan la testa
non è da dir se facea disperare:
oggi i capelli corti volea questa,
doman gli volea lunghi
accomodare.
All'impossibil menava tempesta,
minaccia il
parrucchier di bastonare;
se qualche scusa il misero allegava,
con la
granata via lo discacciava.
16
Bestemmiando com'una luterana:
--Non vo' nessuno mi perda il
rispetto,--
grida per casa, e sfoga la mattana
dando alle serve uno
schiaffo, un puzzetto.
Mai non si vide una dama sí strana.
Se avea
la febbre, non istava a letto;
se stava ben, diceva esser inferma
e
volea star sotto le coltre ferma.
17
Ai medici, che andavano a trovarla
e le dicevan:--Non avete nulla,--
gridava:--Andate via, dottor da ciarla;
voi capireste al polso una
maciulla,
e forse anche sapreste medicarla.--
Infin dall'aspra
bizzarra fanciulla,
se il mal che non avea non confessavano,
un
orinal nel ceffo guadagnavano.
18
Ma sopra tutto ell'era stravagante
giuocando alla bassetta al tavoliere,
dove, per vie di dir, metteva su un fante
quanti danar si ritrovava
avere;
poscia mandava il parolo e piú inante;
perduti quelli, si facea
tenere
in sulla fede, e perdea quanto mai;
s'io tel dico, lettor, nol
crederai.
19
Poi disperatamente andava a casa,
e non avendo danar nello scrigno,
va rovistando masserizie e vasa,
argenti e gioie, con il viso arcigno.
Di cuffie e merli fa la cassa rasa
per far dei pegni, ovver con
qualche ordigno
va guastando le toppe del fratello,
e soldi invola e
gemme e drappi a quello.
20
Infine non istá mai cheta un'ora,
fuor che quando i romanzi suoi
novelli
legge con attenzione ed assapora,
ch'era associata alla
stampa di quelli;
tal che sempre il cervello piú svapora.
Que' fatti
che leggea le parean belli,
ed era partigiana imbestialita
della nuova
dottrina fuor uscita.
21
Or vorrebb'esser stata ballerina,
or cantatrice divenir vorria,
or
commediante ed ora contadina,
or zingara e pel mondo fuggir via,
per donar argomento alla dottrina
che fiorire in quel tempo si vedia,
e lasciar la memoria assai famosa
di sé per qualche libro alla
franciosa.
22
E con gli amanti, che n'aveva cento,
sopra a' romanzi va sottilizzando
e discorrendo e lodando il talento
di Marco e di Matteo di quando
in quando.
Gli amanti d'essa avevano spavento
e cercan contentarla
ragionando,
e sol fra loro facevan schermaglia,
perch'eran molti
bracchi ad una quaglia.
23
E il numer sempre si facea maggiore,
perché Marfisa tra gli altri
pensieri
a tutte l'altre dame volentieri;
e quanto all'arte di far
all'amore,
non sia chi meglio saper farlo speri,
perocché, quanto a
questo, ella è decisa:
non verrá al mondo
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