LAmuleto | Page 2

Neera
pensiero
che si tradiva nel gesto regale, nella maestà tranquilla degli atti, nel
corruscare delle pupille.
"Domandai al mio vicino chi fosse quell'ignoto commensale, ma non
me lo seppe dire o lo dimenticai. In realtà dimenticai molte altre cose di
quel pranzo memorabile. Dopo il cognac noi giovani formammo un
gruppo a parte e quando mi mossi non vidi più al suo posto il vecchio
dagli occhi nerissimi; tuttavia, forse per una allucinazione della mia
mente esaltata, mi pareva che qualche cosa di luminoso fosse rimasto al
di sopra del suo posto vuoto.
"Il giorno dopo stavo fuori della tenda, non ancora perfettamente
snebbiato dai fumi della sera prima ed ero malinconico. Pensavo a mia
madre; mi pareva di vederla nella sua poltrona di velluto verde, così
bella ancora e così interessante nel suo pallore di donna delicata, volti il
cuore e la mente all'unico figlio che adorava e che si trovava tanto
lontano. Per la prima volta la morte mi si presentò sotto il suo terribile
aspetto di divisione eterna. Potevo morire senz'aver riveduto mia madre,
e lasciarla sola nel mondo, sola a piangermi! Tenevo il gomito
appoggiato sul ginocchio e la fronte sulla mano, per cui non Lo vidi
avvicinarsi, ma Egli mi raggiunse, e mi toccò sulla spalla--Egli, il
vecchio.
"La stessa espressione di rimprovero triste e dolce stava sul suo volto.
Mi alzai di botto, quasi obbligato a mettermi in una attitudine di
rispetto davanti a quell'uomo singolare.
"--Fanciullo--Egli disse con voce tenera e grave--ieri voi avete
bestemmiato.
"--È vero,--risposi, chinando la testa perchè nel ricordare i discorsi del
giorno prima sentivo salirmi una vampa di rossore.
"Il vecchio sempre tenero e grave, senza mostrare di accorgersi del mio
turbamento, soggiunse:

"--Siete così giovane!
"Queste erano le parole di mia madre. Sì; ella pronunciava spesso le
identiche parole passandomi nei capelli la sua mano sottile. In quel
momento, già disposto dai pensieri precedenti, ebbi un brivido. Non ho
vergogna a confessarlo; ero commosso, come preso nella rete di un
fascino sopranaturale.
"--Pensate a vostra madre?--soggiunse Egli con una penetrazione che
già non mi meravigliava più.--È in suo nome che vi prego di accettare
questo ricordo. Nei nostri paesi si crede ancora alla virtù degli amuleti.
"Mi porse il piccolo astuccio di cuoio contenente il piccolo manoscritto;
e siccome io guardavo dubbioso ora il dono ed ora il donatore, disse:
"--La storia che leggerete in questo manoscritto è assolutamente vera.
Non mi chiedete il nome dei personaggi, nè il luogo, nè il tempo;
questo non vi occorre. Occorre a voi sapere che in tal modo amò una
donna.
"Pronunciate queste ultime parole si allontanò così rapidamente che
non potei soggiungere nulla e rimasi col curioso amuleto tra le mani,
ricordo materiale di una avventura che altrimenti mi sarebbe parsa un
sogno. Aspettai invano di rivedere il misterioso vecchio. Il giorno
seguente si riprese l'attacco della fortezza e non pensai più a lui,
cacciando l'astuccio di cuoio in fondo al bagaglio.
"La prima persona che lesse l'anonima storia raccolta in questi fogli fu
mia madre. Io la posi sul suo grembo il giorno del mio ritorno ed ella
mi disse poi che ne era rimasta molto colpita e commossa. Si fecero
insieme delle induzioni, ma senza poter stabilire precisamente nulla, nè
sulle persone, nè sui luoghi, nè sul tempo. Dopo tutto il vecchio aveva
ragione. Che cosa importa?"

Il Manoscritto
So il mese--era febbraio--e la giornata:--una giornata splendida--e l'ora.

Era l'ora in cui il mio salotto divampa così stranamente colle sue
cortine di seta rossa di contro al sole e i mobili cupi, quasi austeri,
sembrano animarsi di un occulto ardore in quella atmosfera di fiamma.
Mi trovavo in piedi accomodando dei fiori in un vaso; il mio piccolo
Alessio, seduto sul tappeto cantarellava colla sua vocetta tanto
commovente:
M'alzo col sole della mattina, mando una prece dal core a Dio.
--Alessio--gli dissi--sta zitto un momento; mi sembra di aver udito dei
passi.
--Sarà Pietro.
--No, non credo che sia Pietro. Aspetto nostro cugino, sai, il signore
della Querciaia. Sarai gentile con lui, nevvero?
--Mi piace la Querciaia--riprese il mio bambino--perchè vi sono tanti
uccelletti sulle piante.
In quel momento Pietro sollevò la portiera e Lo introdusse.
Questo mio parente non lo avevo mai veduto. Egli era stato prima in
collegio, poi all'estero; ricordavo sua madre morta l'anno prima e che
era una angelica creatura, ma di lui non avevo mai visto neppure un
ritratto. Solo mi era giunta la fama del suo ingegno ed era questo che
mi preoccupava un poco. Abituata ad una esistenza meschina, sempre
sola col mio bimbo, con Pietro e colla vecchia Orsola, lontana da
qualsiasi centro intellettuale, da qualsiasi parvenza di società, che cosa
avrei detto a questo giovane culto e distinto?
Per fortuna, siccome mi trovavo già in piedi a mezzo del
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